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giovedì 26 aprile 2012

Claudio Baglioni discorso per la FAO DEL 24 APRILE 2012


Il discorso di Claudio Baglioni , ospite eccezionale alla sede della FAO il 24 aprile u.s. per l'inaugurazione dello Sheikh Zayed International Media and Knowledge Centre: http://www.facebook.com/claudiobaglioniofficial
Excellencies,
Distinguished Guests,
Ladies and Gentlemen,

first of all I would like to pay my respects to
His Royal Highness,
Sheikh Abdullah bin Zayed Al Nahyan,
to the Director General,
Graziano da Silva,
and I want to thank everyone of you
for the great honor
of being here today
and this is the reason why
I wrote these words. I’m not used to read
but the emotion could be really strong.

You know:
I'm a musician, a composer, a singer,
a songwriter also an architect,
but this is another story
and I feel much more comfortable
with music and stages than with speeches,
so I really hope you will forgive me.

We live times we should call
communication era.

Every human being is,
actually or potentially,
linked with everyone else on our planet.

Information is almost everything.
And exchanging information is one of the most important aspects of our life.

Music and Art are probably the best medium we have.
The only language in the world
that everyone can speak and understand.
Even those who don't know
how to write it or read it.

I think that music is always been the real Esperanto.
And in some way we could say that music is everybody's mother tongue.
Thanks to music,
the whole world can easily share
emotions and feelings,
exchange news and information.

In the last ten years,
the O'scia' Foundation
has experienced the power of music.

Thanks to the O'scia' concerts born on Lampedusa island,
(which is a sort of land of hope
for the migrants from Africa and Asia)
thousands of people from different countries, cultures, traditions and faiths met,
knowing each-other,
learning mutual respect,
catching the value of diversity
and start turning it into
a precious resource for everyone.

That's precisely what we need to do
to explain people, hearts,
minds and consciences,
that achieving food security for all
is the most important and pressing goal
and must be the first commitment for the government of all our countries.

As I was arriving here today,
my mind went back to october 1996:
theWorld Food Day Concert in Rome.
The first one but unfortunately
the only one never done over again.

I was one of the authors
of that amazing event,
-I remember a crowd, an audience
five hundred thousands people-
more then a half of million persons
before me,
live broadcasted world wide
from the Colosseum
and I was there,
with some of the greatest artists in the world,
proud to be an ambassador of FAO
and hopeful that music could help
promoting and supporting FAO's mission.

And today I'm as proud as I was back then.
Proud to be here,
hoping music will once again
help us to remind everybody that
we cannot neither talk of progress
nor of growth of the world economy
unless every man and woman on Earth
will have regular access to
enough high-quality food
in order to lead and active, and healthy life.
Thank you.

martedì 24 aprile 2012

Vasco Rossi al tg2 mai dato dell'imbecille a Baglioni


http://musica.virgilio.it/news/rock/vasco-rossi-voglio-scuse-tg2-mai-dato-imbecille-baglioni.html
Si chiama "clippino... di protesta dedicato al tg2" il nuovo sfogo di Vasco sul suo profilo Facebook. Questa volta il rocker se la prende con il telegiornale della rete pubblica, accusato di aver mandato in onda delle offese infondate da parte di Vasco a Claudio Baglioni, definito "imbecille". Nel suo clippino di protesta, Vasco si difende e pretende le scuse del TG2 "perché non è nel mio stile offendere qualcuno... e mia mamma ad esempio ha sofferto molto."

"E' importante che sappiate che non ho mai dato dell'imbecille a Claudio Baglioni, non mi sono mai permesso di offendere nessuno personalmente nella mia vita, ok... ho sempre parlato non delle persone ma delle loro opere... delle loro canzoni... non mi permetterei mai di dire una cosa del genere, non è proprio nel mio stile... quindi se andate a leggere nella mia autobiografia dove c'è scritto dove qualcuno insomma ha estrapolato che io avrei offeso dato dell'imbecille a Baglioni potete notare che non è vero e che è una balla una bufala allora a questo punto il tg2 che si è permesso di dire che ho detto una cosa del genere cioè mi deve delle scuse perché mia mamma ad esempio ha sofferto molto perché ha pensato che ho detto una cosa del genere ma non è nel mio stile e voi la dovete piantare di farmi sembrare sempre quello che non sono perché io non sarò educato voglio dire nemmeno avrò la classe di Claudio Baglioni senz'altro ma non sono neanche quel buzzurro o quel come si chiama... non parliamo di quello che avete detto di me negli anni '80 perché voglio dire mi avete offeso a livello... ma non sono neanche voglio dire quel balordo che voi volete sempre far sembrare che io sia ecco non sono così non sono quello lì quindi caro tg2 mi aspetto da voi delle scuse anche scritte perché altrimenti io dirò alle vostre madri che cosa invece siete voi che tipo di giornalisti siete voi che tipo di lavoro fate e quanto siete seri nel fare il vostro lavoro... ".

La clip termina con la dedica ai giornalisti del TG2: parte la musica ed ecco Basta poco "dedicata a loro... voi avete un mezzo molto potente... dovete stare molto più attenti a quello che dite... dovete andare a leggere per favore quello che ho scritto nella mia autobiografia prima di parlare".

lunedì 23 aprile 2012

Vasco Rossi continua a offendere Claudio Baglioni e il suo mondo

http://www.facebook.com/vascorossi
credo che la signora paola massari moglie di baglioni nel suo intervento in difesa della reputazione di cantante di musica leggera, non potendo affermare che io non scrivo canzonette ma canzoni d'autore mi attacca su faccende personali che per me non contano niente e si qualifica perfettamente con questa sua conclusione:

"Ps. E' proprio vero che scoreggiare è uno dei primi sintomi della vecchiaia. C'è chi lo fa con l'orifizio preposto, e chi col cervello"

Ps.(mio) questa è la Scala di Milano dove auguro al suo grande artista di spessore Claudio Bagliore di poter un giorno arrivare...a entrare magari senza pagare.

non si tratta di non aver diritto di criticare ma di stare su questa bacheca solo se NON si ha niente da criticare ma si vuole solo comunicare con l'artista preferito, amato e considerato compagno di strada, un amico una persona di cui ci si può fidare. kazzo è così complicato? non si tratta di non accettare critiche giudizi sarcasmi o offese. sapete quanto me ne frega ormai. ne ho presi tanti di insulti. voi non c'eravate negli anni ottanta. quando per dieci anni è stato un vero diluvio di offese alla persona dove balordo, idiota, ebete, brutto, drogato, marcio e schifoso erano alcuni tra i più gettonati da tutta la stampa nazionale.
ci sono tante bacheche dove si può esprimere giudizi e insultare vasco rossi. In Questa! non interessano i giudizi o i commenti di chi non fa parte del mondo di Vasco Rossi.
tutto qua! e con questo chiudo il discorso e non lo ripeterò più. sono stanco di scrivere e leggere ancora tanti commenti superficiali che dimostrano di non aver capito il concetto. ora banno e non spiego più. chiedo aiuto a quelli tra di voi che hanno capito di diffonderlo e spiegarlo. difendete questa bacheca senza rispondere agli intrusi e non considerandoli minimamente .... la redazione si occuperà di bannarli quando li scoprirà...



mercoledì 18 aprile 2012

Claudio Baglioni scrive su Facebook 18 Aprile 2012

Alle 14 di oggi, ho ricevuto sotto casa, dopo aver fatto foto e autografi, l'agognato e prezioso tapirodoro. Ecco, in breve la straordinaria cronaca. Il solenne passaggio dalle mani di Valerio Staffelli alle mie è avvenuto mentre indossavo una mise poco adatta all'occasione: scarpe polverose da ginnastica, maglietta sdrucita da corsa, braghe corte, barba lunga. Me ne dispiaccio. Ma non ho fatto in tempo a radermi e cambiarmi. La cerimonia è stata cordiale e simpatica, come le precedenti due volte. La motivazione alla base del premio stavolta è costituita dalle dichiarazioni del collega Vasco Rossi. Io ho ringraziato con orgoglio malcelato, pensando che non era tutto merito mio. Anzi a dire il vero, forse l'avevo usurpato. Infatti, i passanti intorno dicevano "datelo a Rossi. Lui sì, che è attapirato!" Io comunque, intanto, l'ho preso. Anche per lui. Però voglio essere corretto. Se dovesse richiedermelo, a malincuore, glielo dovrò dare.
Io stavo per partire a correre la mia oretta giornaliera a Villa Borghese. Ho preferito, però, la consegna da fermo temendo per la salute dell'ottimo Staffelli. Evitando così quel fastidioso ondeggiamento delle telecamere che inseguono. E il principio di mal di mare degli spettatori di Striscia la Notizia.
Gran finale con abbraccio e bacio e scuse per il disturbo. Ennesimo commento carino di Valerio sul fatto che io non perdo mai le staffe. Stavo per aggiungere ... 'le staffelle'. Ma mi sono azzittito. In tempo.

lunedì 16 aprile 2012

Baglioni scrive su Facebook 16 aprile 2012

ll cielo si chiude di nuvole.
Un portone di ferro.
E sotto si riga di pioggia.
È incredibile come il teatro del mondo
si faccia nuovo ogni volta.
Cambi di continuo scenario.
E le trame da raccontare.
Domenica scorsa era Pasqua.
Avevo disceso l'Italia fino al punto più basso.
E l'estremo Sud faceva il suo classico assolo.
Un grido prolungato di luce.
E il suono del mare.
Quel mare. Là sotto.
E poi altro mare sulla distesa azzurra, a perdita d'occhio.
Tirato a lucido. Ripulito.
Riverniciato. Spianato.
Idratato dalle rughe dell'inverno.
Forse un po' più basso.
A scoprire gli stinchi degli scogli.
A far respirare le coste deserte.
Il sole era un'impronta carezzevole.
Ti scaldava dolcemente le guance e la fronte.
Un guanto di dorato tepore.
Sembrava quasi avere un gusto, un sapore.
Mais? Noccioline tostate?
Anacardi e un velo di sale?
Così si sarebbe potuto stare una vita
e potendo, anche una vita dopo.
E magari la vita dopo sarà tutta così.
Lampo non c'era.
Andato, forse, a farsi un giretto o un viaggio più lungo.
O a riposarsi le ali sopra un picco lontano.
Mi chiedevo, sorridendo della mia domanda, chissà se anche lui va in villeggiatura o si sente sempre in vacanza?
Un eterno giorno di festa.
Una Pasqua senza fine di pace e di bene.
Auguri dicevamo e scrivevamo tutti.
Pensavo a come sarebbe stato bello
darsi davvero un abbraccio per rigenerarsi.
Spalmarsi di quello splendore di cose modeste.
Nutrirsi di quel semplice poco.
Augurarsi di inaugurare una stagione diversa, un tempo più vero, un'epoca epica.
Oltre la menzogna e la meschinità.
Verso la meraviglia.
La gente sa
che il mago non taglia la donna a metà...
Eppure séguita a stupirsi ogni volta.
Perché ne ha bisogno.
Perché sbalordirsi è come sudare o affogarsi in respiri.
Non puoi vivere senza.

Ho aperto la portafinestra per fiutare l'aria di fuori.
Sotto una coperta di lana grigia
s'infila un alito arricciato di freddo.
Un'altra scena e la mente salta a qualche mese fa.
La neve si era sciolta tutta.
L'ultimo pezzo sull'angolo buio della terrazza se n'era andato il giorno addietro.
Riaffioravano forme e colori del prima.
La neve è una tregua della memoria.
Copre i ricordi per mantenerli vivi.
Alla sua dipartita
tutto torna com'era.
La neve è una verità nascosta.
È un bellissimo inganno. Bianca illusione.
Che, poco dopo, si macchia di sporco,
di sudicio scorrere di esistenze su ruote.
Di fanghiglia del quotidiano.
A volte mi dico che è tutto sbagliato.
Che chi più chi meno
(e la sfortuna vuole che i chi più siano i più e sempre di più) tiriamo a campare una vita ideata progettata disegnata da un pessimo architetto e costruita da un palazzinaro bieco e speculatore.
Che il modello non tiene.
È fallito. È crollato. È uscito fuoristrada.
Ma nessuno ha la voglia o la forza o la determinazione di metterlo fuori produzione o fuori commercio.
La produzione va avanti. E pure il commercio.
E sbarcare il lunario si fa ancora più duro.
Rifletto su quanta buonasorte mi abbia soccorso durante il cammino e nei passaggi più aspri.
Quanta acqua dolce e insperata
m'abbia rinfrescato il viso e la gola.
Due parti di idrogeno e una di ossigeno.
Nient'altro.
Non puoi vivere senza.

Adesso le nubi si sono sgonfiate
e il cielo si stria di chiaro e celeste.
L'unico merito di un cielo rannuvolato
è che al tramonto diventa fantastico.
Una cascata di sospiri aranciati.
Una vendemmia di ruggine e viola.
Un campo sconfinato di frutti di bosco.
Mi viaggia il pensiero nel quadro di un recente tramonto.
Tramonto di tramontana.
Un'aria così chiara e lucente
da sentirsi più netti e innocenti.
Una serata tanto larga
da provare soggezione.
Una nuvola puntinata di uccelli
volava sulle ali avviluppate del vento.
Si allungava, si ricompattava,
mutava forma.
Come i pesci muti sott'acqua.
E nell'apnea dell'universo
si manifestava il prodigio.
Il miracolo del silenzio.
Se solo imparassimo a tacere di più.
A dire soltanto col cuore.
E un'increspatura di labbra.
Con l'onesta emozione
che scende giù dagli occhi.
E invece quante parole. Quanto rumore. Quanto stridore.
Parliamo, sproloquiamo, blateriamo
per riempire il già troppo pieno di tutto di tutti.
Ma il vuoto di dentro, l'unico nostro davvero, rimane com'è.
Il rimbombo del nulla.
Le urla, le chiacchiere non ci rendono meno soli.
Non celano neanche il tormento.
La quiete, la dignità via dal chiasso
è la più cara, fedele compagna.
Non devi starle troppo a lungo alla larga.
Non puoi vivere senza.

La messinscena è al quarto atto.
Il vento è in pausa
come stoppato in un fermoimmagine.
Pochi gli avanzi di nuvole sugli scaffali del cielo.
Le luci attaccano il turno di notte.
Un po' alla volta, si danno al lavoro.
Le sagome chiomate degli alberi
sono ritagliate e incollate sulla linea dell'orizzonte.
L'odore di asciutto riporta a una notte perduta.
Come mille notti perdute
a dare fuoco al tempo
quando non vedevamo l'ora di crescere
e andare via
e ora che siamo cresciuti
ansimiamo a supplicare e maledire il tempo per poter tornare indietro.
Da quel via in cui non siamo mai andati.
Sono tornati anche i gabbiani
con le loro grida bambine.
Sembra che talvolta si alimentino
nei cumuli dei rifiuti di città.
Ma almeno essi dopo sanno alzarsi
e non hanno disimparato a volare.
Prima spesso sognavo di saperlo fare.
Mai altezze vertiginose. Mai salite impossibili.
Un volo da umano. A mezz'aria.
Come se su di me la gravità potesse di meno.
Un avvio verso l'alto. Uno spunto abbozzato di ascesa.
Giravolte leggere. Morbide acrobazie.
Avvitamenti di lato e in avanti.
Un rettifilo insistito a tre metri da terra.
Un arrivo aggraziato.
Un umile inchino.
Di fronte agli sguardi attoniti dei presenti.
Questo in fondo ho cercato di fare in tutta la vita.
Questo è stato il mio mestiere più certo.
Che fossi in grado d'immaginare sogni
per far sognar qualcun altro,
l'ho scoperto con gli altri.
L'ho visto nelle traiettorie degli occhi.
L'ho capito dal giro delle teste.
L'ho sentito dalla sorpresa delle bocche e nella trepidazione dei petti.
L'ho riscosso nel battere delle mani.
Io mi sono compreso così.
Credo che se non esistessero gli altri,
i nostri altri,
chiunque di noi non saprebbe niente di sé.
Sarebbe un perfetto sconosciuto
pure per se stesso.
Mi spiego? Gli altri.
I miei altri. Tu e tu e tu. Voi.
Voi altri. Voi- gli altri.
Non posso vivere senza.

Faccio ancora sogni in cui so volare.
Un volo da uomo. A mezz'aria.
Di fronte allo sguardo di altri
che piano piano riescono a sognare
e, tutt'a un tratto, si ritrovano a volare.
Così, talvolta, mi illudo
e finisco per credermi uno importante,
un mago, un cavaliere, un re.
Ma la più parte della vita si vive da svegli.
E spesso faccio strade in cui non so nemmeno dove andare.
E spesso ho incontrato un altro, un'altra, te.
Grazie.
Tu non hai portato il mio strascico
ma la lanterna davanti a me.

Nessun chiarimento tra Claudio Baglioni e Vasco Rossi

http://www.baglioni.it/news_dettaglio.php?id_news=61

La notizia secondo la quale Vasco Rossi avrebbe avuto un chiarimento
telefonico con Claudio Baglioni è falsa.
Lo comunica lo staff dell'artista romano, sottolineando che tra Rossi e
Baglioni non c'è mai stata alcuna telefonata di chiarimento.

Paola Massari sulla querelle Baglioni- Rossi

sul suo facebook la moglie di Claudio Baglioni e preziosa collaboratrice di Claudio per oltre 30 anni risponde a Vasco Rossi

Ma che davvero vi sembra tanto differente sentir parlare Vasco, piuttosto che Bossi? E andiamo... Sono entrambi agli sgoccioli...
Diciamo che Vasco, insieme alle sue "qualità" oggettive, peraltro sostentante da fior di collaboraori, poiché da solo non risulta essere "autonomo" artisticamente, è sostanzialmente un "fenomeno". Sostenuto dal filone rock che ha di fatto ricalcato e cavalcato, e dunque vampirizzato, fruendo del volano da esso offerto. Ovvero da una matrice già collaudata e facente leva sul comune sentire giovanile, che sempre al rock ha attinto, e che sempre al rock ha aderito. Uno Springsteen de noantri, in sostanza. Che raccoglie ancora consensi a suon di esortazioni alla trasgressione e all'ormai stantio "sballo" da adolescente sciroccato, fatte però con una prostata in disordine e la panza ripiegata sullo scroto. E diciamo anche che non lo si è mai visto suonare una nota su uno strumento. Giusto qualche strippata alla chitarra da raduno di boy scout, o da serata in spiaggia intorno a un falò. E diciamo anche che ci sono di contro "musicisti" "compositori" e "letterati" che probabimente destano invidia, non tanto per la loro produzione, che non deve necessariamente convincere chiunque, ma per la loro oggettiva preparazione e capacità. E il loro successo che non fa leva su nulla, se non sulla propria artisticità.
Non è un caso che brani di Baglioni siano oggetto di studio musicologico, in termini di armonia, e letterario. E diciamo che per un Baglioni che si laurea in architettura all'università la Sapienza di Roma, c'è un Vasco che rimedia una honoris causa in scienze della comunicazione, un po' alla "Trota", per restare in tema. E concludiamo dicendo che, privatamente parlando, c'è chi, tra una canzoncina e l'altra sparge sperma e figli come una trota fario in risalita lungo l'Adige, o si spara il Viakal in vena, e altri che conducono un'esistenza leggermente meno maledetta e un po' più concreta.
Chi gli vuole bene, per favore, lo accompagni al Sert più vicino.
Grazie. Paola Massari.
E adesso, da Paola Massari, vi rendo di edotti di quanto IO POSSO SAPERE, e VASCO ROSSI, NO. Sì, perché io a Torino, ad Amnesty International, 8 settembre 1988, IO C'ERO.
Baglioni fu regolarmente invitato, e ci andò per suonare, e malgrado mai avesse cavalcato, né si fosse fatto scudo della politica, come molti cantautori dell'epoca. Ci andò perché Amnesty International non è e non dovrà mai essere appannaggio di nessuno. Men che meno dagli stronzi che ne travisarono e ne travisano il messaggio "colpendo" un artista ed un uomo che esprime la sua arte. Chi lo contestò furono QUATTRO GATTI tarantolati, (nemici della MUSICA e del suo senso, così come lo sono molti seguaci del rock, di cui colgono il solo aspetto rumoroso, e non quello musicale), e la stampa politicizzata che si compiacque di ampliare il loro sparuto dissenso, per tornare a colpire un artista che mai si era fatto forte di una simbologia politica per "imporsi" ed ingraziarsi la stampa di allora. Non vi dico cosa disse PETER GABRIEL, musicista di ampie vedute, (nonché amico ed estimatore di Claudio Baglioni) incapace di comprendere la logica partitico politica che "governava" la musica di allora e che in quel giorno espresse la sua peggior faccia. Oltre che la contraddizione profonda dell'avversare un musicista sul palco di uno spettacolo di solidarietà. Peter Gabriel scuoteva la testa davanti alla stupidità e la ristrettezza mentale di quei quattro coglioni, magari foraggiati dal nostro rocker (e/o dagli altri esclusi di "lusso" e pretesa), che oggi sputa veleno su ciò che ancora lo ossessiona e sempre lo ossessionerà, su chi non ha bisogno di preannunciare ad arte la sua presunta morte prossima o sospetta per riempire uno stadio.
Tre anni dopo, E NON DIECI, Baglioni saliva sul palco allestito allo stadio Flaminio per presentare "Oltre". Un'opera straordinaria che per certo avrà tormentato le orecchie di un Vasco incapace di tirarne giù ancorché tre sole battute della partitura. Riempirsi la bocca di questo astio, colpire un artista di grande spessore, e farlo con stupidità e il consueto richiamo all'adesione, il consenso pecorone, e lo schiamazzo, non fa che confermare il declino rovinoso di un uomo che è finito da un pezzo, e non se n'è accorto.
Ps. E' proprio vero che scoreggiare è uno dei primi sintomi della vecchiaia. C'è chi lo fa con l'orifizio preposto, e chi col cervello.

l'assoluto senso di Giustizia di Walter Savelli

http://waltersavelli.blogspot.it/
Premetto che ciò che scriverò in queste mie pagine è dettato solamente da un irrefrenabile desiderio di giustizia che provo dopo aver letto le cose scritte da Vasco Rossi sul suo profilo di FB.

Premetto anche che ho sempre considerato Vasco Rossi un artista di grande rilievo, che ha scritto brani bellissimi e degni di passare alla storia della musica: sufficiente citarne uno per tutti: "Sally"

Quando però ho letto le cose che Vasco ha scritto nei confronti di Claudio, cose peraltro non corrispondenti assolutamente a verità specialmente dal punto di vista storico, ho provato un grande dispiacere e mi sento quindi in dovere di replicare.

Dunque la prima verità che vorrei restituire, riguarda il famoso concerto di Amnesty International del 8 settembre 1988.

La contestazione verso Claudio ci fu ed è innegabile, ma poichè io ero su quel palco insieme a Paolo Gianolio, Tony Levin e Jerry Marotta, vorrei raccontare esattamente come andarono le cose.
I contestatori furono coloro che stavano davanti al palco (qualche migliaio forse) e non assolutamente tutto lo stadio, che peraltro era pieno fino all'inverosimile.
Queste persone, probabilmente avrebbero contestato qualsiasi altro artista italiano in quel momento, perchè erano li in attesa dei grandi artisti internazionali che si stavano per esibire, quali Sting, Peter Gabriel, Tracy Chapman e addirittura Bruce Springsteen.

Non è poi assolutamente vero che Claudio scappò dal palco anzi, il nostro spazio di concerto arrivò fino al termine della scaletta prevista, con l'intervento di Peter Gabriel che cantò con noi Ninna Nanna, Nanna Ninna (con una incredibile emozione da parte nostra :-)

E' stato poi scritto che Claudio non si esibì più dal vivo per oltre dieci anni!!

La realtà che tutti conoscete è ben diversa, ma voglio ricordarla.

Pochi mesi dopo quel concerto, Claudio iniziò a lavorare sul nuovo disco che lo impegnò fino al settembre del 1990 per quasi due anni di lavoro. A novembre di quell'anno infatti uscì Oltre che è considerato dalla stragrande maggioranza degli artisti italiani, uno degli album più significativi della musica popolare italiana da sempre.

Subito agli inizi del 1991, mentre Oltre era primo in classifica, facemmo un piccolo tour a sorpresa in alcune delle migliori discoteche italiane, per sperimentare i brani che stavamo provando e che sarebbero stati inseriti nella scaletta del futuro concerto.
E qui sto parlando del famoso spettacolo "Oltre una bellissima notte" del 3 luglio 1991, allo stadio Flaminio con 60.000 persone presenti ed una diretta televisiva.
Quindi solo poco più di due anni separarono il concerto di Amnesty, dai nuovi concerti live.

Da quella sera del 3 luglio 1991 in poi, è stato un susseguirsi di concerti sold out, nei palasport (vedi Assieme ed Ancorassieme) per arrivare al Tour giallo, Tour Rosso (per me lo spettacolo più affascinante mai prodotto in Italia), Tour Blu, e via così fino ad arrivare ai famosi concerti negli stadi "Da me a te" con diretta televisiva, del luglio 1998 e poi nel 2003 i concerti "Tutto in un abbraccio": stiamo parlando di spettacoli visti da 80/90.000 persone oltre alla diretta televisiva.

Parlando poi della parte artistica il discorso sarebbe ancora più lungo.

Voglio solo limitarmi a sottolineare alcune cose che riguardano Claudio come compositore e musicista (e su questa materia permettetemi di sentirmi a mio agio):

Conosco Claudio personalmente dal 1 maggio 1978; da allora ho vissuto artisticamente accanto a lui per trenta anni; conosco il suo "pensiero" musicale come me stesso e posso affermare che Claudio è sicuramente fra i migliori compositori italiani di musica pop di sempre.
La sua sensibilità armonico/melodica ha prodotto capolavori insuperabili: vorrei citare alcuni brani che forse sono meno conosciuti al grande pubblico, ma degni di una approfondita analisi perchè vere e proprie perle di musica che rimarrà nel tempo:
01) Quei due
02) Tutto il calcio minuto per minuto
03) Tamburi Lontani
04) Qui Dio non c'è
05) Domani mai
06) Fammi andar via
07) Titoli di Coda

.... potremmo andare avanti ancora molto ma non è questo lo spazio giusto ne il contesto.

Se poi dovessimo analizzare il valore dei suoi testi, in particolar modo da Oltre in poi, abbiamo della vera e propria poesia (e questo non lo dico solo io ma coloro che sanno :-)

Per ultimo, vorrei anche ricordare che, parlando di Tour, il nostro "Alè-Oo' " del 1982, collezionò più di 50 date sold out negli stadi italiani, ed è considerato insieme a "Banana Republic" di Dalla/De Gregori, il tour più storico e pieno di record, della musica popolare italiana. Inutile ricordare che il disco ha venduto oltre 2 milioni di copie :-)

Tutto questo perchè per me. la Verità deve andare avanti, sempre, oltre ogni cosa.


Grazie per avermi letto fino a qua.

P.S. ho deciso di togliere i link che erano stati messi sulla mia pagina FB semplicemente per una questione di principio.

sabato 14 aprile 2012

Vasco Rossi Spara a zero contro Baglioni e i suoi fans

SU http://www.facebook.com/vascorossi

E’ vero che, almeno in teoria, gli artisti non entrano mai realmente in competizione tra loro, per la semplice ragione che la creazione artistica, per definizione, è la risultante di un profondo e tumultuoso processo interiore, personale, sofferto, intimo, in grado quindi di generare, ogni volta, qualcosa di esclusivo e di unico nel suo genere: qualcosa di non confrontabile, logicamente.
E’ vero anche, infatti, che la competizione, gli artisti, la vivono più che altro nei confronti di loro stessi: nel tentativo di superarsi continuamente crescendo, cambiando, maturando… e tentando ogni volta di rinnovare (o addirittura di migliorare) gli ultimi livelli raggiunti.

Tra noi cantautori e cantanti italiani, in effetti, c’è una certo rapporto di familiarità: ci conosciamo tutti (almeno di vista), e siamo pure consapevoli di condividere in qualche modo un mestiere, uno stato sociale, un ruolo pubblico, un posto nell’immaginario collettivo… ed un certo successo, di solito.  Quindi possiamo sentirci abbastanza simili. E ci sentiamo certo più tranquilli uno di fronte all’altro, e forse anche più a nostro agio, senza quel senso di tensione e senza quell’atmosfera di eccitazione che abbiamo quando invece ci ritroviamo negli alberghi o per le strade circondati o inseguiti, o a volte addirittura proprio assaliti,  da ammiratori o da semplici curiosi sconosciuti… che sono spesso anche un po’ troppo… agitati.

 Questo però è l’aspetto superficiale, l’apparenza, quello che si può intravedere attraverso la nebbia di questo buonismo, oggi tanto diffuso nell’aria della nostra musica italiana, che dice: “Siamo tutti amici, siamo tutti buoni e ci vogliamo tutti bene!”.
Eh sì…!
Se si va a guardare oltre, invece, se si alza il velo del politicamente corretto, ci sono poi le simpatie varie e le emozioni vive, le empatie autentiche, ma anche le profonde divisioni, le antipatie istintive… ed infine le competizioni vere e proprie.

Eh… Cosa fai, allora, quando incontri un cantante che consideri un perfetto imbecille per le cose che canta? Quando ti trovi di fianco ad uno che, secondo te, dovrebbe andare a zappare la terra, piuttosto che continuare a frignare stupide canzoni che sono tutte la stessa lagna? Canzoni lagnose che non sopporti, ma non glielo puoi dire certo in faccia. Allora lo guardi solo negli occhi, ma in un certo modo provocatorio ed inequivocabile, aspettando (e sperando!) che abbia almeno una qualsiasi reazione visibile, che dica anche soltanto una parola, per poter scatenare una battaglia dialettica, per fargli qualche battuta cattiva ma sincera, qualche critica impietosa ma oggettiva. Quando incontri un Baglioni, insomma, che per te impersona… che per te è l’emblema… delle musichette da sala d’attesa… Con testi che non raggiungono neanche il livello dei peggiori discorsi sul più e sul meno, infarciti dei soliti luoghi comuni, come quelli che si fanno per ammazzare il tempo quando si sta in fila alle Poste o che fanno tra loro le signore dal parrucchiere durante una messa in piega…  Lo hai conosciuto agli inizi della sua carriera, quando sembrava la brutta copia di Battisti. Certo… “la tua maglietta fina”… in confronto alle “scarpette rosse”… “Passerotto non andare via”… rispetto a “Dieci ragazze per me”…! O “La mia canzone per Maria”, “La vita è adesso” in confronto a “Emozioni”… Eh, insomma! …Impallidivano un po’! Sarà forse per questo che lo hai preso subito in antipatia…

(Mi ricordo che il periodo in cui lui cantava “Passerotto non andar via”… io avevo diciannove anni e scorrazzavo con la mia Honda 750… senza nemmeno sognarmi di poter mai chiamare una donna in un modo così stupido e ridicolo).

 E cosa vuoi fare, dicevo, quando ti ritrovi seduto di fianco ad un tal Wolfang Amadeus Minghi ( il soprannome è mio) che sembra talmente soddisfatto di sé e delle sue canzoni tristi e lagnose…? Che poi, queste sue lagne, lui le fa sempre in tonalità minore… che ti fa scendere giù per le sue scale melodiche sempre di più e, alla fine della torturante atmosfera di triste malinconia, ti risolleva finalmente (anche perché più giù non poteva proprio più andare) con un compiaciuto e soddisfatto…. “La vita mia!” ….In MAGGIORE!! E nel momento in cui lo senti cantare quest’ultima egocentrica e superba frase, lo vedi anche alzare il viso ed assumere un’espressione da imperatore… Be’, allora può venirti proprio voglia di smontarlo un po’, di dirgli che la sua aria da fenomeno musicale e il suo modo di tirarsela ti fanno pena, che sono solo un triste squallore, il risultato di una presunzione eccessiva che ha perso ogni contatto con la realtà, quella vera. E sì… E alla fine glielo dici pure! E lui non fa una piega, resta sordo ed isolato nel suo mondo fatto di favole e di preghiere. Così tu ti allontani, e vai a sederti in mezzo ai Litfiba. Allora, magari, ti ritrovi di fianco a Pelu’… e lo osservi un attimo. E pensi che ancora non hai capito se canta per scherzo e fa del rock per caso, o se in fondo si diverte soltanto… per sesso! Certo non hai ancora capito nemmeno un suo testo. Tutti quegli ululati poco funzionali e tutte quelle gratuite distorsioni vocali continue, che sottomettono il significato delle parole al solo fine dello spettacolo e della recitazione, sono tanto lontani dalla tua concezione di “canzone” e di “musica rock” che finisce che uno come lui, poi… ti sembra un UFO.

 Poi ci sono quelli che non hanno niente da dire, quelli che non sanno comunicare, e poi anche quelli che ammiri e apprezzi. Solitamente finisci per star con questi ultimi, è naturale, è logico.

Ogni tanto può capitarti d’incontrare il giovane talento un po’ sbruffone che ti vuole sfidare, e quindi che devi un po’ “domare”, come Grignani, nei primi tempi. Ma c’è anche chi, come Zucchero, si mette a competere con te a suon di dischi pieni di splendide ed orecchiabili… e travolgenti musiche, complete di arrangiamenti davvero ben confezionati.  C’è sempre qualcuno che ti ritrovi regolarmente avanti nelle classifiche, e che raccoglie sempre un po’ più di pubblico di te nei concerti… e che vorresti strozzare!

Ad un certo punto, mi ricordo, arrivò pure il “Baglioni da stadio”, che regolarmente ti batteva negli incassi per un pelo. E volava sulle ali dell’affetto della gente mentre ….avesse avuto la tua reputazione!! Finché il divino Claudio commise un grave errore… 

 Amnesty international organizzava un festival rock coi miti internazionali. Io avevo offerto la mia disponibilità a partecipare, come rappresentante italiano, e la cosa pareva stesse andando in porto, quando Baglioni scese dal Cielo e offrì Sua disponibilità. Così Blasco Rossi , lo scomodo e imbarazzante personaggio, fu immediatamente messo da parte, per poi essere escluso: venne accolta invece a braccia aperte la notizia della Sua partecipazione. Stampa e critica italiane spalancarono subito le porte al beniamino delle italiche mamme, al punto di riferimento delle spose giovani e bianche, all’ottimo esempio per tutte le brave ragazze, al supporto nazionale per i discorsi sul tempo che si devono fare per forza durante l’attesa alle Poste o dal parrucchiere.
 Effettivamente, lui era la perfetta rappresentazione dell’ ideale del bravo ragazzo: pulito, bello e sano.  L’unico problema, pensavo io, era che lui che non c’entrava niente con i gruppi rock feroci come quelli di Springsteen ed altri. Ma lui, completamente in preda a se stesso, lui non c’ha mica pensato! E così, quando fece la sua apparizione su quel palco, venne massacrato da un pubblico che non lo riconosceva, che non lo voleva, che non lo stimava e che non lo apprezzava. Il pubblico si espresse a suon di lanci di bottiglie, di lattine e di insulti (cosa che a lui non era mai capitata); lui fu costretto a fuggire dal palco, e la cosa lo scioccò a tal punto che sparì per anni dalla circolazione. Povero lui, abituato da sempre a esibirsi solo davanti a persone che già lo adoravano per le sue canzoni; povero lui, che aveva sempre conosciuto soltanto l’esperienza di salire su un palco per accontentare e soddisfare un pubblico già conquistato, che già lo stava aspettando, a cui bastava anche solo vederlo da vicino per acclamarlo…
Da quella volta, non si esibì più dal vivo per oltre dieci anni. Ricominciò timidamente dal balcone di casa sua con un concerto per il suo vecchio cortile…! Poi ne fece uno su un camion, ed infine riprese il coraggio di riaffrontare il pubblico in un Palasport.
 Non posso dire di avere sofferto per lui. Anzi, parliamoci chiaro: fui contento che la sua arroganza e il suo delirio di onnipotenza fossero stati ridimensionati in quel modo.
 Io ne avevo presi, di schiaffi, nei miei primi anni di concerti...! Soprattutto in quelle centinaia di esibizioni che ho fatto in manifestazioni e fiere dove la gente non stava lì appositamente per me. E per me non era facile convincere, ogni sera, un pubblico che all’inizio si mostrava decisamente freddo e spesso addirittura ostile… per poi riuscire a farlo divertire e a farlo  emozionare. Per lunghi anni io ho ricevuto insulti e sarcastici commenti. Molti miei concerti sono stati delle guerre…
 E poi ero io il rappresentante più azzeccato per quel festival! Solo la mia reputazione di soggetto impresentabile, di personaggio fuori dalle regole, mi aveva fatto escludere.
Comunque io sarei sopravvissuto anche a questo, mentre Baglioni, intanto, era subito corso a nascondersi sotto il letto.
Già sapevo allora che, da quel momento in poi, non avrei avuto più rivali nei concerti dal vivo. Infatti, la mia esperienza e tutti gli anni di gavetta, su tutti i tipi di palco, di fronte ad ogni tipo di pubblico, mi fecero diventare presto una realtà unica nel panorama musicale italiano. Nessuno ha dovuto imparare quanto me a sedurre la gente mettendo l’anima nel comporre le canzoni e nel cantarle. E in quell’epoca nessuno era bravo come me, nel farlo: ero diventato “un incantatore di serpenti”!

NEGLI anni ‘90 lo spettacolo divenne sempre più coinvolgente e trascinante.
Le canzoni erano ormai penetrate nel cuore della gente, che finalmente le ascoltava senza pregiudizi, e che si commuoveva con me, gioiva con me, si esaltava con me. In pratica, la gente cominciava a riconoscere dentro di sé le stesse emozioni, le stesse delusioni, sofferenze ed esaltazioni che raccontavo io nelle mie canzoni. Stupefatti e consolati dal sentire un pazzo che, dal suo palco, confessava le proprie debolezze senza vergogna, che riconosceva i propri errori ed era capace di riderci sopra… le persone cominciavano a sentirsi meno sole nelle loro inconfessate sofferenze… E questo le faceva sentire più sicure, più tranquille …e più serene. Uno dei messaggi di fondo di tutte le mie canzoni è “Non siamo perfetti”: lo si deve accettare, riconoscere, ricordare, tenere presente… e quindi poi saper perdonare, lasciar correre! Dire anche “Chi se ne frega”. Siamo solo noi quelli che sbagliano e “buttano via la loro vita”, secondo voi, perché facciamo tardi la notte: ma andate a farvi fottere, voi e i vostri (pre)giudizi! Vogliamo una vita spericolata, e non rispettiamo più i vostri falsi valori. Per il momento ci stordiamo un po’, poi affronteremo il mondo e i suoi problemi. Siamo noi, siamo noi che dovremo andare avanti. Non accettiamo più lezioni da persone e da istituzioni che non possiamo più rispettare, perché le abbiamo viste troppe volte tradire, mentire e vendersi. E rubare…! Rubare anche il nostro futuro, fottendosene di noi.

 E poi… Tante emozioni… condivise all’unisono… attraverso canzoni che rievocavano amori, passioni, gioie e delusioni in modo semplice e spontaneo, senza la minima ombra di dubbio che non siano nate da sole, senza alcuna volontà di sedurre, compiacere o farsi ammirare…. Le mie canzoni…! Sempre più libere di essere come vogliono, come volevano allora e come vorranno sempre. La mia assidua ricerca stilistica della sintesi… che mi ha sempre portato a saltare volontariamente alcuni passaggi lasciando così all’immaginazione il compito di riempirli. E l’immaginazione è un mezzo che può raggiungere vette e profondità… insondabili.

Io, nella mia vita, mi sono sempre, continuamente e solamente, dedicato a questa straordinaria avventura del cantare… E sono ormai tranquillo, consapevole di non aver più niente da dimostrare o da perdere… E quindi sono sempre più sfrontato nell’azzardare, nello sperimentare, nel giocare e nel rischiare tutto, ogni volta.
Tanto che, ad un certo punto, ho pensato che la più grande trasgressione, dopo quelle degli anni ottanta, soprattutto per una Rockstar, fosse quella di costruire una famiglia, di abbandonare il comodo Stupido Hotel.

E se oggi riesco ancora a portare avanti un tale coinvolgente progetto e, contemporaneamente, a continuare l’avventura di VascoRossi, allora significa che sto vivendo (e, per ora, vincendo!) una bella sfida. La sfida più spericolata che esista in questa vita precaria moderna: il progetto famiglia, che mi è costato sacrifici enormi, ma mi ha fatto vivere un’esperienza straordinaria, e mi ha dato tante soddisfazioni. La nascita di un figlio mi ha regalato una nuova visione del mondo, e così io mi sono guadagnato un riposizionamento della mia esistenza su un piano molto più sano e realistico: non sono più un artista eccentrico e di successo al centro dell’universo, ma mi sono elevato fino a diventare un uomo come tanti, pronto a sacrificare la propria vita per quella di qualcun altro, per quella di un figlio, e senza alcuna paura o indecisione di sorta.

quanti lumaconi sono venuti fuori con questa prim parte di L'AltraAutobiografia che si sono soffermati su inutili particolari come i miei gusti musicali senza capire niente della storia...adesso vi pubblico anche la seconda parte e volgio proprio vedere chi legge in buona fede e chi vuol solo litigare giudicare e offendermi perchè racconto una storia fuori dai denti, vera reale e vissuta. benvenuti nello spietato e violento mondo del rock...

e se domani sui giornali leggerò solo il mio giudizio su Baglioni sarà l'ennesima dimostrazione di come ai giornali non interssi mai raccontare e divulgare informazioni serie su i fatti che succedono ma che il loro unico scopo è fare scoop estrapolando da una storia solo quello che a loro serve per fare scandalo. in tutta la prima parte della mia Altra Autobiografia hanno notato solamente quello che penso di Baglioni cantautore (non della persona stessa che reputo squisita) il particolare meno significativo e importante di tutta la storia. ma se pensano di alzare un polverone tra me e il divino Claudio hanno toppato perchè l'ho già chiamato e ci siamo già chiariti. lui pensa di me le stesse cose ma è molto più educato e non le dice. del resto so di essere considerato da molti in un modo non troppo benevolo...ho letto certi commenti su you tube!!!...ma io non mi preoccupo e vado avanti. c'è tanta gente ch mi vuole bene.

avrei potuto farne un libro..certo ma poi cosa facevo? ve lo vendevo?.... al diavolo non si vende...si regala!!!

per quelli interessati ai miei gusti musicali e ai polveroni tra me e Baglioni comunico che il Divino Claudio (che come persona considero squisita) l'ho già chiamato ci siamo già chiariti. anche lui ha le sue opinioni su di me ma è molto più educato e non le dice.

Strada Facendo in Piazza di Spagna nel 2009

http://video.repubblica.it/reporter/reporter-claudio-baglioni-a-trinita-dei-monti/92513/90907 si può vedere un video di Claudio Baglioni che canta Strada Facendo in piazza di Spagna a Roma nel 2009

giovedì 12 aprile 2012

Baglioni su Facebook 13 Dicembre 2010


13 dicembre
Claudio Baglioni

Qualche mattina fa
un cielo da lavarci la faccia e asciugarla in un sorriso.
Uscivo di casa
per andare a finire il lungo cammino
di questo tempo
e ammucchiare ricordi.
Così ritrovavo intorno
i viaggiatori di sempre
e amici di musica e vita
e pensavo a quante volte
c'eravamo fatti coraggio
e compagnia
sulle strade sconosciute,
misteriose e mai uguali,
dell'emozione.

venerdì 6 aprile 2012

Baglioni su Facebook 6 dicembre 2010


6 dicembre
Claudio Baglioni

Si parte.
Ancora una volta.
Per l'ultima volta di questa volta.
Bruciando l'attesa inesorabile e uguale di tutte le vigilie.
Sono pronto?
Ho fatto tutto quel che c'era da fare?
Da un certo punto in poi della vita
non dovrebbe esistere piu' la notte prima....
e la paura del cuore il futuro.

...L'unica che aveva senso era quella da bambino quando ti mettevi a lettoe la mattina dopo saresti partito,con tutta la famiglia e un bel pò di casa stivata chissà come nell'utilitaria,per le vacanze o anche per un solo giorno di sabbia e piccole corse a piedi di papera a pestare l'avantindietro dell'acqua.il cuore rideva nel petto e già ti sembrava di vedere oltre il dosso la striscia blu del mare

domenica 1 aprile 2012

l'invenzione del naso e altre storie

http://www.lospaziobianco.it/42164-invenzione-naso-altre-storie-baglioni-ripa-esempio-rodari

Molte lezioni si possono trarre da questo libro illustrato per bambini. La prima la suggerisce la curatrice Paola Massari nell’introduzione ed è banale quanto vera: sovente conservare le cose porta a qualcosa di buono. I tre racconti illustrati e i due componimenti (tipici temi assegnati a scuola) sono infatti stati scovati nei cassetti e altro non sono che fax (addirittura restaurati, chi si ricorda la carta chimica?) inviati da Claudio Baglioni al figlio Giovanni e conservati dalla madre (Paola, appunto). 
Speriamo sia superfluo spiegare chi sia Baglioni; di certo chi ne ha voluto e saputo apprezzare la carriera sa bene che, a dispetto del lugubre soprannome che accompagnò gli inizi della sua carriera (“Agoni”) negli ultimi dischi ma anche in svariate apparizioni televisive, lo stesso è capace di prendere le distanze dai temi tipici della sua poetica e immergersi in calembour e fantasiosi e allegri giri di immaginazione…
L’abile matita (e pennello per la colorazione) di Spartaco Ripa è stata messa al servizio di questo progetto e il risultato, nell’ambito della narrativa illustrata per bambini, risulta pienamente riuscito.

L’esperienza da illustratore e storyboardista del disegnatore, infatti, serve a coordinare i tempi e le immagini al servizio del soggetto di Baglioni. Molto bella la realizzazione grafica, con un segno lineare non morbido, figlio della migliore tradizione a fumetti italiana (Torti, Alessandrini per non andare troppo indietro nel tempo) ; meglio decisamente i colori all’acquerello dell’ultima storia e delle tavole che impreziosiscono i racconti finali rispetto alle prime storie, colorate al computer.

Sensibile, il gusto di Ripa, al lettore bambino, visto che la sua esperienza professionale è stata continuamente indirizzata alla narrativa per ragazzi: una scelta azzeccata sia come qualità di disegno che capacità di organizzare il racconto.
Spettacolare ed evocativa poi la copertina, primo risultato dell’incrocio di destini fra Ripa e la Massari, fondamentale motore per far partire poi l’operazione.

Spiega la stessa Massari nell’introduzione che queste storie sono creazioni di fantasia che Claudio inviava via fax da un suo “buen retiro” per cercare di riempire il vuoto creato dalla sua assenza; destinatario, come detto, Giovanni, oggi stimato maestro di chitarra di fama internazionale.

Dubito che Baglioni pensasse, in quei mesi di metà 1993, che questo intimo voler riconquistare e divertire il figlio undicenne sarebbe poi diventato un volume come quello che ho fra le mani. 
Di sicuro però posso affermare che funziona; che, alla prova empirica, gli strampalati e folli racconti dell’invenzione del naso o della scoperta dell’acqua calda sono decisamente efficaci. Il bambino si perde e si avvolge nei continui giochi di parole e ribaltamenti della narrazione che sono alla base di quasi tutte le storie che incuriosiscono e attirano i bimbi; Gianni Rodari (ma anche Aldo Palazzeschi, per la capacità di giocare con le parole) è meta inarrivabile di questo tipo di racconti e, seppur nella scarsa quantità presentata, pare che Baglioni non difetti neanche in questo campo.

Sarebbe interessante intrecciare alcuni estratti dai testi più particolari dell’autore per capire come la vena che anima questi racconti avesse già trovato sfogo in qualche canzone già pubblicata e come la sensibilità da figlio unico di Claudio Baglioni cercasse di conquistare quella del suo figlio unico [1] Giovanni, con continue soprese, scarti, capovolgimenti ma anche malinconie repentine [2] .

Suggeriamo di dare una chance a questo libro, lasciando per una volta tanto piccoli principi e principesse e famosi topi antropomorfi sullo scaffale (venderanno di sicuro lo stesso), premiando un piccolo progetto che ha il pregio di essere italiano e di essere stato realizzato con il cuore.

Abbiamo parlato di:
L’invenzione del naso e altre storie
Claudio Baglioni, Spartaco Ripa
Kowalski, 2011
123 pagine, cartonato, colori – 15,00€
ISBN: 8874968019