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mercoledì 30 aprile 2014

INTERVISTA BAGLIONI CORRIERE DELLA SERA VIVIMILANO DEL 30 APRILE 2014

http://vivimilano.corriere.it/concerti/faccia-faccia-claudio-baglioni_223144211058.shtml
Descrizione: ”Faccia a Faccia” esclusivo con Baglioni, riservato ai lettori che si saranno prenotati con il coupon pubblicato su ViviMilano in edicola il 30 aprile.

Un disco e due tour. In pochi mesi Claudio Baglioni, classe 1951, ha pubblicato il nuovo album «ConVoi» e si è messo on the road per due serie di concerti: il recital teatrale «DieciDita», un progetto che lo vede da solo sul palco, e il «ConVoiLive», il tour nei palazzetti che si chiude proprio a Milano, al Forum il 6 e il 7 maggio. Alla vigilia, lunedì 5, i lettori di «ViviMilano» hanno l’opportunità di incontrare Baglioni dal vivo, in esclusiva, in un «Faccia a faccia» nella Sala Buzzati del Corriere della Sera.
Per fortuna che pochi mesi fa avevi detto di aver pensato a uno stop definitivo per la tua carriera…
«Ci avevo pensato seriamente. Mi sembrava che tante cose fossero compiute e che andare avanti sarebbe stato in un certo senso una forma di accanimento terapeutico. Poi ci sono delle gratificazioni, come quelle che arrivano da questo “giro”, di cui non puoi non tenere conto e che ti fanno dire che vale la pena andare avanti».
Sottotitolo del tour: «Tutta un’altra musica». Che volevi dire?
«Che la musica torna al centro della scena. E infatti con me sul palco ci sono 13 polistrumentisti (2 batterie, 2 chitarre, basso, 3 tastiere, 5 vocalist ndr). Il finale di molti brani è legato all’intro di quello successivo come in un convoglio. Tutto è suonato dal vivo e molte canzoni sono presentate in modi diversi. Ci divertiamo noi per primi sul palco… Del resto in inglese, francese e tedesco, si usa la stessa parola per i temini suonare e giocare: play, jouer, spielen. Insomma, sentivo l’esigenza di novità: non solo un cambiare tanto per cambiare».
La scenografia evoca un cantiere in evoluzione e in un paio di momenti vi mettete pure il caschetto da muratore…
«Sono tornato nei palazzetti e nelle arene indoor dopo 8 anni. All’inizio ero perplesso non solo perché in quegli spazi il suono è difficile da gestire, ma perché fare un popshow o un rockshow mi sembrava ormai un qualcosa fuori dai tempi. Così ci è venuta l’idea di non avere un palco ma di farlo immaginare al pubblico. Poi c’è anche un legame con la musica che in fondo è un architettura senza edificio e di quel mondo usa anche la terminologia. E infine c’è un richiamo alla situazione del nostro Paese chiamato a scrollarsi la polvere di dosso. Un cantiere evoca qualcosa che deve salire».
Tre ore di concerto. Ci sarà tutto?
«Sarà un concerto antologico, ci sono i passaggi più riconosciuti dal pubblico ma anche sei brani dell’ultimo lavoro e delle canzoni che definirei meno convenzionali. L’intenzione è quella di attraversare la mia carriera: 45 anni se consideriamo il mio primo disco, 50 anni se partiamo dalla prima esibizione pubblica a un concorso per voci nuove a Centocelle nel 1964».
Ricordi di allora, di quella prima volta?
«Andai con un amico che cercavo di emulare. Era la festa del patrono, san Felice da Cantalice. C’è la parola canta… “nomen omen”… Da quel momento mio padre cominciò a crederci».
Tre ore sul palco (e 33 canzoni): come ti prepari fisicamente?
«Sul palco mi muovo molto: siamo quasi al confine con il recital, il musical o la rappresentazione teatrale, anche se parlo pochissimo. Nell’85, per la riapertura dello stadio Flaminio a Roma, feci un esperimento con l’Istituto di Medicina dello sport. Durante il concerto ero sotto controllo medico: nascosti dagli abiti avevo gli elettrodi per l’elettrocardiogramma e ogni 4-5 pezzi andavo dietro le quinte per soffiare in uno spirometro. Venne fuori che lo sforzo fisico per affrontare un concerto era paragonabile a quello di una mezza maratona. Quindi ci vuole una buona preparazione fisica. Col tempo poi si impara anche a mettere le canzoni in scaletta in un certo ordine, ma alla fine ho scoperto che l’adrenalina fa miracoli e ti inonda anche quando non sei in perfetta forma».
Poche parole in concerto, ma all’incontro coi lettori sarà il contrario: nudo, senza la musica a proteggerti…
«Mi fa piacere. Non vorrei che a un certo punto della mia vita la musica diventasse un cappotto. Questi incontri sono interessanti perché parli di musica, ma musica vista come quel legante che ti mette assieme ad altre persone. Il successo spesso viene misurato in termini di popolarità e con i numeri e i soldi… Ma da un certo punto in poi, eliminati gli aspetti del divismo, il successo è anche un segnale del motivo per cui vivi nel mondo e ti rapporti agli altri».
Cosa c’è dopo questo tour?
«Lo spettacolo di Milano dovrebbe essere l’ultima data ma proprio in questi giorni stiamo decidendo se ripartire ancora per questa che è un’avventura in divenire. Sto valutando l’incastro con i tempi e le scadenze di altri progetti. Sono in tour con una chitarra da viaggio e una chitarra silente, così posso suonare e lavorare anche di notte in albergo senza disturbare nessuno. Da qualche anno scrivo così in movimento. Sono tornato a quando ero studente, che giravo senza sosta attorno alla scrivania>.
Ci sono già nuove canzoni, quindi?
«In questi ultimi 4-5 anni ho preso tanti appunti, sia musicali sia letterari. Quindi sono andato a rivisitare questo grande magazzino di carta. Ho scritto tutto su un librone ufficiale con le pagine stampate col pentagramma e su foglietti volanti. Non avevo registrato nulla per non farmi influenzare dal fatto che una volta canti meglio di un’altra

CLAUDIO BAGLIONI: OSPITE DEL CORRIERE DELLA SERA IL 5 MAGGIO 2014

lunedì 5 maggio alle ore 18.00 Claudio Baglioni sarà ospite del Corriere della Sera presso la Sala Buzzati di Milano. L'incontro sarà in diretta streaming sul sito www.corriere.it




martedì 29 aprile 2014

INTERVISTA BAGLIONI MESSAGGERO DI ANCONA DEL 29 APRILE 2014


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=658658ANCONA - C'è chi dà importanza alle scenografie ad effetto e chi, invece, mette solo la musica in prima piano. Ecco, in tutto questo, Claudio Baglioni fa parte della seconda categoria. Di quelli che nella loro carriera hanno scritto canzoni per condividere emozioni ed immagini. Non per niente l'ultimo disco, con cui farà tappa al Palarossini di Ancona il 2 maggio (ore 21), si chiama "ConVoi". Un messaggio chiaro e limpido di condivisione. Convoilive tour, 33 tra i più grandi successi del pop d'autore italiano dagli anni '70 ad oggi, per tre ore di grande musica. «Il rapporto con il pubblico è fondamentale per me e per il senso che do allo spettacolo - dice il cantautore - tanto che questo disco ha un titolo così esplicativo, proprio perché è nato da lunghi dialoghi che ho intrattenuto con i miei fans sui social network».
Da cui, appunto, è nato "ConVoi", il primo disco di inediti dal 2003. Come mai questa lunga attesa?
«Perché ho sempre cercato di fare ciò che sento. I miei album di inediti sono usciti quasi con il contagocce. A molti anni di distanza l'uno dall'altro, contro ogni logica di mercato. Questo perché non ho mai pensato ai dischi come ad appuntamenti commerciali o, peggio, adempimenti contrattuali. Sono sempre entrato in sala di registrazione quando sentivo di avere qualcosa da dire e l'urgenza di dirla. Non a caso credo che "ConVoi" sia uno dei dischi migliori che ho fatto. Sicuramente il migliore degli ultimi 20».
Una canzone può ancora scaldare il cuore. Ma riesce a muovere le folle, come un tempo?
«Deve scaldare il cuore e anche commuovere, nel significato originale della parola: agitare, scuotere e anche turbare. Se non fa tutto questo, se passa senza lasciare il segno, allora non ha senso e non serve. Solo che, per poter far questo, deve anche avere l'attenzione che merita. Non so se una canzone può muovere le masse, ma so che la ricostruzione di un certo tessuto artistico non può essere un fatto individuale, ma deve essere un processo collettivo nel quale tutti sono chiamati a fare la propria parte, mettendo in gioco idee, valori, energie».
Come nasce una canzone di Claudio Baglioni?
«Non c'è un sistema o una formula, ma c'è un metodo. Diciamo che esistono due fasi: semina e raccolta. La semina può avvenire ovunque. Durante una passeggiata, un viaggio in auto, una lettura, un film, un incontro. Anche se il momento ideale è la notte, quando il rumore di fondo dell'esistenza si abbassa fin quasi a scomparire ed è più facile ascoltare e decifrare il suono del silenzio. Può sembrare strano, ma la musica nasce dal silenzio. E le melodie migliori sono quelle che valgono quanto un bel silenzio o, almeno, non ce lo fanno rimpiangere. La raccolta, invece, è un lavoro che richiede tempo, concentrazione e tanta, tanta disciplina».
Lei ha avuto modo di collaborare con tantissimi artisti. Ce n'è uno in particolare, con cui vorrebbe iniziare un percorso?
«Peter Gabriel è senz'altro una delle "teste" più interessanti che ho avuto l'occasione di incontrare e, se dovessi partire per una arrampicata non in solitaria, mi piacerebbe davvero che lui fosse uno dei compagni di cordata».
Ad Ancona c'è uno zoccolo duro dei suoi fan. Ha in mente qualcosa di particolare per il pubblico dorico?
«Un concerto come non se ne sentono più da tempo, con la musica che torna protagonista e riconquista il centro della scena. E' lei, infatti, la padrona di casa. Ed è anche l'effetto speciale più grande di uno show nel quale ogni cosa nasce per sottolinearne intensità, magia ed energia. Tre ore di musica senza interruzioni, con più di 30 brani che si fondono uno nell'altro» .
La data è organizzata dalla F&P Group con la Criluma Eventi. Biglietti in prevendita su CiaoTickets e ticketone e presso Criluma Viaggi, via Totti 2. Infoline 071.9945580.

Martedì 29 Aprile 2014 - 12:33
Ultimo aggiornamento: 12:35
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sabato 26 aprile 2014

CLAUDIO BAGLIONI SCRIVE PER IL CORRIERE ADRIATICO APRILE 2014

http://www.corriereadriatico.it/SPETTACOLI/amp_8203_amp_8203_claudio_baglioni_racconta_legame_ancona_palarossini_concerto_convoitour/notizie/650161.shtml
ANCONA - "C'è un filo rosso, lontano ma ricco di significato, che lega Ancona ai concerti di questo ConVoiTour: l'idea stessa della ricostruzione". Comincia così il ricordo che Claudio Baglioni ha affidato al Corriere Adriatico per presentare il concerto che si terrà venerdì 2 maggio al PalaRossini di Ancona.

E prosegue.

"Chi fosse curioso della storia delle origini della città, infatti, scoprirebbe che un gruppo di esuli dalla tirannide di Dionisio, navigando verso nord alla ricerca di un posto nel quale ricostruire la democrazia, lo trovò in un affascinante gomito di terra appoggiato sull'Adriatico. Lì gli esuli decisero di fermarsi per fondare una città che deve il suo nome proprio alla curiosa forma di quel tratto di costa: "ankòn", in greco antico significa, appunto, "gomito".
Da allora sono passati più quasi duemilaquattrocento anni e nessuno di noi, oggi, fugge per fortuna da una tirannia, ma il desiderio di una ricostruzione ideale e - perché no? - morale è avvertito lo stesso da tutti e tutti sentiamo che si tratta di qualcosa che non è più possibile rimandare".

"L'idea di questa ricostruzione - prosegue Baglioni - ideale e morale, quindi, è alla base dell'intero progetto "Con Voi" ed è anche lo spirito che anima il giro di concerti che venerdì 2 maggio mi porterà al PalaRossini. Perché "Con Voi"? Perché, se è vero che il cambiamento deve partire da ciascuno di noi, è ancora più vero che non può ridursi ad un fatto personale, né esaurirsi in qualcosa che rimane racchiuso dentro di noi. Da soli si può fare molto, ma insieme si può fare molto di più. Un po' come avviene nelle canzoni: una melodia e un testo, infatti, possono essere belli anche da soli, ma è solo quando si fondono, sommando bellezza a bellezza, che nascono canzoni senza tempo, che non smettono mai di emozionare e far riflettere. La ricostruzione della quale parlo somiglia, allora, a una di quelle canzoni: un'opera nella quale tutti sono chiamati a fare la propria parte, mettendo in gioco idee, valori, energie... in una parola: se stessi. Per questo il mio invito è quello di far parte di quel "Voi" "Con" il quale, giorno dopo giorno, quest'opera prende forma. Ed è questo il motivo per il quale ho voluto ambientare questi concerti non su un palco tradizionale, ma all'interno di un cantiere: uno spazio scenico in continua evoluzione, che solo nel finale si rivela simbolo di questa ricostruzione".

"Perché l'idea - scrive l'artista - è che la musica sia la scintilla che dà la scossa per scrollarci di dosso il peso morto del presente, ma anche l'energia di cui abbiamo bisogno per prendere il mare verso un domani che somigli un po' di più alla parte migliore di noi. Per questo nel ConVoiTour la musica torna protagonista e riconquista, prepotentemente, il centro della scena. E' lei, infatti, la padrona di casa ed è anche l'effetto speciale più sorprendente di uno spettacolo nel quale tutto - spazi di luce di taglio teatrale e cinematografico, piccoli gesti simbolici ed effetti scenici "analogici" - è pensato per sottolinearne intensità, magia ed energia. Tre ore di concerto senza interruzioni, con una scaletta di trentatré brani che si fondono uno nell'altro, eseguiti da un super-gruppo di tredici polistrumentisti, con arrangiamenti, sonorità e interpretazioni dall'anima molto più rock che pop. "Tutta un'altra musica!", ha scritto un writer su uno dei teli che rivestono il nostro cantiere. E' vero: l'ambizione è quella di dar vita ad un concerto come non se ne sentono più da tempo, nella consapevolezza che più presto la musica ritrova il posto che le spetta dentro di noi e più rapida e più fertile sarà la strada della ricostruzione. E questo per una ragione semplice, ma fondamentale: migliore la musica, migliori noi".

"E anche il futuro - chiude Baglioni - ancora di più che una canzone, è un viaggio da progettare e realizzare insieme. Esattamente come accade in mare, dove c'è bisogno dell'opera costante, intensa e appassionata di tutti, dal momento che la traversata verso il tempo nuovo è sempre una traversata per marinai coraggiosi".

PalaRossini pronto ad ospitarlo
Dopo un'impressionante serie di sold out, il 2 maggio approda finalmente anche al PalaRossini di Ancona, il concerto che - sin dalle prime date - si è imposto come l'evento musicale 2014: il ConVoiLive Tour di Claudio Baglioni. 33 tra i più grandi successi del pop d'autore italiano dagli anni '70 ad oggi, per tre ore di grande musica senza interruzioni, prodotte da un supergruppo di 13 straordinari polistrumentisti.
Ambientato in uno spazio-scenico sorprendente - il "cantiere" di una ideale città in costruzione - che, scena dopo scena, cresce cambiando identità, questo COnVoiLive ribalta le tendenze degli ultimi anni riportando, prepotentemente, la musica al centro della scena. Tutta un'altra musica nella riscoperta di sonorità ed effetti spettacolari "analogici". Con il contributo di linguaggi e ritmi fortemente innovativi.
La data anconetana è organizzata dalla F&P Group in collaborazione con la Criluma Eventi.
Per assistere al concerto di Ancona è possibile acquistare i biglietti in prevendita sul circuito CiaoTickets, sul circuito ticketone www.ticketone.it e presso i punti vendita abituali e presso la Criluma Viaggi, Via S. Totti 2 - Ancona. Infoline 071.9945580.
Il tour di Baglioni dopo Ancona farà tappa il 3 al 105 Stadium di Rimini, il 4 al PalaCreditodiRomagna di Forlì e il 6 e 7 al Mediolanum Forum di Milano. Intanto continua a rimanere in classifica l’album “Con Voi” pubblicato ad ottobre.
Giovedì 24 Aprile 2014

venerdì 25 aprile 2014

CLAUDIO BAGLIONI LIVE A CAMPIONE D'ITALIA IL 10 MAGGIO 2014

http://www.ciaocomo.it/notizie-como/cultura-e-spettacoli-mainmenu-41/musica-mainmenu-54/33308-claudio-baglioni-a-campione-ditalia.html
CLAUDIO BAGLIONI A CAMPIONE D’ITALIA
 Sabato 10 maggio 2014   “CLAUDIO BAGLIONI” al Salone delle Feste del Casinò Municipale di Campione d’Italia.

CLAUDIO BAGLIONI al pianoforte, in un abbraccio emozionante ed unico con il pubblico,  proporrà le canzoni più belle del suo repertorio, in un susseguirsi di successi.
In oltre quarant’anni di carriera Claudio Baglioni ha costellato l’universo musicale di canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana e ha rappresentato un denominatore comune per diverse generazioni
Poesia in musica sarà la protagonista assoluta di un concerto singolare ed intimo !
Inizio concerto ore 21.00.
Biglietti a Frs.40.-- /€ 30,00 –Per informazioni e prenotazioni:

Azienda Turistica di Campione d’Italia – Tel. 0041 91 649 50 51 www.campioneitalia.com

CALENDARIO CONVOITOUR DI CLAUDIO BAGLIONI ULTIME DATE

VENERDÌ
02
MAGGIO 2014

CLAUDIO BAGLIONI
CONVOITOUR
PALA ROSSINI
ANCONA (AN)
ORE
21:00

SABATO
03
MAGGIO 2014

CLAUDIO BAGLIONI
CONVOITOUR
105 STADIUM
RIMINI (RN)
ORE
21:00

DOMENICA
04
MAGGIO 2014

CLAUDIO BAGLIONI
CONVOITOUR
PALA CREDITO DI ROMAGNA
FORLÌ (FC)
ORE
21:00

MARTEDÌ
06
MAGGIO 2014

CLAUDIO BAGLIONI
CONVOITOUR
MEDIOLANUM FORUM
ASSAGO (MI)
ORE
21:00

MERCOLEDÌ
07
MAGGIO 2014

CLAUDIO BAGLIONI
CONVOITOUR
MEDIOLANUM FORUM
ASSAGO (MI)
ORE
21:00

martedì 22 aprile 2014

RECENSIONE CONCERTO BAGLIONI CONVOITOUR MONTICHIARI

http://www.giornaledibrescia.it/cultura-e-spettacoli/il-muratore-baglioni-costruisce-una-super-festa-1.1854568
il palcoscenico a mo’ di città in costruzione, ieri sera al Palageorge di Montichiari, è non solo l’apertura del concerto di Claudio Baglioni, in scena nell’ambito del «ConVoiTour» davanti ad oltre tremila persone, ma anche un nuovo modo per stupire tre generazioni di fan pronti a godersi una lunga scaletta mozzafiato di pezzi storici e mai dimenticati.
Appare in gran forma, Baglioni, che sceglie un inizio soft con «Notte di note, note di notte», seguita da «E tu come stai?», brano che comincia a scaldare il pubblico, e «Dagli il via». La prima novità riguarda l’arrangiamento dei pezzi, che si scrollano di dosso il vecchio abito musicale, quello che li ha accompagnati per decenni, lasciando spazio a sonorità rock, interpretate tuttavia con garbo, senza strappi.
Sfilano pure canzoni più recenti, come «Dieci dita», «È noi due là», «In un’altra vita», «Una storia vera»... Gradevoli, pur se non della stessa pasta di quelle che hanno fatto epoca. Arriva «Poster», in acustico, con le vocalist ed una veste inedita. Convincono la ritmica di «Amore bello» e il mix tra grinta e delicatezza di «Io me ne andrei», brani che varrebbero da soli il prezzo del biglietto.
L’artista romano ha ancora colpi in canna, con le gemme che possono essere cantate dagli spettatori di ogni età: «Quanto ti voglio», «E tu», «Porta Portese», «Avrai», «W l’Inghilterra», «Questo piccolo grande amore», «Strada facendo» (... «arriverai a Chiari», recita uno striscione simpaticamente esposto)..., in attesa della chiusura con la canzone che dà il titolo al tour.
riproduzione riservata © www.giornaledibrescia.it

http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/707735_baglioni_la_vita__sempre_adesso/
Si dice che la vita vera inizi solo una volta superata la quarantina. Osservando Claudio Baglioni esibirsi sul palco del Palageorge di Montichiari verrebbe da correggere il detto e posticiparlo di almeno una ventina d'anni.
Come un pregiato vino d'annata, (la citazione enologica è d'obbligo, viste le eccellenze bresciane nel settore) il cantautore romano, 63 primavere il prossimo 16 maggio, sembra infatti migliorare con il passare del tempo.
Basta snocciolare un paio di dati per riuscire a comprendere lo stato di grazia attraversato da un artista capace di incantare intere generazioni di appassionati: 3 ore di concerto, con oltre 30 canzoni divise fra successi storici e novità dell'ultimo album «Con Voi» da cui il tour trae il proprio nome, sostenute da un nutrito gruppo di 13 polistrumentisti, tra cui brillano Paolo Gianolio, Mario Guarini, Roberto Pagani, Elio Rivagli e Pio Spiriti, già presenti in passate esibizioni dal vivo.
Il lungo volo di Baglioni sul suolo nazionale, spiccato da Rieti il 27 febbraio, ha toccato, diverse città italiane, riscuotendo unanime consenso di pubblico e critica, e si accinge ora a planare verso la propria fase conclusiva, il cui fulcro sarà rappresentato dalla serata al Mediolanum Forum di Milano, il 6 maggio.
PER COMPRENDERE a pieno il significato del «ConVoiLive Tour» è però necessario contestualizzarlo in maniera debita: si tratta infatti della seconda parte di un ambizioso progetto iniziato lo scorso Natale con la rappresentazione teatrale «Diecidita», in cui Baglioni si è calato nei panni dell'autore, dell'interprete e del narratore, condendo la propria performance con un accompagnamento al pianoforte ed alla chitarra.
Ulteriori dimostrazioni di un eclettismo artistico e culturale che sembra aver trovato la propria definitiva consacrazione. A far da cornice all'esibizione del Palageorge il cantiere di un'ideale città, in grado di evolversi e progredire parallelamente all'esecuzione dei vari brani, assurgendo ad allegoria della crescita e della ricostruzione, di cui la musica è scintilla vitale.
Un processo in cui nessuno deve essere escluso, ma dove tutti sono chiamati a contribuire in maniera attiva: è solo questa la via percorribile per rendere realmente concreta la pregnanza dello striscione «Tutta un'altra musica» che campeggia in primo piano, perno attorno al quale tutto ruota.
Insomma, è un Baglioni in splendida forma quello che alimenta le suggestioni della nutrita e variegata folla monteclarense, stimata attorno alle 3000 unità.
UN PUBBLICO plaudente e «cantante», catturato dall'ipnotica personalità del cantautore (presentatosi sulla scena con un perfetto travestimento da operaio semplice), appassionatamente trascinato, sin da subito, con pezzi celeberrimi quali «E tu come stai?» o «Dagli il via» e quindi con una costante scalata che trova il proprio naturale apogeo in «Questo piccolo grande amore»: il sempiterno emblema di una carriera che da più di 40 anni non smette di regalare emozioni.
Con la convinzione, nemmeno troppo celata, che il meglio debba ancora venire: d'altronde non è lui stesso a cantare che «la vita è adesso»?

Jacopo Manessi

sabato 19 aprile 2014

NO BAGLIONI AD AMICI DI MARIA DE FILIPPI

http://www.optimaitalia.com/blog/2014/04/17/claudio-baglioni-ad-amici-di-maria-de-filippi-false-anticipazioni-sul-4-serale/146850
Claudio Baglioni ad Amici di Maria De Filippi, ospite del serale della quarta puntata della 13esima edizione: questo è ciò che emerso in rete lunedì scorso, dopo la registrazione della puntata in onda su canale 5 sabato 19 aprile.
La voce è risultata strana all’orecchio di molti ma se a svelarlo sono i presenti non si può che ascoltarla.

Marco Mengoni, Emma Marrone e Claudio Baglioni sono stati annunciati sul web come gli ospiti musicali del serale numero 4 e addirittura si dava per certo il duetto tra Baglioni e Deborah, cantante della squadra bianca, guidata dal rapper Moreno Donadoni.

La voce si è rivelata assolutamente falsa e a mettere il punto finale alla questione ci ha pensato l’ufficio stampa dell’artista, attraverso una nota che smentisce la partecipazione di Baglioni ad Amici 13.

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Anticipazioni ed eliminati 4° serale di Amici di Maria De Filippi in TV il 19 aprile


Emma Marrone ospite del 4° serale di Amici di Maria De Filippi

L’artista è tuttora impegnato nel suo progetto live, il CONVOI Tour, che si concluderà il prossimo 7 maggio a Milano.

Si legge, e per questo motivo impossibilitato alla partecipazione alla puntata del serale di Amici 13 in onda sabato 19 aprile e registrata a Roma lunedì scorso.
Non vedremo quindi Claudio Baglioni: poco ma sicuro.

La motivazione della diffusione di una simile falsità non è nota. Prima di questo momento le anticipazioni della rete si sono sempre rivelate veritiere.
A proposito del terzo artista musicale chiamato a duettare con i ragazzi di Amici 13, escluso Claudio Baglioni inzia a circolare il nome di Placido Domingo, chiamato a duettare con Nick sulla canzone Besame mucho.

A questo punto è lecito però dubitare e non darlo per certo. C’è un precedente: a smentire una voce del web, data per sicura vista la provenienza, è sceso in campo un ufficio stampa costretto a mettere a tacere le falsità emerse in rete.
Il serale di Amici sarà registrato ancora per 4 o 5 puntate. Possiamo fidarci delle anticipazioni del web?
Speriamo che quello di Baglioni sia un caso isolato.  :)

venerdì 18 aprile 2014

CLAUDIO BAGLIONI SCRIVE PER IL GIORNALE DI BRESCIA APRILE 2014

http://www.giornaledibrescia.it/cultura-e-spettacoli/baglioni-scrive-al-gdb-ricostruire-con-voi-1.1847991
La musica scintilla ed energia di quella ricostruzione ideale e - perché no? - morale della quale tutti avvertiamo un gran bisogno e sentiamo che non è più possibile rimandare. È questo il senso autentico del progetto «Con Voi» ed è anche lo spirito che anima il giro di concerti che venerdì 18 mi porterà al PalaGeorge di Montichiari.
Una provocazione? Niente affatto. Anzi. Una dichiarazione di intenti e, se volete, un appello. La dichiarazione che questa ricostruzione si può fare solamente «Con Voi». Perché, se è vero che il cambiamento deve partire da noi stessi, è ancora più vero che non può ridursi ad un fatto personale, esaurirsi in qualcosa che resta chiuso dentro di noi. Da soli si può fare molto - certo, ma insieme si può fare molto di più. Ce lo insegnano le canzoni. Una melodia e un testo possono essere belli anche separatamente, ma è solo quando si fondono, per regalarsi e moltiplicare la bellezza, che nascono quelle canzoni senza tempo, che non smettono mai di emozionare, far sognare e anche far riflettere. La ricostruzione somiglia, allora, a una canzone: un’opera nella quale tutti sono chiamati a fare la propria parte, mettendo in gioco idee, valori, energie... in una parola: se stessi.
L’appello, dunque, è quello di salire a bordo per essere parte di quel «Voi» «Con» il quale dare vita a quest’opera. Ed è esattamente questo il motivo per il quale ho voluto ambientare questi concerti non su un palco tradizionale, ma all’interno di un cantiere: uno spazio scenico in continua evoluzione, che solo nel finale si rivela simbolo di questa ricostruzione. L’idea, infatti, è che il vento della musica spazzi via le nubi dell’asfissiante apatia di questo presente e ci aiuti a immaginare e costruire un futuro che somigli un po’ di più alla parte migliore di ciascuno di noi.
Per questo nel ConVoiTour la musica torna protagonista e riconquista, prepotentemente, il centro della scena. È lei, infatti, la padrona di casa ed è anche l’effetto speciale più sorprendente di uno spettacolo nel quale spazi di luce di taglio teatrale e cinematografico, piccoli gesti simbolici ed effetti scenici «analogici» nascono per sottolinearne intensità, magia ed energia. Tre ore di concerto senza interruzioni, con una scaletta di trentatré brani che si fondono uno nell’altro, eseguiti da un super-gruppo di tredici polistrumentisti, con arrangiamenti, sonorità e interpretazioni dall’anima molto più rock che pop. «Tutta un’altra musica!» ha scritto un writer su uno dei teli che rivestono il nostro cantiere. È vero: l’ambizione è quella di dar vita ad un concerto come non se ne sentono più da tempo, nella consapevolezza che più presto la musica ritrova il posto che le spetta dentro di noi e più rapida e più fertile sarà la strada della ricostruzione. E questo per una ragione semplice, ma fondamentale: migliore la musica, migliori noi.
Più ancora che una bella canzone, poi, il futuro è una città da progettare e costruire insieme. Con una nuova, intensa e appassionata operosità, dal momento che si tratta certamente di un’opera per operai coraggiosi.
Claudio Baglioni

RECENSIONE DEL CONVOITOUR DI CLAUDIO BAGLIONI VARESE

http://www3.varesenews.it/varese/claudio-baglioni-al-palazzetto-raccontateci-le-vostre-emozioni-286972.html
Varese -
Ci sono tre generazioni in coda per vedere Baglioni. Dai giovani che hanno appena imparato ad accordare la chitarra sulle note di Questo piccolo grande amore. Ai loro genitori che ascoltavano gli stessi brani quando erano ragazzi. E che ancora oggi li fanno girare sul giradischi, quando sono in cerca di romantiche emozioni. L’emozione si può toccare tanto è forte. C’è chi porta un vecchio vinile, con la firma dello stesso cantautore collezionata anni prima. Chi si è messo una maglietta a tema. E chi ha uno striscione con la scritta «sei il mio piccolo grande amore».
Accendini, come si usava un tempo, prendono il posto dei cellulari. Sembra che tutti, andando ad ascoltare Baglioni, vogliano tornare indietro, a qualcosa che si è perso ma che è sempre attuale.
Il concerto sarà coinvolgente e appassionante. Il pubblico, entusiasta, in piedi, canterà, dall’inizio alla fine, i pezzi in scaletta. Quelle di Baglioni sono melodie immortali non smettono di appassionare generazioni di fan. I testi hanno un’energia antica e nuova, composti su arrangiamenti che rivelano un’anima più rock che pop.
E un sound ricco e potente di una band che non si concede e non concede un solo istante di tregua alla fabbrica delle emozioni. A. Mor.

giovedì 17 aprile 2014

RECENSIONE DEL CONVOITOUR DI CLAUDIO BAGLIONI GENOVA

http://www.wakeupnews.eu/baglioni-genova-noi-appannato/
Genova – Claudio Baglioni ha affascinato anche il pubblico genovese con la sua tappa ligure del CoVoiLive Tour 2014. Il 105 Stadium di Genova Fiumara era gremito in ogni ordine e i fan hanno entusiasticamente seguito ogni brano, accompagnando con la loro voce quella di Baglioni: una sera con luci e ombre, però, perché il tempo che passa si fa sentire anche su una delle voci storiche della musica italiana.

TRE ORE… CON LUI – Il concerto ha seguito lo standard di Baglioni: tre ore circa di intensa musica, ripercorrendo un repertorio che appassiona e smuove i sentimenti, toccando corde emotive comuni a tutti forse più con i brani meno noti che con i mainstream. Se tutti cantano Questo piccolo grande amore come un grande coro collettivo, Dagli il via e Acqua dalla luna hanno chiesto ai presenti altrettanto impegno e forse dirà ai posteri qualcosa in più sul cantautore romano che non le canzoni d’amore.

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Claudio Baglioni sul palco: applaudito ma un po’ affaticato (repubblica.it)
NUOVE CANZONI, VECCHI CAPOLAVORI – Il tour giunge come nuovo momento del biennale progetto “Con voi”, con il quale Baglioni è tornato a proporre canzoni nuove ai suoi fan, producendo un nuovo album di inediti.
A sorprendere nella scaletta è stata proprio la scarsa presenza di questi nuovi brani, tutti racchiusi in una sorta di parentesi a metà concerto, con l’unica eccezione del brano principale, Con voi, che ha chiuso la serata.
L’ultima opera di Baglioni ha lasciato un segno leggero anche nei cuori dei fan: le quattro canzoni tratte da Con voi sono state le meno partecipate da parte di un pubblico che, invece, ha cantato quasi ininterrottamente per tutto il concerto e nell’ultima ora non è riuscito nemmeno a restare seduto, invadendo gli spazi più vicini al palco. L’entusiasmo, quando suona Baglioni, è sempre alto e unisce le fresche adolescenti con la neopensionate che lo seguono dagli anni ’70, passando per la generazione di mezzo dei trentenni innamorati della sua musica anni ’90.

CONVOILIVE TOUR – Baglioni è in giro per l’Italia già da febbraio, quando ha aperto a Rieti questo viaggio per i palasport; i concerti sono stati tutti dei successi dal punto di vista delle vendite e gli appassionati hanno sempre lasciato commenti entusiastici sulle performance del cantautore romano.
Il concerto, che segue una struttura classica, è privo di una narrazione centrale, come invece spesso era accaduto in passato: poche parole da Baglioni, impegnato da una scaletta densissima e priva di pause, a ritmi pressoché insostenibile per qualsiasi altro cantautore italiano. Il palco rimanda ai lavori in corso: strutture in metallo a vista, i caschetti bianchi come simbolo del tour stesso, per Baglioni questo è tornare sulla strada.
La fatica sembra farsi sentire e a fine serata rimane qualcosa in sospeso, come una sensazione di incompiuto: la stessa che ha lasciato l’album Con voi, in fin dei conti, segno che forse un’era sta finendo. Con grande rammarico di chi ha amato questo grandissimo artista.

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Baglioni e Convoilive tour 2014: musica e spettacolo (lastampa.it)
UNO STRANO BILANCIO – Tracciare un bilancio a fine serata è comunque difficile: se il Baglioni sul palco era un po’ appannato, probabilmente stanco per il lungo cammino, e se la sua voce era potente ma un po’ trattenuta – gli arrangiamenti erano quasi tutti rivisti al ribasso, mentre ampio spazio è stato dato ai coristi – è comunque vero che il pubblico si è lasciato trascinare dalla grandissima musica suonata sul palco. Non è stato il miglior Baglioni di sempre, certo, ma quando porti un parco di canzoni che spazia da La vita è adesso a E tu come stai?, passando per Io sono qui e Strada facendo, puoi permetterti di tenere un po’ più bassa la voce, sbagliare una strofa o dialogare meno con il pubblico: la folla ti seguirà comunque perché stai scandendo la storia della musica leggera italiana di questi ultimi quarant’anni. Certo, se l’arrangiamento più brillante della serata risulta essere la nuova – divertente e splendida – versione di Viva l’Inghilterra, qualcosa è andato storto.

SCALETTA – Ecco allora la scaletta del concerto di ieri sera.

Notte di Note, Note di Notte
E tu come stai
Dagli il via
Acqua dalla luna
Con tutto l’amore che posso
Domani Mai
Quante volte
Sono io
Le Vie dei Colori
Poster
Amore bello
Io me ne andrei
Un nuovo giorno o un giorno nuovo
Gagarin
Dieci Dita
E noi due là
In un’altra vita
Una Storia Vera
Cuore di Aliante
Noi no
Quanto ti voglio
E tu
Porta Portese
Avrai
Io sono qui
Mille giorni di te e di me
Viva l’Inghilterra
E Adesso la Pubblicità
Questo Piccolo Grande Amore
Strada facendo
La Vita è Adesso
Via
Con Voi

Andrea Bosio

mercoledì 16 aprile 2014

CLAUDIO BAGLIONI SCRIVE PER IL QUOTIDIANO IL TIRRENO APRILE 2014

http://iltirreno.gelocal.it/regione/2014/04/10/news/il-vento-della-musica-ci-fa-prendere-il-largo-1.9023008
CLAUDIO BAGLIONI. Nessuna strada è come il mare. Non mi riferisco solo al fascino (senza eguali) o al mistero (che da millenni continua a rapire l'uomo), né al fatto che niente altro sulla terra trasmetta, come lui, l'idea dell'infinito. Mi riferisco al fatto che il mare è l'unica strada al mondo che non ha fine e che porta chiunque ovunque. Imboccandola si può arrivare dappertutto; conoscere tutto e tutti. E Livorno il mare non ce l'ha davanti: ce l'ha dentro. Una città nata sul mare e per il mare, il cui porto - per molto tempo porto franco - l'ha resa casa di incontri straordinari. Voi, che la conoscete molto meglio di me, lo sapete molto più di me.
Eppure - oltre a un'Accademia che insegna il mare e che il mondo ci invidia, o al Mercatino americano, il cui spirito ricorda un po' una Porta Portese a stelle e strisce - una delle cose che mi ha sempre affascinato di questa città è il fatto che i segni di questi incontri straordinari siano, ancora oggi, visibili ovunque: ville, palazzi, chiese, cimiteri legati ai nomi delle grandi comunità straniere che hanno reso Livorno la città cosmopolita che è. E i cantieri, ovviamente, dove l'uomo ha imparato a mettere sella e briglie al mare, per cavalcarlo ben oltre la linea curva dell'orizzonte. E un cantiere l'abbiamo aperto anche noi, per varare un vascello a bordo del quale fare rotta verso un futuro che somigli un po' di più alla parte migliore di noi. Per questo i concerti del ConVoiTour non sono ambientati su un palco tradizionale, ma, appunto, al centro di un cantiere. Un cantiere nel quale si costruiscono navi particolari: scafi d'armonia e vele di melodia, che prendono il largo gonfiandosi al vento della musica. Non il solito palco, dunque, ma uno spazio scenico che cambia, evolvendo continuamente, e che solo nel finale si rivela simbolo di quella ricostruzione ideale e morale della quale tutti sentiamo un gran bisogno e che non è più possibile rimandare.
L'idea è che la musica si faccia scintilla e ci dia la scossa per liberarci dall'asfissiante apatia di questo presente, per trasformarsi, subito dopo, nell'energia necessaria a prendere il largo. Per questo nel ConVoiTour la musica torna protagonista e riconquista, prepotentemente, il centro della scena. E' lei la padrona di casa. Ed è lei l'effetto speciale più grande di uno show nel quale ogni cosa - luci di taglio teatrale e cinematografico, piccoli gesti simbolici ed effetti scenici "analogici" - nasce per sottolinearne intensità, magia ed energia.
Tre ore di concerto senza interruzioni, con una scaletta di 33 brani che si fondono uno nell'altro, eseguiti da un super-gruppo di tredici polistrumentisti, con arrangiamenti, sonorità e interpretazioni dall'anima molto più rock che pop. "Tutta un'altra musica!", ha scritto un writer su uno dei teli che abbiamo scelto per rivestire il nostro cantiere.
E' vero: siamo qui per dar vita ad un concerto come non se ne sentono da tempo, consapevoli che la musica deve ritrovare il posto che le spetta dentro di noi, perché: migliore lei, migliori noi. Ed è bello che, per una sera almeno, il cantiere di ConVoi si affianchi a quelli di una città che il mare l'ha domato. Perché la ricostruzione, come la navigazione, non può essere un fatto individuale, ma un'esperienza collettiva, nella quale ognuno è chiamato a fare la propria parte, mettendo in gioco idee, valori, esperienze, energie... in una parola: se stesso. Esattamente come accade in mare, infatti, il futuro è una rotta che va disegnata e seguita insieme, perché è una traversata per marinai coraggiosi.

martedì 15 aprile 2014

Claudio baglioni ospite di amici 19 aprile alle 21 su canale 5

Claudio baglioni sarà ospite di amici de filippi sabato 19 aprile alle 21 su canale 5 la puntata è stata registrata
http://www.corriereweb.net/amici
Ecco tutte le anticipazioni sul serale di Amici di Maria De Filippi di sabato 19 aprile, per gli amanti dello spoiler. Chi non vuole sapere chi sono stati gli eliminati si fermi qui. Gli ospiti speciali del serale di Amici sono Pharrel Williams, Emma Marrone, Marco Mengoni, Claudio Baglioni. Il quarto giudice è Stefano Accorsi. Le eliminazioni di ieri portano in pareggio squadra blu e squadra bianca, Miguel Bosè e Moreno Donadoni.

Anticipazioni Amici di Maria De Filippi - Ieri pomeriggio è stata registrata una nuova puntata del serale di Amici 13. Vi diciamo subito che sono stati eliminati a sorpresa i Carboidrati, da tutti considerati tra i favoriti per la vittoria finale, insieme a Oscar. Hanno pareggiato questa volta squadra blu e squadra bianca. E quindi sabato 19 aprile Moreno e Miguel dovranno rinunciare a un talento l'uno. Moreno Donadoni perde i Carboidrati. Miguel Bosè Oscar. L'ospite internazionale è attesissimo dato che sarà Pharrel Williams, il re della musica nell'ultimo anno, che porterà Happy anche in Italia. Accanto a lui ci saranno anche dei super ospiti italiani, tradizionali amici di Maria De Filippi. Ci sarà Emma Marrone, ma anche Claudio Baglioni e Marco Mengoni. Due vincitori del festival di Sanremo in una sola serata, più Pharrel Williams. La De FIlippi vuole risollevare gli ascolti. Pharrel Williams duetterà con Giada, Marco Mengoni con Alessio, Claudio Baglioni con Deborah. Il quarto giudice è l'attore Stefano Accorsi, che si espone molto di più di Robert De Niro.

Le prime anticipazioni - Sabato 19 aprile ad Amici di Maria De Filippi si esibirà Emma Marrone. Anche questa volta la cantante ha accettato la richiesta d'aiuto della De Filippi, che ogni anno la chiama per trascinare la nuova edizione. Lo scorso anno l'aveva voluta coach, ed Emma aveva condotto alla vittoria Moreno Donadoni, permettendo al rap di trionfare in un programma televisivo come questo. Ora Emma torna ma solo per un duetto. E forse anche per chiarirsi con Moreno. Il giovane cantante ha presentato il suo nuovo album "L'Incredibile",dove non c'è una collaborazione con Emma. Secondo Moreno non sarebbe stata incredibile, ma scontata. Un altro segnale del difficile rapporto tra i due sono le foto di Moreno con Belen Rodriguez e Stefano De Martino. Per promuoversi Moreno ha pubblicato sulla sua pagina di Facebook i selfie con i due 'nemici' di Emma, che di certo non l'avrà presa bene. Sabato capiremo se si tratta di voci senza fondamento...

venerdì 11 aprile 2014

EMOZIONI DAL CONVOITOUR DI CLAUDIO BAGLIONI

http://www.tergestum.it/2014/04/07/claudio-baglioni-e-la-salute-dellanima/
Capita spesso che nella vita si perda la strada da seguire, che le angosce, le paure e le difficoltà prendano il sopravvento, che la confusione regni sovrana e che non sappiamo più che pesci pigliare. Il futuro è incerto, il passato rinchiuso nei dolci ricordi infantili ha perso quella energia propulsiva che ci faceva andare avanti con forza, il presente appare sfuocato, senza senso e non sappiamo più chi siamo.

In questo caso ci vuole una cura: il concerto di Claudio Baglioni.

A Pordenone, sabato,  si respirava un’atmosfera di gioiosa e calma estasi anche nella lunga coda all’ingresso del Forum. Volti felici e scambi di sorrisi emozionati, di parole che  raccontano del viaggio di ognuno, storie dell’incontro di una, due o innumerevoli volte con il massimo cantore delle emozioni umane.    Dalle nostre interviste agli accodati, emerge che Claudio è considerato una divinità greca, un mago naturale, l’incarnazione della perfetta amicizia, fratellanza e amore.

Ciò che lo distingue però da un imbonitore che per una questione di marketing da al proprio pubblico ciò di cui ha bisogno, è il fatto che quando ha inizio o meglio nasce il suo concerto, lui si precipita giù dall’Empireo dove tutti lo collocano e sbatte con forza per terra la realtà della condizione umana con dei boati di basso e di batteria che sembrano un temporale terreno. Le persone si sentono travolte dall’impeto di una burrasca che simboleggia la fragile condizione umana. Ma Baglioni, con la sua dolce, forte, determinata e rassicurante voce, si prostra con fatica a dare ad ognuno un braccio per tirarlo in salvo, e per lenire le sofferenze della vita, accarezzandolo poi con suoni melodici che intessono le trame armoniche della Vera Bellezza.

E, la Bellezza, ha in sé un potere terapeutico inaudito. Come per magia, Baglioni riesce a farla udire nel vero senso della parola e la trasferisce come una zampillante luce  nel profondo abisso di ognuno di noi. Dicevano i filosofi antichi che il respiro promana dall’anima e, diciamo noi, quando il soffio e ammantato dal canto ci mostra tutta la sua Bellezza. Ecco perché, come dice Baglioni, cantare è un bisogno fisico.



Tutto questo sovrasta immensamente le scrupolosa critica sempre pronta a cogliere l’erroretto su qualche nota vocale, gli amanti delle tecnica fine a se stessa e senza cuore, quella adorata nei talent show dove fenomeni da circo gareggiano a chi è il più bravo.  Per Baglioni questa competizione non è possibile ed è assurda, perché lui non si espone e rischia di cantare pezzi difficilissimi per chiunque da sottoporre al giudizio degli esperti del metronomo e delle frequenze, ma si rimette al giudizio di uomini e donne come lui, quelli della vita vera. Di questi è un fedele compagno e per questo a quelli che colgono tutto il suo Valore non basta vedere un concerto, ma vorrebbero sentire all’infinito, in altri concerti, questa medicina naturale che cura l’anima.

In uno spazio riempito da un cantiere scenografico semplice, lontano dalle colossali messe in scena di cartapesta americane, e rispettoso del momento storico attuale, Baglioni deve lottare per salvarci come un eroe principesco contro il terribile drago Chronos, che rappresenta il drammatico inarrestabile fluire del tempo, che solo la Excalibur del ricordo estratta durante il concerto può fermare. Il tema poetico costantemente presente nel sottofondo musicale di Baglioni è la sofferenza, con la quale si è da sempre confrontato nelle solitarie e appartate Notti di Note. E, infatti a Pordenone si è partiti con la calma ed intimistica  Notte di Note che ha dato il via al crescendo di  una scaletta impetuosa, fatta da mix di passaggio strumentali tra un brano e l’altro, con una struggente enfasi centrale formata dai nuovi brani di ConVoi.

Catarsi, abbraccio finale e tutti a casa in atteso del prossimo acuto baglioniano.


mercoledì 9 aprile 2014

VITA DA FAN DI BAGLIONI

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2014/04/09/news/claudio_baglioni-83131104/
LANUVIO (Roma). "Accadde tutto nell'estate del 1985, quella de La vita è adesso: avevo undici anni, ero in colonia, c'era una ragazzina che cantava Questo piccolo grande amore. Chiesi a mio fratello se conosceva un cantante chiamato Baglioni, 'toh!' disse, e mi prestò una musicassetta con i grandi successi. Eccola, è questa". L'avvocato Melissa Evangelista, 40 anni, ti porge quella madeleine da mangianastri con la copertina ingrigita dalle stagioni. "Il primo concerto lo vidi il 3 luglio del '91, al Flaminio, fu un evento perché segnò il suo ritorno sulle scene dopo anni, e lì ci fu la scoperta del divo: un'emozione così grande credo di non averla mai più provata. Gioia allo stato puro". E da allora quanti spettacoli ha visto? Melissa a bruciapelo: "Più di centocinquanta!".
Video

L'avvocato Melissa Evangelista, 40 anni, racconta la sua incredibile dedizione per il re del pop italiano iniziata nel lontano 1985: "Lo seguo in tutta Italia. Vederlo cantare sul palco è gioia allo stato puro. È più che passione, è amore. Le sue canzoni hanno riempito la mia vita di senso"


Con la troupe di Repubblica tv attraversiamo la campagna romana per raccontare questa incredibile storia: la groupie di Claudio Baglioni che da trent'anni non si perde quasi un concerto, un evento, un'apparizione televisiva, una festa con i fan. Quando a dicembre Baglioni è stato ospite in redazione lei lo seppe all'ultimo, mollò tutti i suoi impegni in tribunale, saltò sul motorino e si fece 50 minuti nel traffico più caotico pur di salutarlo. È stata sei volte anche a Lampedusa, al festival Oscia, modulando le sue vacanze sugli impegni del divo. Una passione? "Di più" dice. "La passione è quella per una squadra di calcio. Il mio è amore".

Davanti alla casa di Lanuvio ci viene incontro Pierpaolo, il marito. Hanno due gemelli belli come putti. "Quando conobbi Melissa le chiesi: 'Ma io a questi concerti ti dovrò accompagnare?'. 'No, ci vado da sola'. 'Benissimo così', dissi. E sorride indulgente. Lui ascolta rocker e metallari, la moglie solo Baglioni. Quando scoprì che il film del loro matrimonio era stato corredato da musiche di Eros Ramazzotti mandò indietro il dvd e pretese la sostituzione delle canzoni. L'ultima tournée, Convoitour, è iniziata a fine febbraio. Melissa ha già visto cinque concerti. Si piazza sempre in prima fila, nei posti da 80 euro. "Da lì capisco le emozioni che prova, lui sa che ci sono". Sabato sarà a Livorno, con due amiche. "Quando ero ragazzina i miei mi dicevano che prima o poi mi sarebbe passata, invece è successo esattamente il contrario".

Per anni e anni Baglioni è stato quello della maglietta fina, il cantore dell'Italia spensierata e intimista, lo ascoltavano i milioni di giovani da oratorio che poi votavano Dc, mentre giganteggiavano i cantautori dell'impegno o i poeti come Guccini e De André. Poi La vita è adesso rappresenta una cesura, i testi si affinano, volgono nell'ermetismo, anche la musica si fa più pop. La vita è adesso rimase primo in classifica per 26 settimane: un record ineguagliato. Oltre nel novembre 1990 vendette 200mila copie il primo giorno, 350mila nella prima settimana: fatto sta che Baglioni calca le scene da primattore da più di quattro decenni. Melissa si infervora: "La verità è che Claudio è stato sottovalutato, liquidato come il cantante dei buoni sentimenti, ma a 50 anni non si scrivono le canzoni come a venti. I suoi valori sono sempre stati anche i miei".
Melissa, 150 volte sotto il palco di Baglioni e non averne mai abbastanza
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Ecco Melissa Evangelista, superfan di Claudio Baglioni. Avvocato, madre di due gemelli, la groupie di Lanuvio nutre una'utentica venerazione per il cantautore. "Il primo concerto lo vidi il 3 luglio del '91, al Flaminio, fu un evento perché segnò il suo ritorno sulle scene dopo anni, e lì ci fu la scoperta del divo: un'emozione così grande credo di non averla mai più provata. Gioia allo stato puro". Da allora lo ha seguito in più di centocinquanta concerti! In questa fotogalleria, la devotissima fan durante l'intervista di Concetto Vecchio e, a seguire, alcune immagini del cantante scattate durante la recente data romana del "ConVoiTour", il 18 marzo scorso al Palalottomatica






Si conobbero il 17 gennaio 1993, dopo un concerto a Milano: "Quelli della band mi dissero che lui era già a Linate, con una mia amica spagnola salimmo su un taxi, e una volta giunti all'aeroporto me lo trovai davanti, ma ero così felice che nemmeno lo riconobbi. 'È un sogno! È un sogno!' gridavo. 'È tutto vero', mi diceva Claudio, e cominciò a darmi dei pizzicotti". Sfoglia l'album di questo primo incontro, tutte foto 10 per 15. "Mio fratello è morto a 44 anni per una malattia, quando rividi Claudio scoppiai a piangere tra le sue braccia, lui fu dolcissimo nel dolore".

Il suo racconto è tutto intessuto di date precise, il calendario della vita punteggiato dai momenti trascorsi con la rockstar. Il salotto è drappeggiato di foto con dediche, vecchi dischi in vinile, una montagna di cimeli, a casa della mamma c'è una montagna di vhs, e poi un Everest di riviste, ritagli, fanzine. Squilla la suoneria del cellulare di Melissa: sono le note di Con voi. "È stata sempre una magia/ tirare tardi per non fermare un'allegria/ farsi di sguardi fino sballarsi di poesia". Adesso passa in rassegna la collezione di biglietti. "Qua nella piana di Castelluccio di Norcia, nel '95, con Red Ronnie, qui a Madrid."

Come si concilia una cosa così divorante con la professione, la famiglia? "Ho un marito collaborativo". I due si scambiano uno sguardo complice. Allora le chiedo se la sua vita sarebbe stata diversa, senza Baglioni. "Più povera", risponde sicura. Anche più povera di senso? "Certamente".

martedì 8 aprile 2014

SCALETTA DEI BRANI CONVOITOUR VERONA

"Notte di note, note di notte"
"E tu come stai"
"Dagli il via"
"Acqua dalla luna"
"Con tutto l'amore che posso"
"Domani mai"
"Quante volte"
"Sono io"
"Le vie dei colori"
"Poster"
"Amore bello"
"Io me ne andrei"
"Un nuovo giorno o un giorno nuovo"
"Gagarin"
"Dieci dita"
"In un'altra vita"
"E noi due là"
"Una storia vera"
"Cuore di aliante"
"Noi no"
"E tu"
"Porta Portese"
"Avrai"
"Io sono qui"
"Mille giorni di te e di me"
"Viva l'Inghilterra"
"E adesso la pubblicità"
"Quanto ti voglio"
"Questo piccolo grande amore"
"Strada facendo"
"La vita è adesso"
"Via"
"Con voi"

lunedì 7 aprile 2014

INTERVISTA BAGLIONI AL MESSAGGERO VENETO 2 APRILE 2014

Claudio Baglioni, uno fra i cantautori piú amati sarà al PalaForum di Pordenone, sabato, alle 21, per l’attesa tappa del nuovo spettacolo Convoilive Tour, nuova avventura dal vivo di uno dei big della canzone italiana con un grande ritorno in regione a distanza di cinque anni dal concerto di villa Manin. Il tour è costruito su una nuova dimensione del dialogo artista-pubblico. Per i numerosi fan sarà una conferma: Baglioni affiancato da un supergruppo di otto polistrumentisti eseguirà tutti i suoi successi e i brani del nuovo album ConVoi, già in cima alle classifiche.
Con che spirito, un grande della musica come lei, affronta il nuovo tour?
Ho dalla mia l’energia della musica, per dare la scossa e farci ritrovare la voglia e la forza di ripartire: questo il senso del progetto. Per questo il concerto non è ambientato su un palco tradizionale, ma come in un “cantiere”: uno spazio scenico in continua evoluzione, che solo alla fine si rivela simbolo di quella ricostruzione ideale e morale della quale sentiamo tutti un gran bisogno. Un concerto come non se ne sentono piú da tempo, con la musica protagonista della scena, avvolta in spazi di luce di taglio teatrale e cinematografico e accompagnata da piccoli gesti ed effetti scenici “analogici”, che ne sottolineano intensità, magía ed energia. Tre ore di musica senza interruzioni, con piú di trenta brani che si fondono uno nell’altro. Insomma: “Tutta un’altra musica”, come ha scritto un writer su uno dei teli che rivestono il cantiere.
Il pubblico le regala ancora buone sensazioni, insomma.
Provo un’emozione travolgente che non si può spiegare e alla quale non ci si abitua mai. Di solito pensiamo che, per capire questo genere di cose, sia necessario provarle, ma la verità è che nemmeno io – che da tanti anni vivo questo calore e questa energia – so spiegare che cosa tutto questo significhi davvero. È un’onda rigenerante che ti sommerge e ti trascina via, trasmettendoti un’energia incredibile: un dono straordinario, che costringe a rimettersi in gioco fino in fondo, senza risparmiarsi mai.
 A quale canzone è piú legato?
A quelle che hanno avuto minore fortuna e che, in qualche caso, mi sembrano ancora piú belle di quelle piú amate. Il fatto è che non sempre le canzoni veramente belle sono “facili” e, quindi, per essere amate, devono trovare un’apertura d’animo particolare e hanno bisogno di un tempo un po’ piú lungo e un po’ piú “esclusivo”. Gli autori, però, non si arrendono. Anzi. Per questo ripropongono, soprattutto dal vivo, quelle canzoni che sentono un po’ meno votate al successo popolare. Di solito il tempo è galantuomo: i brani che non smettono mai di dire quello che hanno da dire vengono fuori alla distanza.
 Come si fa a rimanere sulla breccia per cosí tanto tempo?
Credo che l’unico modo sia rimettersi in gioco fino in fondo, ogni volta. Il successo è difficile da ottenere, ma è molto piú difficile da mantenere. Credo che, da questo punto di vista, il valore piú importante sia l’autenticità. La gente sente se “ci sei” o “ci fai” e i bluff somigliano alle bugie: hanno le gambe corte e fanno poca strada. È un po’ come nelle amicizie o nelle storie d’amore: la verità è la strada piú difficile, ma è l’unica che conduca sani e salvi alla meta e, in ogni caso, l’unica che valga sempre la pena percorrere.
Se dovesse scegliere tre dischi da portare in un’isola deserta...
Impossibile dirlo: ci sono cosí tanti dischi fondamentali che sceglierne solo tre è davvero impensabile. È un po’ come quando devi preparare la scaletta per un concerto: ogni canzone che resta fuori è un colpo al cuore. Vorresti metterle dentro tutte. Molto meglio, allora, portare tutta la musica che di cui abbiamo bisogno dentro di noi, come facciamo con il ricordo delle persone che amiamo, dei momenti e dei posti che hanno significato qualcosa di importante per la nostra vita. Perché quei ricordi non svaniranno mai e non smetteranno mai di regalarci stati d’animo, emozioni e pensieri in grado di arricchire il nostro presente e farsi bussola per il futuro.
C’è una canzone che vorrebbe aver scritto lei?
Piú d’una in realtà: penso soprattutto alle canzoni che mi hanno fatto conoscere e amare la musica. Quelle che cantavo quando non ero ancora un autore e partecipavo, come interprete, ai concorsi di voci nuove. Canzoni immortali, come Yesterday, di quell’incredibile coppia di autori che sono stati Lennon & McCartney, o come molte delle canzoni che ascoltavo prima di cominciare io stesso a scrivere. Brani straordinari di autori come Bindi, Tenco, Endrigo, Paoli, Gaber, Jannacci, De Andrè: la musica che mi ha portato alla musica e che qualche anno fa ho raccolto in un doppio album chiamato Quelli degli altri. Devo riconoscere, però, che la musica è stata particolarmente generosa e che l’ispirazione non è mai mancata. Ancora oggi – dopo tutti questi anni e un repertorio che conta più di trecento canzoni - ogni volta che imbraccio una chitarra o mi siedo al pianoforte, provo sempre l’indescrivibile emozione della prima volta.
 Se non fosse Claudio Baglioni, chi vorrebbe essere (come cantante)?
Anche qui è impossibile fare un nome. Diciamo che mi piacerebbe sommare le caratteristiche di alcune voci straordinarie. Non so: l’intonazione di James Taylor, l’estensione di Freddy Mercury, la naturalezza di Paul McCarntey, il timbro di Frank Sinatra, il graffio di Tom Waits, la potenza di Robert Plant, la personalità di Rod Stewart, la profondità di Johnny Cash... Ma poi credo che verrebbe fuori una specie di “mostro”. Molto meglio che mi tenga la mia voce, che non mi ha mai tradito.
Lei ha fatto parte di una mitica generazione di cantautori che ha fatto la storia della musica in questo Paese. Oggi cos’è cambiato?
Quasi tutto. Ma soprattutto è cambiato il ruolo della musica, che non è piú il centro della nostra vita (come avveniva negli anni ’60 e ’70), ma rimane sullo sfondo: noi qui, lei là. Viviamo un tempo paradossale: non c’è mai stata cosí tanta musica, ma non c’è mai stata nemmeno cosí tanta disattenzione per la musica. Con il progetto ConVoi ho cercato di dare una risposta a questo bisogno, riportando la musica al centro e cercando di fare in modo che la musica torni ad avere l’attenzione che merita, perché una cosa è certa: migliore lei, migliori noi.

CLAUDIO BAGLIONI SCRIVE PER IL QUOTIDIANO L'ARENA 6 APRILE 2014

http://www.larena.it/stories/589_musica/695024_baglioni_nel_mio_convoitour_leffetto_speciale__la_musica/
L'Arena non è solo il luogo - virtuale (come nel caso delle pagine di questo quotidiano) o reale (come nel caso del Palasport nel quale ci ritroveremo domani sera) - dove ci si scontra idealmente, sportivamente o, come avveniva un tempo, addirittura fisicamente. È anche lo spazio nel quale ci si incontra per costruire e dar vita a qualcosa e per farlo insieme, nella consapevolezza che da soli si può fare molto, ma insieme molto di più. È un po' quello che accade con le canzoni: una melodia e un testo, infatti, possono essere belli anche separatamente, ma è solo quando si fondono, regalandosi e moltiplicando la bellezza, che nasce una canzone senza tempo, di quelle che non smettono mai di emozionare, far riflettere e farci sognare.
PERCHÉ CONVOITOUR. È proprio per costruire qualcosa insieme che ho deciso di ambientare i concerti del ConVoiTour non su un palco tradizionale, ma al centro di un cantiere. Lo spazio scenico, infatti, cambia, evolvendo continuamente, e solo nel finale si rivela simbolo di quella ricostruzione ideale e morale della quale sentiamo tutti un gran bisogno e che non è più possibile rimandare. L'idea che ha ispirato questo progetto è, infatti, quella di una musica che torna protagonista e riconquista, prepotentemente, il centro della scena. E lei la scintilla che ci dà la scossa per scrollarci di dosso il peso morto del presente, e anche l'energia che ci serve per prendere il volo verso un domani che somigli un po' di più alla parte migliore di noi. Per questo nel ConVoiTour la musica non solo è la padrona di casa, ma è anche l'effetto speciale più sorprendente di uno spettacolo nel quale tagli di luce teatrali e cinematografici, piccoli gesti simbolici ed effetti scenici «analogici», nascono per sottolineare intensità, magia ed energia di suoni, note e parole.
TUTTA UN'ALTRA MUSICA. Tutto questo significa dar vita a concerti come non se ne sentono più da tempo, sapendo che la musica deve ritrovare il posto che le spetta dentro di noi, per una ragione semplice ma fondamentale: migliore lei, migliori noi. Per questo ho costruito concerti di tre ore senza interruzioni, con una scaletta di 33 brani che si fondono uno nell'altro, eseguiti da un super-gruppo di tredici polistrumentisti, con arrangiamenti, sonorità e interpretazioni dall'anima molto più rock che pop. «Tutta un'altra musica!», ha scritto un writer su uno dei teli che abbiamo scelto per rivestire questo nostro cantiere. È vero: l'ambizione è esattamente quella di cambiare musica e di farlo insieme.
RICOSTRUZIONE COLLETTIVA. La ricostruzione non può essere qualcosa di individuale, ma è un processo collettivo nel quale tutti sono chiamati a fare la propria parte. Ognuno di noi deve mettere in gioco idee, valori, energie... In una parola: se stesso, perché il futuro è una città che va disegnata e costruita insieme. Un'opera di operai coraggiosi che devono mettersi al lavoro, con rinnovata operosità, ognuno con il proprio ruolo, la propria sensibilità, la propria storia, esattamente come avviene in quei meravigliosi allestimenti d'Opera - appunto - che animano le scene di quello straordinario anfiteatro che, quasi centocinquanta anni fa, ha ispirato il nome di questo antico e nobile giornale. (Testo raccolto da Giulio Brusati)
Claudio Baglioni

RECENSIONE DEL CONCERTO DI PORDENONE CONVOITOUR

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/04/05/news/claudio-baglioni-incanta-tremila-fan-a-pordenone-1.8989741
PORDENONE. Tre ore di musica e alla fine il pubblico ne vorrebbe ancora da Claudio Baglioni, in concerto al Forum di Pordenone per l’unica tappa regionale del “Con Voi Tour” (Azalea Promotion).
C’era molta attesa e Claudio, l’ottavo re di Roma, non delude: appare entusiasta di cantare in Friuli e in una perfetta forma fisica. Entra in scena dalla platea con un simbolico casco da “lavori in corso”, poggiato sul capo come fa un operaio, un lavoratore. Con lui gli uomini della sicurezza, tutti con lo stesso elmetto di protezione, personaggi attivi di un cantiere permanente, in questo caso il cantiere della musica.
Il concerto si presenta come «una sorta di antologia», come una costruzione dove i brani del passato fungono da fondamenta per l’edificazione di un palazzo nuovo; costruzione che si svolge a quaterne di pezzi: ogni quattro brani si sale su un piano di lavoro più alto, sia per quanto riguarda la sonorità delle canzoni sia per i racconti proposti dai testi. Tra un pezzo e l’altro è un flusso musicale ininterrotto, una partitura suonata senza pause. Per le parole sembra non esserci tempo, quasi per non togliere alle canzoni il ruolo di protagoniste assolute dell’intensa notte pordenonese.
E il concerto, magnifico, si snoda tra canzoni nuove e brani “antichi” e in parte inaspettati, come Acqua dalla luna o Gagarin. Ma non possono assolutamente mancare E tu, Porta Portese, Avrai, Poster (solo Claudio, chitarra e voce, più cinque ottimi coristi) e quella che è stata definita da molti la canzone più bella del secolo scorso: “Questo piccolo grande amore”, che ha quarant’anni passati ma sembra più bella di quando è stata concepita dalla coppia Antonio Coggio - Claudio Baglioni.
È un concerto dallo spirito rock e dai contenuti pop, pensato per ricreare emozione e per far sentire ognuno dei tremila del Forum un protagonista esclusivo, come se una (o anche più) delle oltre trenta canzoni in scaletta appartenesse solo a lui e fosse stata eseguito solo per lui. Anche la fine del concerto ha un grande pathos, con brani come La vita è adesso che viene riletta oggi quasi come un ossimoro: un piacevole contrasto apparentemente impossibile tra un tantra e una conclusione che ancora non c’è, né si palesa all’orizzonte. Via e Con voi chiudono un grande concerto.

sabato 5 aprile 2014

RECENSIONE DEL CONCERTO DI PADOVA CONVOITOUR 3 APRILE 2014

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cultura_e_tempolibero/2014/4-aprile-2014/baglioni-scenografico-spettacolo-cantiere--22322462564.shtml
Caschetto da cantiere ben piantato in testa (del resto lui la laurea in architettura se l'è guadagnata, mica l'ha presa ad honorem) e microfono stretto in mano. Claudio Baglioni, giovedì al PalaFrabris di Padova quasi sold out, si è materializzato davanti ad un palco “in allestimento” coperto da teli, cantando “Notte di note, note di notte”. É così che sono iniziate le tre ore di musica, intensissima, senza interruzioni e con pochissime parole della tappa padovana del ConVoiTour (lo stile è quello internazionale: poche chiacchiere e molta musica). Per le prime quattro, cinque canzoni, il palco, dedalo di tubi di ferro e bancali e casse di legno, si è svelato come una sciantosa poco a poco, sfruttando una regia perfetta che ha efficacemente pompato l'effetto sorpresa sul pubblico. “Tu come stai”, “Dagli il via” e “Acqua dalla Luna”.

Piano piano si aggiungono, un pezzo alla volta, tutti i tasselli dello spettacolo tenuto nel pugno fermo di direttore d'orchestra da Baglioni: cadono i tendoni del cantiere-palco, si presenta la superband composta da 13 polistrumentisti con i cinque del coro, uno striscione enorme recita “Tutta un'altra musica”. “Con tutto l'amore che posso”, “Domani mai” in un arrangiamento dal colore un po' folk, “Quante volte”, “Sono io”; lo spettacolo gira liscio e potente come una turbina, “Le vie dei colori” sfrutta la potenzialità delle quattro vocalist del coro per sottolineare il richiamo medioevaleggiante della melodia. In un susseguirsi di hit e super hit passano “Poster”, “Amore bello”, “Io me ne andrei” “Un nuovo giorno o un giorno nuovo” e una versione di “Gagarin” anticipata dalle parole del cantautore romano “se il giorno è nuovo dobbiamo imparare a volare come fece lui, primo al mondo”. Set nel set, lo spazio dato all'ultimo “ConVoi” in cui le canzoni sono “chiamate” di volta in volta da uno striscione gigante dietro il palco: “Dieci dita”, “In un'altra vita”, “E noi due là” e “Una storia vera”. Poi si inizia a fare sul serio e anche le due batterie cominciano a pestare come si deve (rimanendo nei limiti del pop).

Su “Cuore di aliante” volano in alto centinaia di palloncini bianchi, “Noi no” riesce perfino a desemantizzare il gesto del pugno chiuso mostrato al cielo, visto che Baglioni e il coro scandiscono il ritornello esibendo ritmicamente la mano in un guanto bianco. “E tu”, l'allegria malinconica da stornello di “Porta Portese”, la tenera “Avrai”, iniziata a piano solo. Si scala di marcia e si manda su di giri il motore per “Io sono qui”, “Mille giorni di te e di me”, “W l'Inghilterra”, “E adesso la pubblicità” e il manifesto della produzione di Baglioni, “Questo piccolo grande amore”. In un altro tipo di live sarebbe il momento dei bis. Baglioni invece tira dritto senza pensarci sparando “Strada facendo”, “La vita è adesso”, “Via” (di solito la chiusura dei live), prima di una versione corale di “Con voi”, mentre il palco ritorna lentamente cantiere, con i teli che vanno a coprire le strutture metalliche. “Grazie”, saluta un Baglioni in forma strepitosa. Sono passate più di tre ore.

venerdì 4 aprile 2014

SCALETTA DEI BRANI CONVOITOUR PADOVA

"Notte di note, note di notte"
"E tu come stai"
"Dagli il via"
"Acqua dalla luna"
"Con tutto l'amore che posso"
"Domani mai"
"Quante volte"
"Sono io"
"Le vie dei colori"
"Poster"
"Amore bello"
"Io me ne andrei"
"Un nuovo giorno o un giorno nuovo"
"Gagarin"
"Dieci dita"
"In un'altra vita"
"E noi due là"
"Una storia vera"
"Cuore di aliante"
"Noi no"
"E tu"
"Porta Portese"
"Avrai"
"Io sono qui"
"Mille giorni di te e di me"
"Viva l'Inghilterra"
"E adesso la pubblicità"
"Quanto ti voglio"
"Questo piccolo grande amore"
"Strada facendo"
"La vita è adesso"
"Via"
"Con voi"

INTERVISTA BAGLIONI AL MATTINO DI PADOVA DEL 3 APRILE 2014

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2014/04/03/news/amo-tutti-i-miei-brani-ma-un-po-di-piu-quelli-meno-fortunati-1.8977571
PADOVA. Claudio Baglioni stasera finalmente porta al Palafabris di Padova il “ConVoi Live Tour”. Il cantautore romano avrebbe dovuto esibirsi con questo spettacolo lo scorso 11 ottobre, ma all’Anfiteatro Camerini di Piazzola sul Brenta. Poi il tour autunnale è saltato a causa di una momentanea afonia dell’artista ed è stato riprogrammato tra il 27 febbraio e il 7 maggio. L’autore di “Questo piccolo grande amore”, proporrà tre ore di canzoni, tra classici e brani dell’ultimo album “ConVoi”.
Con il suo nuovo tour lei ha detto di volersi scrollarsi di dosso l’apatia: una costante della sua carriera?
«È così. L’abitudine uccide, è il contrario della creatività. Rimettersi in discussione ogni volta, è l’unico modo per provare a restituire una piccola parte di quanto la musica mi ha dato».
Lei ha confessato di avere pensato almeno tre volte di dare l’addio alle scene, intende farlo dopo il tour?
«Non credo. La musica è come con l’amore, si sa quando comincia, ma non si sa mai quando finisce. I grandi amori poi non finiscono mai».
Con l’album “ConVoi” ha voluto proporre delle canzoni che la rappresentassero al momento dell’uscita.
«È esattamente così, il disco è nato dal bisogno di liberarmi dai meccanismi che hanno sempre regolato e un po’ anche soffocato il mio modo di fare musica. Volevo tornare a seguire solo ispirazione e creatività. Il progetto poi è nato e si è sviluppato attraverso un dialogo innovativo tra me e chi mi segue attraverso i social network».
Lei ha scritto «La mia canzone più bella è quella che ho suonato meno». Tra i suoi brani lei ama di più quelli meno famosi?
«In un certo senso sì. Le canzoni sono un po’ come i figli: le ami tutte ma un po’ più delle altre ami quelle meno fortunate».
Di Beppe Grillo ha detto che è un protagonista «necessario» della scena politica.
«Eviterei le domande politiche. Rischiose e portano fuori strada».
Le è mai successo che i discografici cercassero di dissuaderla da un progetto considerato troppo ambizioso?
«Succede ogni volta. E, naturalmente, “ConVoi” non ha fatto eccezione. Ma non bisogna sottrarsi pregiudizialmente a questa sorta di tiro alla fune. Il confronto tra posizioni diverse è fondamentale. Per tutti».
Quando la maggior parte dei cantautori italiani negli anni Settanta proponeva canzoni impegnate, lei scriveva d’amore.
«Non sempre le mode vanno seguite. C’è chi le segue e chi pratica altre strade, le quali a volte, poi, diventano a loro volta delle mode. Io ho sempre fatto ciò che sentivo e ciò in cui credevo. Sia i temi che il mio modo di scrivere canzoni sono cresciuti con me».
Ha mai pensato ad un lavoro tra pop e jazz sulle orme di Joni Mitchell e Sting?
«Ci ho pensato molte volte e non ho ancora smesso di pensarci. E chissà che, di pensiero in pensiero».

giovedì 3 aprile 2014

INTERVISTA BAGLIONI IL GAZZETTINO 2 APRILE 2014

http://www.gazzettino.it/articolo.php?p=articolo&id=607764
di Giò Alajmo
Claudio Baglioni torna a Nordest con il suo "ConVoi", spettacolo complesso che per tre ore racconta la costruzione di una storia musicale in un palco fatto come un cantiere in cui le canzoni di quasi mezzo secolo di attività si intrecciano in un percorso per nulla casuale.
Questa sera sarà al PalaFabris di Padova, sabato al Forum di Pordenone, lunedì 7 al palasport di Verona per tre date a nordest in sequenza.

IL CONCERTO - Tre ore di concerto, oltre trenta canzoni, il cantautore romano che ha da poco rilasciato nuove canzoni raccolte in un album e si appresta a replicare, ha una nuova idea di spettacolo che si aggiunge alle tante inventate in passato:
«È un concerto molto musicale, con l’idea di un cantiere ideale ma anche fisico, con tanto di impalcature e ponteggi sul palco che via via prendono forma attraverso luci e linguaggi, con 13 fra musicisti e coristi, e con le diverse voci che attraversano i generi e le epoce con i passaggi cardinali delle cose che ho fatto ma anche un senso dell’edificazione, della costruzione in verticale che nell’ultima parte diventa sogno e fa apparire alla fine appare una città nuova che simbolicamente è l’idea che si debba diventare tutti operai operosi, e fare la nostra parte».
Metafora dell’Italia di questi tempi?
«Un po’, anche se mi sembra che siamo tutti nel porto delle nebbie, nella confusione, la lotteria dell’ultimo arrivato con l’ultima idea. La ricostruzione prevederebbe una maggiore coscienza collettiva. L’ultima volta fu dopo la guerra, un fatto traumatico. I miei genitori e quelle generazioni passarono un tempo ben preciso in cui la certezza del domani era vissuta come un’affermazione positiva; era la generazione che sapeva che il giorno dopo sarebbe stato migliore del giorno prima, perché veniva da un cataclisma. Penso sia stato anche di incitamento a fare bene il proprio mestiere. In questa confusione penso invece che tanti abbiano voluto fare qualcos’altro o più facilmente cercare una via di conquista del successo, del benessere attraverso percorsi molto facilitati o casuali».
Come i talent televisivi?
«Di sicuro la tv ha dato questo messaggio, pubblicizzando l’idea che si può diventare noti senza saper far niente. Qui c’è un po’ l’idea di fondo. Come Garcia, l’allenatore della Roma, ha detto di aver "riportato la chiesa al centro del villaggio", io cerco di riportare la musica al centro delle arene».

LUCIO BATTISTI - Molti considerano la tua carriera come un’evoluzione di ciò che fece Lucio Battisti, lui che rivoluzionò la canzonetta italiana, tu che spostasti la visione del "privato" nella canzone ancora un po’ più in là.
Che rapporti hai avuto con Battisti?
«Lo incontrai a Los Angeles nel '74/'75. Ero lì per un giro di concerti e lui stava registrando il disco americano su cui la Rca contava tanto. Forse la prima operazione di marketing di un’artista italiano in Usa, che in realtà non andò molto bene. Io avevo grande soggezione, lui era il mio idolo anche se tre o quattro dischi in classifica li avevo già piazzati anch’io. Mi viene in mente la sua gaffe, perché il direttore della Rca californiana alzò il bicchiere e disse "brindo al numero uno", guardando me che ero in classifica, e Lucio si girò e disse "grazie!"».
In fondo lui aveva fondato la sua etichetta "Numero Uno". Di cosa parlaste?
«Della cultura americana. Io ero sorpreso dalla loro tv piena di pubblicità chiassosa. Lui ci guardava dall’alto in basso, come dei provinciali, affascinato invece dall’America. per me Lucio è stato uno dei tre quattro che hanno rivoluzionato la musica italiana, e continuo ad avere una concezione altissima del suo lavoro».
Ti sei sentito una specie di erede?
«Un po’ sì, ma almeno lui si è liberato dal peso dei testi lasciandoli a Mogol, a Pannella. Da parte mia invece c’è un attaccamento a una melodia più da ’800 italiano, pucciniano, però è vero che alcuni aspetti sono simili. Ci sono scansioni musicali in "ConVoi" e "L'ultima cosa che farò" che un po’ battistiane nelle divisioni ritmiche lo sono».
E il cantare il privato in un periodo in cui il sociale era d’obbligo?
«Sì la divisione fra chi faceva musica impegnata e chi no era netta. Io e lui eravamo da una parte e gli altri dall’altra. E un giorno portarono proprio a noi due un soggetto cinematografico, serio, non un musicarello, che sembrava un "romanzo criminale" dei nostri giorni, ambientato a Roma, con io e Lucio che avremmo dovuto essere due ragazzotti di periferia che si barcamenavano tra furtarelli e cose simili, con un finale drammatico in cui uno dei due, non ricordo chi, moriva, e un lungo discorso finale sulla motocicletta»
Non scritto da Mogol spero, che di motociclette e potenza dei motori ne capiva poco!
«Il motore da 10 HP? Già, ma Mogol ne ha scritte tante di cose strane che sono passate lo stesso. Penso a "Un nuovo amico" di Cocciante in cui scrive "andrei a piedi certamente a Bologna per un amico in più": ma partendo da dove? Boh!».

IL PROSSIMO DISCO - Questo disco che hai promesso per fine anno?
«Ogni tanto vado a riprendere miei appunti, sono cinque anni che scrivo testi e musica a mano, non registro, mi sembra un segno più nobile di una registrazione. Poi o lo rileggo o lo faccio rileggere da qualcuno, anche per non dare un suono preciso con la voce. La partitura credo regali ancora una emozione, non solo un codice alfanumerico ma qualcosa di più. Ho già intelaiato otto dieci pezzi e durante l’estate dovrei finire approfittando della pausa del tour che riprenderà in autunno».
Sempre con la formula di far uscire un pezzo ogni tanto come per "ConVoi"?
«Ha funzionato per il mio tipo di lavoro perché ho trovato una cadenza che non conoscevo e ho dovuto dare a ogni brano completezza e valore, come se fosse un’operina finita, a prescindere dal calderone. È psicologicamente difficile, perché è come farsi concorrenza in casa e ti viene la sindrome del saltatore in alto, che devi ogni volta andare un po’ più su. Non so. Penso che manterrò questa cadenza con un calendario diverso, magari presentando brani a gruppi».
Come al tempo del lato A e lato B dei 45 giri?
«Belli i singoli di una volta, con il rapporto che poi si rovesciava come per "Sabato pomeriggio" che aveva "Poster" sul retro e poi Poster prese il sopravvento. Un’altra cosa bizzarra fu quando portai "Questo piccolo grande amore" alla Rca e il direttore artistico Riccardo Michelini ascoltò e sentenziò che "può essere un buon lato B". Allora con Vince Tempera scrivemmo al volo "Caro padrone", un pezzo un po’ umoristico e politico, non bello, e credo che ci siano ancora delle copie in giro con "Caro Padrone" lato A e "QPGA" lato B».
"Caro padrone" che fine ha fatto?
«Non si butta via niente! Il tema melodico l’ho ripreso nella versione di QPGA con gli ospiti: era in "Sissignore", che parla della naia, e poi nel momento del compleanno aperto da Renzo Arbore, Buon Compleanno».

SANREMO E LA TV - E Sanremo che ti ha visto protagonista sia pure come ospite?
«Me l’ero fatto mancare per 30 anni, poi per la prima volta ho capito che ho fatto il mio mestiere. Ho ricevuto tantissimi messaggi di complimenti dai miei colleghi, contenti che finalmente si sia sentito un cantante musicista. È una trasmissione molto vista, rispetto ad altre che ho fatto. Mi piacerebbe che Sanremo tornasse a essere festival di musica e musiche staccandosi dall’ossessione che deve contenere tutto ed essere ipersensazionale. Non credo che perderebbe neanche ascolto. Ed è ormai l’unica occasione per sentire un po’ di musica in tv»
E Fazio?
«Si dà da fare. Ma è il tuttismo della tv che la distrugge. Se fai una tv di contenuti, diventa di genere, ma pretendere di metterci tutto, show, canzoni, trash, politicamente corretto, scorretto, provocazioni eccetera, diventa impossibile».
Hai scritto "V.O.T." sui "vuoti con la faccia da idioti che vanno in tv. Fare qualcosa di tuo?
«Me l’hanno proposto anche quest’anno. Un artista con una carriera lunga può presentarsi in tv facendo una sorta di racconto monotematico, ma se si uscisse dal clichè degli ingredienti che fanno parte del recital da protagonista sarebbe un po’ più interessante. Io sto sul palco dal 1964, avrei cose da dire, posso agganciarmi alla storia delle canzoni per raccontare la grande storia del Paese, ma c’è il tranello dell’autocelebrazione che è pericolosa ma ti viene quasi spontanea. Poi non va bene che tutto si misuri su chi c’è, qual è l’ospite, è tutto pretestuoso. Se mi dessero la possibilità di fare qualcosa in tv come faccio a volte, senza misurarmi con l’Auditel, 4/5 ore senza angoscia potrei farle».

FESTIVALBAR - Non manca all’industria discografica italiana oggi una cosa come il Festivalbar?
«Probabile. Oggi non sai più dove promuovere i dischi. Nè se sei affermato né soprattutto se sei agli esordi. Io a Sanremo non sono mai andato in gara, ma un Festivalbar l’ho vinto. Salvetti era un personaggio unico. Una volta gli diedero da organizzare il primo premio serio basato sui dischi venduti...».
I "Dischi d’oro", che fu boicottato dagli impresari che volevano dimostrare di avere il loro peso nella vita degli artisti e scelsero proprio quel momento.
«Esatto, fu rovinato sul nascere. Salvetti era venuto a convincermi ad andare. Venne in un ristorante dopo aver fatto il giro dei locali per scoprire dov’ero e fra le tante cose, oltre a prendere il libretto degli assegni dicendomi "scrivi tu la cifra" si sbilanciò e disse: "Ti rendi conto che hai salvato l’Italia dalle Brigate Rosse?". Secondo lui le mie canzoni avevano creato un altro mondo. A proposito di impegno e disimpegno».
Va detto che se hai cantato benissimo il privato e l’amore, nel tuo repertorio il pubblico e il sociale non mancano affatto...
«La vita riserva strani destini. Mi sono incrociato con Gino Strada e mi ha abbracciato dicendomi: "Hai fatto cose bellissime". E io: "Senti chi parla!". La vita, da un certo punto in poi va così. Così va il mondo. Io cerco di viverla con leggerezza. Un po’ come Gagarin che si alza sul pianeta per poterlo guardare da lontano».

LE NUOVE CANZONI - Cos’è cambiato nelle nuove canzoni rispetto alle vecchie?
«Non trovo grandi differenze, e non so se sia un pregio o un difetto. Non vedo sovverttimenti o cambiamenti di stile. Mi sembra che facciano parte di un corredo di un tessuto che sempre esistito. Poi ci sono episodi più fortunati e intuitivi».
Qual è la canzone che più ti rappresenta secondo te, che hai più nel cuore, a prescindere dal fatto che tutti ti vedono come l’uomo di QPGA?
«Mi specchio in cose insospettabili tipo "Sono io l’uomo della storia accanto" e incredibilmente "Viva l’Inghilterra" che è una canzonetta in cui mi fa piacere far sapere che sono stato un giovane cazzaro, un po’ cialtrone, forse per la nostalgia dei vent’anni, del tempo che non tornerà. Quando la canto mi libero da tutto e potrei farla anche sul marciapiede di una strada, da solo».
Mercoledì 2 Aprile 2014

mercoledì 2 aprile 2014

GIOVANNI BAGLIONI E ALTRI ARTISTI IN CONCERTO PER LA GIORNATA MONDIALE DELL'AUTISMO IL 2 APRILE 2014 ROMA

ROMA 2 APRILE AUDITORIUM DEL MASSIMO
CONCERTO PER LA GIORNATA NAZIONALE DELL'AUTISMO.
TRA GLI ARTISTI GIOVANNI BAGLIONI E DANILO REA.
BIGLIETTI su www.boxofficelazio.it 3381611137

PENSIERI DI PAOLA MASSARI

https://www.facebook.com/paola.massari.391?fref=ts
Sono davvero sorpresa dai tanti abbracci e il profondo affetto raccolti a Roma e a Perugia dalle vostre braccia.
Dalle parole non casuali e gli sguardi profondi.
Voi siete la storia di me.
Con me…
Grazie di cuore…
E il concerto: Tutta un'altra musica.
Davvero.

01.04.2014
Una notte meravigliosa sotto il cielo bello di Firenze.
Un altro concerto che vola anche senza vento.
Un pubblico generosissimo.
E l'amore per me, che mi racconta, attraverso i vostri abbracci,
la mia storia.
La nostra storia.
Il mio infinito bene per Voi.
Grazie grazie grazie.
Sono confusa ed emozionata.
Nulla, dell'amore vero, si perde mai…

INTERVISTA Agli Art of Voice Musica SU CLAUDIO BAGLIONI

http://www.tuttoperlei.it/2014/04/02/chi-sono-gli-art-of-voice-musica-serena-bagozzi-del-convoi-tour-di-claudio-baglioni-intervista/
Tuttoperlei.it, tra una tappa e l’altra del ‘ConVoi Tour‘ di Claudio Baglioni, ha intervistato gli Art of Voice Musica per conoscerli meglio e sapere particolari e retroscena di questo incredibile spettacolo che il cantautore romano, sta portando in giro per l’Italia.

Chi sono gli Art of Voice Musica?
Lo abbiamo chiesto a Rossella Ruini, leader e parte integrante del gruppo.

Gli Art of Voice Musica sono nati da un’idea mia, ispirata da un concetto semplice ma importante: trovare nuovi percorsi che uniscano il mondo della ricerca e della didattica musicale a quello della musica e dell’espressione artistica professionale, attraverso un unico mezzo, la ‘Voce’, osservata e contemplata in tutte le sue sfumature. Un progetto innovativo, competitivo e al tempo stesso al passo con i tempi, messo a punto da una squadra di insegnanti, cantanti, musicisti, manager ed esperti di comunicazione di comprovata esperienza.

E ancora:

Tu ed alcuni colleghi degli ‘Art of Voice Musica’ fate parte del ConVoi Tour di Baglioni, partito da Rieti lo scorso 27 febbraio, che dopo aver attraversato molte città del Sud sta percorrendo, in questo periodo, il Centro-Nord, registrando il tutto esaurito.
Ci descrivi con parole tue, questo straordinario evento live di musica e spettacolo?
E’ un concerto di tre ore ininterrotte, costruito su di un palco – cantiere, in cui musiche, coreografie ed effetti speciali, vanno a raccontare la lunga carriera ‘in progress’ di Claudio Baglioni e l’incertezza della ‘Officina’ Italia. Una città-ideale in fase di costruzione che, scena dopo scena, cresce e cambia identità, grazie soprattutto alla musica, protagonista in assoluto.

Un concerto, diremo noi (che abbiamo visto, e consigliamo a tutti di vedere), molto accattivante, energico e trascinante, che viene aperto con la scritta ‘Tutta un’altra musica’, alla riscoperta di sonorità con effetti ‘analogici’, e una super band composta da tredici polistrumentisti e quattro sorprendenti vocalist, della Art of Voice Musica, tra i quali ci sei tu con Serena Caporale, Claudia Arvati, e Frankie Lovecchio.


Photographer Gregory Macera
Ci parli della tua esperienza artistica, e di quella maturata dai tuoi colleghi e dalla bravissima Serena Bagozzi, che per questo tour si è unita a voi?
Per quanto mi riguarda, ho alle spalle un percorso bellissimo ed eterogeneo, fatto di musica classica, jazz e pop, collaborazioni con artisti del calibro di Andrea Bocelli, Nicola Piovani, Seal, Michael Bolton, Laura Pausini, Pino Daniele, Gigi D’Alessio, e tanti altri. Ho lavorato per la tv, per il doppiaggio cantato, per l’incisione di tante colonne sonore. Sono cantante di crossover, amo cioè la vocalità classica abbinata alla canzone moderna, e, grazie a questo, riesco a condividere un patrimonio squisitamente italiano col pubblico di tutto il mondo. Serena Caporale: ha una vera passione per la didattica e l’insegnamento, ma è anche un’artista di rara sensibilità ed eleganza, che ha partecipato due volte al Festival di Sanremo, ha collaborato con molti grandi artisti tra cui A. Bocelli, Gigi D’Alessio, Anna Tatangelo. Attualmente è in cantiere un suo progetto di rivisitazione dei classici della musica partenopea, sua radice culturale. Claudia Arvati: è una vocalist veterana, che ha collaborato con moltissimi artisti nazionali ed internazionali, ha partecipato alle più importanti trasmissioni televisive, dal Festival di Sanremo ad Amici di M. De Filippi. Insieme a me e a Serena Caporale, ha partecipato in moltissime occasioni al doppiaggio cantato per Disney, e ha prestato la sua voce alla realizzazione di colonne sonore di film e fiction televisive. Frankie Lovecchio: invece, dalla voce profonda e “black”, collabora da anni con le orchestre delle più importanti trasmissioni televisive, da Sarabanda ad Amici di M. De Filippi. Ha inoltre prestato la sua opera come vocalist per moltissimi artisti nazionali e internazionali (Kid Creole, Gloria Gaynor), ma punta di diamante è l’attività che conduce con la Frankie and the Canthina Band, una realtà live tra le più attive a livello nazionale, con cui vanta un consolidato percorso artistico di ben quindici anni di carriera e due album. Serena Bagozzi: infine, collabora con Claudio da oltre tre anni. E’ una musicista completa che ha collaborato con molti artisti, sia come cantante classica che come vocalist pop. Oltre ad essere una persona stupenda con la quale è un piacere lavorare.

Il tour di Baglioni prevede una scaletta di successi di ieri e di oggi, 34 canzoni riproposte tutte dal vivo in nuove versioni e arrangiamenti, molte delle quali in chiave ‘rock’. Si parte con ‘Notte di note, note di notte‘, si prosegue con ‘E tu come stai‘, ‘Dagli il via‘, ‘Quante volte‘, sino ad arrivare ai brani evergreen tra cui ‘Io me ne andrei‘, al siparietto dedicato alle nuove e struggenti ‘Dieci dita‘, ‘E noi due là‘, ‘In un’altra vita‘, ‘Una storia vera‘, passando per la hit dei brani, che manda letteralmente in visibilio il pubblico: ‘Avrai‘, ‘Mille giorni di te e di me‘, ‘E tu‘, ‘Io sono qui‘, ‘W L’inghilterra‘, ‘Questo piccolo grande amore‘, ‘Strada facendo‘, ‘La vita è adesso‘, ‘Via‘ sino ad arrivare alla chiusura dello show con il nuovo brano ‘Con Voi‘, che ha dato il titolo al disco e al tour, e che entro il 2014, dovrebbe dare il titolo anche ad un secondo album di canzoni inedite oltre che a un’altra tranche di imperdibili appuntamenti live.
E tra le tante e bellissime esecuzioni live di Claudio, che fanno parte di questo imperdibile concerto, non possiamo non citare quelle in cui ci siete anche voi, con la vostra straordinaria partecipazione vocale, scenica e coreografica: ‘Con tutto l’amore che posso‘, ‘Poster‘, ‘Noi no‘, ‘Porta Portese‘, ‘E adesso la pubblicità‘.

Puoi dirci, se c’è qualche brano, che inizialmente per te/voi, è stato più difficile da eseguire, per particolarità, esecuzione vocale o coreografia?
In realtà, tutti e nessuno. I brani di Claudio sono complessi sia per la varietà dei testi che per la difficoltà degli impianti armonici, mai scontati. Pertanto, costruire parti per cinque voci, non è stato affatto semplice, ma, oltre ad affidarci al nostro ‘mestiere’ e affiatamento, abbiamo potuto contare sulla perizia e creatività di Marco Rinalduzzi. Invece per le (piccole) coreografie, siamo stati aiutati da Giorgia Montefusco…Non sai che soddisfazione, è stato per noi muoverci su di un palco così grande e bello!.

In questo tour di Baglioni, come da te accennato, spicca anche la partecipazione di Marco Rinalduzzi, anch’egli degli Art of Voice Musica, bravo chitarrista, compositore, arrangiatore e produttore.

Rossella, puoi parlarci un po’ della sua carriera artistica e musicale?
Marco nasce come chitarrista elettrico, ma il suo talento e preparazione, oltre a renderlo protagonista della musica leggera italiana, dalla fine degli anni ’80 ad oggi, si sviluppa anche nell’arte della scrittura musicale (suoi sono, infatti, tra gli altri, ‘E poi’ di Giorgia e ‘Cambiare’ di Alex Baroni) e nella produzione e direzione artistica (Giorgia, Baroni, S. Caporale, A. Bocelli, Il Volo). Marco è certamente un musicista creativo, geniale e dal temperamento genuinamente sanguigno.

Da quanto tempo, tu e gli altri di Art of Voice Musica, impegnati nel tour di Baglioni, lavorate insieme?
Ci conosciamo più o meno da una decina d’anni, e abbiamo lavorato molte volte agli stessi progetti. Ma Art of Voice Musica nasce un anno e mezzo fa. I miei colleghi hanno risposto con grande entusiasmo e grandissima professionalità alle iniziative da me proposte. Abbiamo voci e temperamento diversi, ma in comune la stessa voglia di rinnovare la nostra professione e condividere la nostra esperienza con artisti più giovani e col pubblico. Secondo il nostro punto di vista, la musica deve tornare a far parte di una dimensione più vera e più ‘suonata’. Marco Rinalduzzi è entrato nel team poco più di sei mesi fa, ma anche lui è una conoscenza di vecchia data.

Cosa rappresenta, per te e colleghi, questa esperienza con Baglioni?
Claudio è un artista curioso e sempre alla ricerca di nuovi suoni e suggestioni: aveva manifestato a Marco il desiderio di rinnovare il suo show con qualcosa di diverso. Così è nata la proposta di un gruppo di vocalist, e noi, col fatto che lavoriamo insieme da tanto tempo e che mescoliamo talento, vocalità e stili differenti, siamo sembrati la scelta migliore: ci siamo conosciuti ed è partita una collaborazione bellissima.

Come descriveresti Claudio Baglioni come artista e come persona?
E’ un poeta con una grandissima voce e un grandissimo cuore. E la sua non è soltanto la creatività del musicista dal grande estro creativo, talento e professionalità. E’ quella di una persona estremamente gentile, educatissima nei modi, meticolosa per quanto riguarda la messa in scena dello spettacolo.

Perché, secondo te, questo tour riscuote un così grande successo?
Penso che il merito sia del fatto che sia un grandissimo spettacolo, fatto di tanta musica meravigliosa, che appartiene a tutti, e di un complesso intreccio di regia ed effetti scenici.

C’è qualche data in particolare, che pensi sia stata per te/per voi, la più bella e la più emozionante in assoluto, rispetto a quelle sinora fatte?
L’emozione ci accompagna sempre. Il calore del pubblico è ogni volta diverso, ed assolutamente indescrivibile. Peraltro, ci sono anche, moltissimi fan di Claudio, che lo seguono un po’ ovunque, facendosi più date del tour e che dunque iniziamo a riconoscere.

Come siete soliti trascorrere il vostro tempo libero, tra una data e l’altra?
Viviamo insieme. C’è un grande affiatamento, risate, divertimento e arricchimento personale. Una sorta di microcosmo itinerante molto simile a una famiglia elettiva.

Rossella, un’ultima domanda..Ci puoi parlare dei prossimi appuntamenti lavorativi degli Art of Voice Musica?
Mentre continua il nostro viaggio per l’Italia con i prossimi appuntamenti del ConVoi Tour, il nostro gruppo Art of Voice Musica si prepara anche, a grande richiesta, per due importantissimi seminari di canto che si terranno ad aprile e a maggio. Con me ci saranno oltre a Serena Caporale, Claudia Arvati, Frankie Lovecchio, anche Marco Rinalduzzi e Fabrizio Palma. La formula sarà la stessa, ovvero tre giorni intensi che si concluderanno con una vera e propria esibizione live di fronte al pubblico. I migliori quattro partecipanti ai seminari, decretati da una giuria tecnica, dovranno poi duettare con i big del panorama italiano, durante la seconda edizione de La Voce delle Stelle che avrà luogo a giugno in una importante struttura della capitale.

Tuttoperlei.it ringrazia gli Art of Voice Music e in particolare Rossella Ruini, per la gentilezza e la disponibilità dimostrata, augurando loro tanto successo e tante soddisfazioni.

martedì 1 aprile 2014

SCALETTA DEI BRANI CONVOITOUR DI CLAUDIO BAGLIONI FIRENZE

"Notte di note, note di notte"
"E tu come stai"
"Dagli il via"
"Acqua dalla luna"
"Con tutto l'amore che posso"
"Domani mai"
"Quante volte"
"Sono io"
"Le vie dei colori"
"Poster"
"Amore bello"
"Io me ne andrei"
"Un nuovo giorno o un giorno nuovo"
"Gagarin"
"Dieci dita"
"In un'altra vita"
"E noi due là"
"Una storia vera"
"Cuore di aliante"
"Noi no"
"E tu"
"Porta Portese"
"Avrai"
"Io sono qui"
"Mille giorni di te e di me"
"Viva l'Inghilterra"
"E adesso la pubblicità"
"Quanto ti voglio"
"Questo piccolo grande amore"
"Strada facendo"
"La vita è adesso"
"Via"
"Con voi"