.......

+++++++++++++++++++++++

domenica 30 novembre 2014

VIDEO INTERVISTA BAGLIONI DEL 30 NOVEMBRE 2014

http://www.rockol.it/news-640116/claudio-baglioni-convoi-ultimo-grande-tour-videointervista#article

FOTOGRAFIE CONCERTO BAGLIONI NAPOLI 24 E 25 NOVEMBRE 2014

http://www.ritrattidinote.it/live-report/onvoi-retour-claudio-baglioni-napoli.html

http://www.spaccanapolionline.com/photo/claudio-baglioni-palapartenope/

http://www.lagazzettadellospettacolo.it/musica/11088-claudio-baglioni-convoi-re-tour-contro-disoccupazione-e-razzismo/

RECENSIONE CONCERTO BAGLIONI ROMA 28 NOVEMBRE 2014

di Antonella Dilorenzo
Ci sono canzoni che attraversano la nostra vita in ogni momento. Magari non le ascoltiamo per anni, poi un giorno x ci ricapita per caso di sentirle alla radio e di cantarle a squarciagola in macchina. Ci sono casi in cui queste canzoni le viviamo davvero durante un concerto e ci rendiamo conto che ci hanno accompagnato lungo la vita e che sono l’unica certezza fissa, l’unico punto fermo che non è mai cambiato in questi anni, come il timbro della voce di un cantante.
Ci sono interpreti, poi, che nonostante l’età, le migliaia di volte che hanno portato sul palco i loro successi di una carriera lunga decine e decine…e decine di anni, non si stancano di regalare emozioni massicce.
E’ il caso di Claudio Baglioni.
Ieri ha aperto la prima delle tre date che lo vedranno protagonista sul palco della sua Roma al Palalottomatica per passare in rassegna emozioni musicali del suo cammino professionale – dai nuovi successi come “Con voi”, “Dieci dita” sino ai vecchi: “E adesso la pubblicità”, “E tu” etc.. Baglioni, alla veneranda età di 63 anni, è il prolungamento del braccio dell’ energia: canta, balla, si piega, si atteggia in pose sexy, amoreggia con la chitarra e con l’asta del microfono. Un spettacolo che oltre i 60anni è raro vedere su un palco.
La sua voce non ha perso smalto, anzi se si interrompe per un futile motivo (riprendere i maleducati che non rispettano il posto assegnato e continuano a fotografare e filmare) riesce a riprendere con la stessa enfasi precedente senza cambiare una virgola.
http://musica.excite.it/claudio-baglioni-in-concerto-a-roma-il-28-novembre-recensione-show-esplosivo-di-tre-ore-N154889.html
I suoi “passerotti” saranno andati via non so quante volte, le sue “magliette fine” si saranno strappate ormai a furia di lavaggi, ma quel che resta è la stessa sensazione unica di ascoltarle per la prima volta alla radio ricordando un amore, un’amicizia, un momento particolare.

Un concerto, quello di ieri, durato oltre tre ore con un palcoscenico illuminato a festa, uno show tanto cantato e poco parlato, come ogni fan vorrebbe.

Se non fosse per gli smartphone continuamente accessi, a momenti chiudere gli occhi, ascoltare “Avrai” o “Mille giorni di te di me” ed immaginare i vecchi cuoricini luminosi accessi dondolare al buio, ci ha riportati dritti dritti ad un passato che è un po’ il nostro presente rinnovato ed adattato all’era che stiamo vivendo.

Baglioni è uno che sa far incontrare e la sua musica non ha metri di misura: cantano gli anziani con qualche chilo di troppo e qualche capello bianco in più, ma cantano anche i piccini che magari adesso sbaglieranno le parole e non capiranno il senso di “seguire il tuo profilo con un dito”, ma che fra qualche anno scopriranno quello che biascicavano e ne rideranno con una lacrimuccia nostalgica sul viso.

sabato 29 novembre 2014

TESTO INTERVISTA BAGLIONI SU GRAZIAMAGAZINE NOVEMBRE 2014

CLAUDIO BAGLIONI

QUANDO ERO CRETINO
“Ora che ha fatto pace con la ‘Maglietta fina’ è un  uomo più sereno. E ha smesso di arrabbiarsi con il pubblico che canta le sue canzoni (invece di ascoltarle): “I concerti sono come andare dallo psicanalista. Solo che mi pagano”:

di Giulia Soncini

“Quando Questo piccolo grande amore è arrivata è arrivata aò primo posto in classifica io non ho capito cosa stesse succedendo. Però mi sono preso i tre tram che mi portavano da via Tiburtina, dove era la mia casa discografica RCA, al Prenestino, e dai tram lungo il tragitto guardavo le finestre dei palazzi e pensavo: forse dietro a quella finestra c’è qualcuno che mi conosce, e io non so niente di loro, delle loro vite. Mi metteva una stranezza dentro, come nei romanzi rosa: le farfalle nello stomaco”.
Sono passati 42 anni da quel 1972, Claudio Baglioni si è abituato al pubblico che lo conosce (dice che i concerti ‘sono come andare dallo psicanalista’, e invece di pagare vengo pagato‘),  e in questo tour è evidente la vittoria sul lungo periodo di “La vita è adesso” (1985), del quale fa sei brani su dieci: d’altra parte noi quarantenni nostalgiche abbiamo deciso che è l’album delle nostre vite, essendo uscito quando eravamo alle medie. Quando mi dice che il disco dei miei tredici anni lo ascoltarono in macchina, in casetta, dopo averlo finito, è “va bene che le casette si sentivano male, ma pensai: come ho fatto a fare un disco così brutto, pieno di parole, senza un ritornello”, quasi mi alzo e me ne vado, offesa a nome di tutte le vitaèadessiste che all’epoca portavano l’apparecchio ai denti. “i primi cinque-sei anni non venivamo riconosciuti: la tv faceva pochissima musica. Io mi ricordo che fino a Sabato pomeriggio (1975, ndr) e anche dopo, io giravo per strada tranquillamente. Poi ho girato benissimo, per un anno e mezzo, quando mi sono tagliato i capelli. Andai a Sanremo a prendere il premio per la canzone del secolo (per Questo piccolo grande amore, nel 1985, ndr) e mi scappò la pipì. Ero in prima fila, sono uscito e non mi facevano rientrare: “Guardi che ho la diretta”, e quelli dell’organizzazione “Si, come no”. Non mi riconoscevano, abituati a vedermi con un sacco di roba in testa.
Al concerto di Torino ci sono due momenti di particolare esaltazione del pubblico (me compresa). Uno è su “Chi ci sarà dopo di te respirerà il tuo odore pensando che sia il mio”, verso di Mille giorni di te e di me che parla di ogni fine di ogni storia di ogni amore. L’altro è per l’esecuzione di Io me ne andrei. Baglioni, quando gli faccio notare cosa scalda la platea, sintetizza tutte le paturnie mie e delle altre migliaia che squarciagolavano: “lasciarsi è molto più epico che accompagnarsi”. “All’Ultimo valzer con Art Garfunkel facemmo The Sound of Silence. M’ha fatto un mazzo così,  io ero il direttore artistico, mi trattò come una pezza da piedi, arrivò in sala prove e cacciò tutti e mi fece rifare tutta la pronuncia sillaba per sillaba. Un rompiscatole micidiale: durante le prove tutti i monitor girati, perchè se si vede ripreso gli prende una crisi isterica. E non era gonfio come lo vedi di solito, era un po’ più moscio: poi mi ha spiegato che lui si infila tra i capelli una cannuccia per gonfiarli con l’aria compressa”.
L’Ultimo valzer (1999) chiude il periodo che nella nostra conversazione Baglioni riassume così: “In dieci anni ho fatto quattro trasmissioni tv: quelli della casa discografica mi prendevano e mi buttavano lì dentro”. Quello che non dice è che ci sta ricascando: in queste settimane sta organizzando una prima serata che andrà in onda su Raiuno a gennaio, un suo concerto in diretta da Bologna che dovrebbe essere un evento e una celebrazione, con i suoi colleghi che vanno a cantare i suoi pezzi. Si spera non stravolgendo troppo gli arrangiamenti, come ti viene voglia di fare quando sei costretto a indossare quello che lui chiama “il vestito stretto di allora”: il grande successo di decenni prima che il pubblico pretende, senza rispetto per il tuo esserne annoiato.
“A un certo punto Questo piccolo grande amore non solo la stravolgevo, ma chiedevo alla platea di non cantarla. E il più grave affronto che tu possa fare al pubblico protagonista di oggi è chiedergli di tacere. Oramai si fanno i concerti per un convegno di cineoperatori. La tv ci ha condizionato talmente tanto che, anche se assisti a un evento live, è meglio se te lo rivedi in differita.  C’è la ripresa di quasi tutto, poi la constatazione di com’è venuta la ripresa, il post, e poi il selfie si girano e si riprendono col palco sullo sfondo. Però uno che viene a vederti dal vivo, oggi, con Internet e tutto a disposizione a casa, comunque, è un eroe: bisognerebbe pomiciare con ognuno di loro”.
La maglietta fina sarà sempre il marchio baglioniano per i distratti, per quelli che giurano di non sapere chi è Claudio Baglioni (mentono: tutti quelli che non lo citerebbero mai tra i pilastri della cultura popolare italiana sanno a memoria almeno una dozzina di sue canzoni; non sanno di saperle, ma se ne metti su una poi partono i cori, è un riflesso indomabile). Lui giura di non esserne più snervato, “Alla fine ci fai pace. Non ho più paura di essere quello della maglietta fina: è la pace dei consensi”, e liquida il periodo in cui in concerto si rifiutava di cantarla con la sintesi “Quando ero cretino”.  Se i suoi rapporti con quella canzone lì si sono rasserenati, però, è anche perchè le sentimentali l’hanno abbandonata per Mille giorni di te e di me.
“Mille giorni di te e di me è entrata due dischi dopo, in Oltre, ma era pronta nell’85. Però non era come senti ora, si è raffinata, forse non c’era neanche quell’incipt , “io mi nascosi in te, e poi ti ho nascosto da tutto e tutti per non farti più trovare”, e la fine della prima parte, “una storia va a puttane,  sapessi andarci io”. E poi qualcuno disse “però La vita è adesso è forte”, e in effetti era un pezzo molto intenso, dal punto di vista ritmico. L’ultimo giorno togliemmo Mille giorni e finimmo in una notte e mezza La vita è adesso, in uno studio preso all’ultimo momento, coi tarli...Quasi sempre i dischi si finiscono in maniera disperata. Avrai l’ho fatta in una pausa di Paul McCartney, registrava tutti i giorni tranne il mercoledì: mi infilai nello studio mentre lui giocava a Space invaders”.

PAOLA MASSARI PARLA DI SABATO POMERIGGIO E DEI CONCERTI DI CLAUDIO BAGLIONI

Sapete voi cosa significhi per me assistere ad un concerto di CB?
Ci pensavo stamani rincorrendo le suggestioni che affiorano al risveglio, sempre cariche della carezza intensa della notte
che tutto allevia, e insieme tutto rende intenso e più chiaro.
Innanzitutto il concerto.
Impeccabile.
Sobrio.
Appassionato.
Non un solo istante di distrazione.
Non un solo spazio alla stanchezza. (ché tre ore e un quarto non sono poche!)
Il filo conduttore di una classe inespugnabile, a dispetto delle insidie del tempo e dei cattivi consiglieri.
La professionalità che lascia percepire quanta attenzione, cura, meticolosità (ingredienti della sua eccellenza), siano sempre corredo svettante di una storia così lunga e ricca.
Per me?
Per me è un'infinito album di ricordi che sgorgano e inondano e assediano la memoria ed il cuore.
Di ognuno di quei capolavori di bellezza insostenibile, che si susseguono ignorando e trafiggendo spudoratamente i nostri cuori fragili. Per ogni parola, armonia, accordo, nota senza fine, c'è un'immagine. Meglio. Ce ne sono migliaia che sgomitano per la prima fila nelle grandi stanze della mia mente.
Mi domandavo ieri quanto lunga e prolifica e magnifica sia la grandezza di un patrimonio di note e parole, tale da non trovare lo spazio né il tempo per non essere raccontata che solo parzialmente.
Ieri sera, fra i mille pensieri e le suggestioni intense che mi attraversavano, sballottandomi gli archivi della memoria e i bypass metaforici del cuore, una piccola immagine che voglio donarvi, ha messo un segnalibro fra i ricordi.
La parola "passerotto".
Una parola "audace", a mio avviso, nella sua disarmante semplicità.
Audace perché così tenera, troppo per alcuni, non abbastanza per tacitare la spontaneità di un artista che però, perfino lui stesso, trovava azzardata di un possibile sentimentalismo.
Così, nella nostra prima casa, dove entrando bisognava schivare il biliardino presso il quale consumavamo tanto del nostro tempo di sposi bambini, sul tavolo del salotto, di cui il ricordo più chiaro è l'azzurro intenso della moquette, tra i fogli di musica e parole, quella parola scaturì dopo una ricerca che aveva bocciato ogni altro approdo.
Passerotto. Cosa ne pensi?
Passerotto?
Mmmmm.
Bella responsabilità mi dai.
Di quella parola entrarono subito a confliggere, nella mia smania di perfezione, queste due cose.
La tenerezza, la troppa tenerezza, forse. La verità della purezza dell'ispirazione.
Lui stesso cercava una risposta.
Ebbene. Il passerotto è colpa mia!
Io lo sapevo bene che fosse un po' "rischioso", tanto che qualche anno fa avrei dovuto cantargliele (tanto per restare in tema), a Vaschettino Rossi, che ancora non mandava giù il confronto con un successo forte della sua sola fulgidissima valenza. Privo di supporti ed appartenenze a correnti musicali che sanno garantire adesioni a scatola chiusa (parlo del "rock" e del suo potere primario di adescamento di pubblico).
E Claudio stesso vagliava l'ipotesi di prestare il fianco a quei detrattori che allora e per lungo tempo avrebbero colpito il dono della sua spontaneità che non impediva al sentimento di affiorare fresco e puro, mentre dall'altra parte la "critica" affilava la bieca lama del fraintendimento e tentava di infilzarne il suo vessillo.
E chissenefrega, pensai. E dissi!
Tu hai generato questa immagine, ed io ti dico che quella deve essere.
Passerotto sia.
E passerotto fu.
E ricordo che quando la cantava e la ricantava, faceva una faccina incerta, ancora in cerca di sostegno e conforto.
Che gli offrii fino a che lui, così tanto e profondamente bisognoso del conforto di un ristoro in cui poter specchiare la sua stessa anima, non ne trovò ancora una volta il riflesso nella mia.
E passerotto fu e sarà. Per sempre.
Ecco.
Questo piccolo frammento di cuore e della nostra storia è adesso vostro.
E se regalo lo considerate, sappiate che mai potrà compensare il ritorno del vostro amore immenso, che ho riconosciuto nell'abbraccio commovente di tutti coloro che ieri sera sono venuti a stringermi.
Quell'abbraccio l'ho consegnato a lui, nel mio messaggio notturno di complimenti, perché così come ho detto a lui, quell'amore, Ci appartiene…
Grazie a voi tutte splendide, piccole grandi anime…
‪#‎getupclà‬
Ps. Le "canzoni pipì" esistono.
Ne sono stata testimone.
E se non ci sono urgenze fisiologiche a orientarne la sopportazione, si procede con smanettamenti feroci di tablet e cellulari.
Tiè.

venerdì 28 novembre 2014

PAOLA MASSARI RICORDA E TU DI CLAUDIO BAGLIONI

Raccordo anulare
Ore 22.15.
Radio Dimensione Suono Due 105.3.
E TU, Claudio Baglioni.
!974 Parigi.
Flashback sull'Arte ai tempi dell'Incanto.
Vangelis, un putto gigante irradiato di grazia soprannaturale, che parla attraverso le sue dita paffute e sapienti.
Al centro di un cerchio fatto di innumerevoli tastiere.
Mette piccoli pesi di metallo su note gravi, perché continuino a suonare.
Crea un tappeto sonoro gigantesco, suggestivo.
E poi, con leggerezza e apparente noncuranza accenna, sfiorandole, ad altre note, sovrapposte. Incalzanti. Galoppanti.
Che si fanno humus di altri intrecci ed altre melodie.
Lui è un'intera cattedrale di talento imponente. Travolgente.
Una superba espressione di maestria senza eguali.
Un suono che si apre a mondi sconfinati di emozioni incontenibili.
Ci trascina in una suggestione che abita la sola dimensione dell'infinito. L'assoluto. L'eterno.
E noi due di là, seduti su poltrone sfatte di un aereo dismesso recuperate e portate in quello studio.
Uova all'occhio di bue e baguette calde. Burro salato. Panaché.
Tutto si ferma e ci abbaglia di Bellezza.
Il mondo dell' ordinarietà è FUORI.
Lo straordinario è il solo linguaggio dell'Arte.
E l'aereo decolla per le strade della Musica bella.
Io c'ero.
Io ed il mio privilegio di imparare la Perfezione e la Bellezza.
Mentre si stava scrivendo la storia di uno degli arrangiamenti più straordinari mai prestati come veste ad altrettanto straordinaria canzone.
Mai scorderò tanta travolgente bellezza.
E l'introduzione di "E tu", così come la sua potenza compositiva, ed il resto della veste sonora, per sempre resterà lezione superba e irripetibile di un miracolo da toccare, quaggiù.
Dove i miracoli hanno il solo spazio del miraggio.
Questa sera, ore 21, Con voi, con Lui, al Palalottomatica.
Vi aspetto per un immenso abbraccio.
‪#‎getupclà‬

mercoledì 26 novembre 2014

INCONTRO CON BAGLIONI A NAPOLI

http://www.ilmattino.it/SPETTACOLI/MUSICA/napoli-mattino-concerto-baglioni/notizie/1033289.shtml
C'era una volta... perché è così che iniziano le favole ed io voglio raccontarvi la mia giornata, appunto, da favola. Non mi limito a raccontarvi l'incontro e il concerto di Claudio... ma dal momento che tutto ha avuto inizio.

Scopro per caso di un concorso organizzato dal giornale IL MATTINO, che consiste di scrivere una frase su cosa rappresentano i brani di Baglioni. Il vincitore avrà la possibilità di incontrare Claudio... e mi dico... perché no..!!!

Ci penso per tutta la serata e, come si sa, la notte porta consiglio. Prima di addormentarmi mi viene la frasona ...

"COSA SONO LE CANZONI DI CLAUDIO?...SONO LE CHIAVI CHE APRONO LA CORAZZA DELLA MIA ANIMA ".

Pensata e scritta con tutto l'amore che posso... ma mai e poi mai avrei pensato di essere scelta tra tante... io... proprio io... che in vita mia non ho mai vinto neanche a tombola e che per anni ho faticato a vincere anche a tris, mi trovo l'email domenica 23 novembre ore 20:05 come oggetto: "INCONTRO CON CLAUDIO BAGLIONI"...

Ed è a questo punto che inizia la mia notte insonne a pensare: cosa indosso? che gli dico?... uhhh e quando finisce questa notte per vivere domani...?

E poi inizia il grande giorno. Prima cosa rileggo l'email e mi ripeto IO... PROPRIO IO... e poi inizio a godermi tutta l'attesa del piacere... fatto di ansia, di tante domande: ANDRA' BENE? ANDRA' MALE? SARO' RIDICOLA, IMPACCIATA? POTRO' PARLAGLI?

CI SARA' TEMPO PER SEGNARE NELLA MENTE DEI MIEI RICORDI UN DETTAGLIO, UN PARTICOLARE SOLO MIO?... ma ERO FELICE

Perché avevo gia' vinto... era il mio giorno.
Arriva l'ora X e arriva lui... splendido, bello e affascinante come sempre, con i sui modi da gran signore, gentile e cordiale con un sorriso disarmante. Non è la prima volta che incontro Claudio, ma questa volta era stato il destino. Ero lì perché secondo qualcuno lo meritavo, qualcuno che leggendo la mia frase ha letto nella mia anima e non perché chiedi a qualcuno: "fammelo ti prego conoscere!!!".

L'ho vissuto a pieno senza impaccio, anzi, parlando fin troppo. L'ho abbracciato e guardato più che ho potuto, fisso negli occhi per custodirlo negli occhi della mia memoria. CLAUDIO BAGLIONI, la storia dei nostri tempi, era lì a condividere il mio momento.
Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per la dose infinita di autostima che mi avete procurato.

Poi il concerto... 3 ore no stop di vecchi e nuovi successi con una scenografia bella ed essenziale arricchita con giochi di luci pazzeschi. Musicisti bravissimi. Arrangiamenti meravigliosi di vecchi brani. Non un attimo di incertezza nonostante la 53^ tappa del tour. Il teatro Palapartenope in delirio solo per lui, un oceano infinito di voci.

Lui un animale da palcoscenico, un uomo con una fonte inesauribile di energia, di emozioni, di parole e di note... e pensi: "non voglio che finisca...!!!"... e per me questo giorno non finirà mai.

Grazie di vero cuore.

Giusi Scaraglia

CLAUDIO BAGLIONI PER GENOVA SUL SECOLO XIX


GENOVA NON È PERSA, BASTA FANGO SULLA CITTÀ CHE AMO

C ' è un fango molto più devastante di quello che la natura ci getta in faccia quando proprio non ne può più dell'avidità, cieca e insaziabile, con la quale le mettiamo le mani addosso. È il fango - tutto umano - dell'indifferenza, della commiserazione, dell'oblio e, soprattutto, della menzogna. Quando ci voltiamo dall'altra parte, fingendo di non vedere; quando compatiamo, ma da lontano e con un cinico senso di distacco e superiorità; quando dimentichiamo chi è in difficoltà e ha bisogno del nostro aiuto e, soprattutto, quando mentiamo, sostenendo che, quella di fronte a noi, ormai è una battaglia persa, solo perché non abbiamo nessuna voglia di fare la nostra parte e combattere. Perché il fango della natura si può spalare via e, a lavoro finito, non ne resta più traccia. Il fango umano, invece, è invisibile e infido. Penetra ovunque, contamina tutto e tutto sporca: menti, cuori, coscienze, occhi, gesti, parole. Contro di lui nemmeno la pala degli angeli può nulla. Non a caso, oltraggiare o disonorare irrimediabilmente qualcuno si dice, appunto, infangare. Chi considera Genova disastrata e persa sta facendo questo: la sta infangando. E la colpisce una seconda volta. Ancora più duramente di quanto non abbia già fatto la mano della natura, armata - per ben due volte negli ultimi tre anni dalla stupida follia dell'uomo. Ho suonato a Genova qualche giorno fa: ho visto il disastro, certo, ma ho visto un corpo, non un cadavere. Un ferito, non certo un morto. Ho visto il disagio, la sofferenza, la rabbia, ma anche la determinazione, l'energia, la passione e la voglia di fare. E, soprattutto, la certezza che, lavorando insieme, si riuscirà a riparare la nave e a riprendere presto il mare. Ancora una volta, Genova non impara: insegna. Insegna ciò che solo una grande civiltà sa: che la cultura dell'io ci fa naufragare anche in un bicchier d'acqua, mentre quella del noi è in grado di farci affrontare qualunque mare. Con voi tutto è possibile. La più grande ricchezza di Genova, infatti, non è il mare, la sua abbacinante bellezza o la sua nobile storia: è la sua gente. Dritta, solida e fiera come una polena che, dalla prua del suo brigantino, fissa il mare negli occhi per fargli sapere chi comanda davvero. Lei non lo teme e lo cavalcherà. E, per quanto lui possa imbizzarrirsi e scalciare, lei non si lascerà disarcionare. Nulla fermerà la sua corsa. E, quando la tempesta infuria e la forza delle onde sembra sovrastarla, lei prende un lungo respiro, trattiene il fiato, abbassa la testa, incorna l'onda con la punta del bompresso, la fende e riemerge, per puntare di nuovo l'orizzonte, pronta allo scontro successivo. Tanto perché sia chiaro che non è per caso che si è meritata l'appellativo di "Dominante dei mari". Nulla le farà perdere la rotta e il suo carico arriverà sano e salvo a destinazione. Genova non è in ginocchio. Non lo è mai stata un solo giorno in tutta la sua storia. È non solo perché, da inginocchiati, è impossibile spalare il fango, mettere ordine nelle proprie cose e ricostruire ciò che c'è da ricostruire. Ma perché quello è il suo carattere. E, come la polena di quel brigantino, ci guarda dritto negli occhi. Non vuole il nostro fango. Vuole il nostro rispetto. Chi può aiutare, aiuti; chi non può, si tolga almeno il cappello. Ma, soprattutto, chi non ha una parola capace di vero conforto o soluzioni utili, rimanga in silenzio. Molto meglio tacere che infangare. Un grande amico - a lungo compagno di musica e vita, del quale sento sempre forte la mancanza - ripeteva spesso un modo di dire che definisce bene il carattere genovese: «Sono genovese - diceva - rido poco, stringo i denti e parlo chiaro». Era il suo ritratto. Ed è anche il ritratto nobile, austero, forte e franco della gente di qui. Gente che sa cosa vuol dire strappare la vita al mare e lottare, ogni giorno, per non farsela portare via. E che ha insegnato a tutti noi a condensare il senso di questa lotta senza fine nel distillato di versi e note di canzoni immortali. Per questo sono felice ogni volta che lo sciabordio amico di questo mare mi accoglie: perché ho la possibilità di provare ad essere degno dell'immenso lascito di maestri indimenticabili e, soprattutto, per l'opportunità di ricambiare l'affetto che la gente di qui ogni volta mi dimostra, con la speranza di riuscire - se non a rendere meno raro il suo riso - a regalarle almeno un sorriso in più. E una rinnovata emozione.
Claudio Baglioni

lunedì 24 novembre 2014

RECENSIONE E SCALETTA CONCERTO BAGLIONI EBOLI

http://www.soundsblog.it/post/317362/claudio-baglioni-convoi-retour-eboli-22-novembre-2014-live-foto-scaletta
Claudio Baglioni a Eboli per ConVoi ReTour travolge il PalaSele con oltre tre ore di musica no-stop. Per la precisione 190' di canzoni da tutto il suo repertorio, in un racconto che ha alternato pezzi storici alle novità del suo ConVoi, ultimo Cd ormai entrato nelle orecchie e nella mente dei suoi fans.

Allestimento rigorosamente teatrale per lo show, ma è stato difficile per i presenti al PalaSele restare seduti: scattare i piedi e battere le mani era automatico soprattutto per le prime file della platea ed è stato faticoso per gli addetti alla sicurezza convincere i superfans a restare seduti per non dare fastidio ai vicini.

Inutile dire che nell'ultimo blocco dello show non c'è stata storia: da Strada Facendo in poi Baglioni ha cantato praticamente tra il pubblico tutti davanti al palco (noi compresi, eh) per cantare con Baglioni e stringergli la mano. E lui sul finale si è lasciato anche un po' andare. Un po'. Quanto basta per scendere qualche gradino verso le tante mani, soprattutto femminili e davvero di tutte le età, che volevano rubargli qualcosa.

Tre ore senza pause, se non per ringraziare il pubblico che nonostante il periodo difficile ha scelto di far parte della sua festa di musica, di quel cantiere multilivello che costituisce la scenografia in cui si muovono i cori e i 13 musicisti della sua 'crew', tra qualche coreografia e giochi suggestivi tra luci e voci - tra gli altri su Poster, Noi No, Porta Portese (coloratissima)  - e qualche 'effetto speciale' assolutamente analogico, tra palloncini bianchi ed esplosioni di 'coriandoli'. Il digitale non fa parte dello show di Baglioni, che, fedele alla sua recente laurea in Architettura, lascia che sia la sua voce a costruire l'emozione.

E la voce c'è. 63 anni compiuti a maggio, un fisico da modello (e abbiamo il sospetto che la sua lunga giacca di pelle nera che lo accompagna in ogni show sia la stessa da anni, a testimonianza che per lui le taglie non esistono) e un 'fiato' che non tradisce. Sempre, e comunque, riconoscibile, con qualche virtuosisimo in meno, magari, ma un asciuttezza che dà forza alle canzoni.

Questo Piccolo Grande Amore è per voce sola e piano e il pubblico si scioglie. Su Mille Giorni di Te e di Me il PalaSele esplode. Ma vediamo insieme la scaletta della tappa di Eboli. In ogni tappa, però, c'è qualcosa di diverso: non è 'mai la stessa musica' nello show di Baglioni

Per le emozioni minuto per minuto c'è il nostro live twitting con #BlogoMusica.

Claudio Baglioni in concerto | Scaletta
Baglioni è una garanzia: piace per il suo repertorio e per quella voce che sa far diventare diversa la stessa canzone a ogni live. La scaletta abbraccia i grandi classici della sua carriera - da “La Vita è Adesso” a “Questo Piccolo Grande Amore”, da “Avrai”, “E tu come stai”, passando per “Notte di note”, “Io sono qui”, “Strada facendo” - ai brani del suo ultimo CD, ConVoi, particolare progetto discografico nato online e poi raccolto in forma di album 'tradizionale' con cui è tornato a raccontarsi e a far sentire la sua musica.
Notte di Note
E Tu come Stai?
Acqua dalla Luna
Andiamo a casa
Con tutto l’amore che posso
Domani mai
Quante volte
Sono io
Solo
Amori in Corso
Poster
Amore bello
Io me ne andrei
Un nuovo giorno
Gagarin
Dieci Dita
E noi due là
In un’altra Vita
Cuore di Aliante

Noi No
Quanto ti Voglio
E Tu
Porta Portese
Avrai
Io Sono Qui
E Adesso la Pubblicità
Mille Giorni di te e di me
Sabato Pomeriggio
W l’Inghilterra
Notti
Questo Piccolo Grande amore

Strada Facendo
La Vita è Adesso
Via
Con Voi

E sulle note di In Cammino, Claudio saluta il pubblico di Eboli e va via.

domenica 23 novembre 2014

RECENSIONE CONVOIRETOUR BAGLIONI BARLETTA

http://www.ilikepuglia.it/notizie/cultura-e-spettacoli/bat/23/11/2014/visti-da-noi-claudio-baglioni-fa-sognare-il-paladisfida-di-barletta.html
La seconda parte del tour "Con voi" iniziata ad Ottobre e che porta lo stesso titolo dell'ultimo album di Claudio Baglioni , ha fatto tappa in Puglia al Paladisfida di Barletta.
Tre ore di musica e parole senza pausa cominciano con la melodia di "In cammino" , su un palco bellissimo ed imponente realizzato su vari livelli con musicisti e coristi posizionati in ordine sparso che hanno fatto da cornice alla struttura che ricorda un cantiere (presenti sulla scena infatti elmetti,impalcature,pedane ) metafora della" ricostruzione ideale "auspicata da tutti, e sempre in evoluzione, tema del quale lo stesso cantautore ha piu' volte parlato nelle sue recenti interviste.
Claudio Baglioni fresco,simpatico,coinvolgente con il pubblico ,brillante, anche ballerino e danzatore ,musicista (chitarra e pianoforte) salta, corre e si sposta da un lato all'altro del palco ,sorprendentemente dinamico entra ed esce di scena,indossando ogni volta una giacca diversa.
La voce è quella di sempre, lui sorridente, attraversa le due passerelle (quelle un pò più vicine al pubblico) ed ogni volta è un tripudio di urla e applausi da parte del pubblico numeroso, partecipe, ed entusiasta sin dalle prime note e durante tutto il concerto.
La scaletta accontenta in gran parte i nostalgici ,ci sono i brani senza tempo ormai intramontabili e che sono nella memoria collettiva ;"Notte di note,note di notte","E tu come stai", "Con tutto L'amore che posso " "Poster", "Amore bello","E tu","Porta Portese" ,"Avrai ","Mille giorni di te e di me","Sabato pomeriggio","Piccolo grande amore","Strada facendo" solo per citarne alcuni , eseguiti con nuovi arrangiamenti ed anche in versione acustica; ma non sono mancate le canzoni del nuovo album: "Dieci dita" ,"Noi due là","In un'altra vita" e "Con voi" cantato per il gran finale ,una sorta di inno dedicato ai fans quasi un ringraziamento per l'affetto e l'amore ricambiato da oltre quarant'anni " ....però con Voi è stata sempre una magia tirare tardi per non fermare un'allegria farsi di sguardi..fino a sballarsi di poesia... però con voi è stata tutta un'altra cosa e così sia ..." un testo che in pochi versi sintetizza perfettamente lo spirito e l'emozione di questo spettacolo che si chiude con Claudio sul palco insieme a tutta la grande famiglia del tour.
Ringrazio per la sua gentile e generosa disponibilità Don Riccardo Agresti, da sempre grande amico di Claudio Baglioni, parroco della Parrocchia Santa Maria Addolorata alle Croci di Andria.

sabato 22 novembre 2014

RECENSIONE CONVOIRETOUR DI BAGLIONI TARANTO

http://www.tarantobuonasera.it/taranto-news/cronaca/337240/news.aspx
 Il concerto di Claudio Baglioni a Taranto © Tbs
E’ un “tutto esaurito” già scritto quello di Claudio Baglioni al PalaMazzola di Taranto. Il “ConVoi ReTour” sostenuto dalle nuove canzoni dell’album inedito appena uscito, è un altro enorme successo del cantautore romano. Ha seminato bene in più di quarant’anni di attività. Baglioni è stato sempre coerente con la sua vena artistica. Ha scritto, cantato e girato quando ne aveva voglia. Quando aveva delle cose nuove da proporre al suo pubblico, che non fosse la stessa canzone d’amore. Non ha mai pensato a fare le cose “a scadenza”. D’accordo i primi tempi, Questo piccolo grande amore, E tu, Sabato pomeriggio e poca altra roba appresso. Da un certo momento in poi, quando è diventato padrone del suo destino, del suo “cartellino”, come un giocatore, possibilmente della sua Roma, la musica è cambiata.

Così, come nel concerto di Taranto, si è misurato con le cose nuove, la voglia di fare e cantarcele per tre ore secche di spettacolo. Al PalaMazzola ieri sera erano in molti a chiedersi dove Baglioni prendesse tutto quel fiato, quella voce. Facile. Ogni giorno, tempo permettendo, se non in mare in piscina, Baglioni si fa almeno un paio di ore di nuoto. Sviluppa la capienza, come fanno i cantanti lirici che nei polmoni hanno pneumatici. Si spende bene, il pubblico lo accompagna e lui, il Claudio Nazionale, l’unico, si eclissa solo al cambio degli abiti di scena. L’arte della ricostruzione, un Baglioni più civile, con il suo sguardo sempre oltre, con quella speranza antica che ci riporta alla lunga strada più volta narrata nella sua poetica musicale. Lo spazio scenico è un cantiere, murales sui quali scrivere la storia, l’amore, le speranze, i sogni di intere generazioni che si abbracciano proprio grazie alla sua musica. Soddisfatti gli organizzatori tarantini. Quelli del tour nazionale lo sono da quando Baglioni lo scorso anno aveva deciso di riprendere a girare l’Italia “Con tutto l’amore che posso”, per dirla con una sua canzone.

Introdotto dalle note di In Cammino, attacca con Notte di Note Note di Notte. Canta E Tu come Stai?, Dagli il via, Acqua dalla luna, Amori in corso. Le canzoni hanno un bell’arrangiamento. Sono speculari ai tredici elementi, fra musicisti e coristi, che sul palco si guadagnano la pagnotta. Seguire un Baglioni così in forma è impresa titanica. Ecco Con tutto l’amore che posso, una delle sue più belle. Non risente degli anni. Del resto è come lui, Baglioni, che col passare del tempo, come il buon vino, migliora. C’è l’invito ad accendere i cellulari, la luce rossa degli smartphone. Domani Mai. Arriva Quante volte, Sono io e il secondo invito: cellulare e luce gialla.

Tocca ad Andiamo a casa. Poi un salto indietro: Poster, Amore Bello, Io me ne Andrei, Un Nuovo Giorno un Giorno Nuovo e Gagarin. Gioco di teli, calano e scompaiono insieme con il titolo delle canzoni: Dieci dita. E chi ci ammazza, In un’altra Vita. E’ la volta dei palloncini e Cuore di aliante, Noi no e Quanto ti voglio. Poi E tu, Porta Portese e Avrai. Durante quest’ultima canzone, una palla argento luminosa brilla in alto. Io Sono Qui, E adesso la pubblicità e l’immensa Mille Giorni di te e di me. Il mondo di Claudio Baglioni è una giostra infinita: Sabato Pomeriggio, W l’Inghilterra, Notti, Questo piccolo grande amore e Strada facendo. Claudio invocato a gran voce prosegue. La Vita è Adesso e Via. Ringrazia i musicisti. Con Voi e i saluti, accompagnato dalle stesse note che lo hanno introdotto, In Cammino.

Non è stato un collage di canzoni, ma di emozioni. Quelle sì. E’ un tour con il quale potrebbe girare per anni Italia, isole comprese. Anche la sua musica è un cantiere aperto, le sue canzoni, maturate su quelle tavole, cambierebbero fisico, struttura. Resterebbero belle, potenti, come la voce dell’artista della porta accanto. Un “grazie” a Baglioni dal pubblico tarantino. E un invito, lo diceva all’uscita del palasport di via Battisti. “Purchè non ci faccia aspettare altri otto anni!”.  I tarantini non si stancherebbero mai di Claudio.

CONCERTO DI RAGUSA LA REPLICA DI BAGLIONI AL PARTITO DEMOCRATICO

http://www.quotidianodiragusa.it/2014/11/21/attualita/ragusa-baglioni-non-costero-35-mila-euro/11817
Gli organizzatori dello spettacolo di Claudio Baglioni che avrà luogo il 7 dicembre 2014 presso il Palaminardi di Ragusa, intendono avanzare le seguenti doverose precisazioni: La compartecipazione economica stanziata dall’Amministrazione comunale di Ragusa è di € 27.500,00 oltre iva , e non € 35.000,00 come erroneamente riportato nell’articolo in questione. Come si evince dalla stessa determinazione dirigenziale, l’Amministrazione comunale erogherà alla ditta organizzatrice, a conclusione del suddetto spettacolo e previa presentazione di bilancio conclusivo, una somma proporzionale al raggiungimento del pareggio contabile del bilancio (fino ad un massimo di € 27.500,00 oltre iva). Le previsioni di vendita, dato l’andamento positivo registrato fino a questo momento, fanno preannunciare un concerto sold out e di grande successo con la conseguenza di non utilizzare il fondo economico messo a disposizione dal Comune.

UN PICCOLO NATALE IN PIù CD DI BAGLIONI IN VENDITA CON ALCUNI GIORNALI

http://mondadoriperte.it/2014/11/claudio-baglioni/

DAl 25 novembre 2014 con sorrisi e donna moderna a 10,90 euro più il prezzo della rivista.

giovedì 20 novembre 2014

ULTIMA DATA CONVOIRETOUR BAGLIONI MILANO 17 DICEMBRE 2014

ULTIMA DATA DEL CONVOI RETOUR

MILANO 17 DICEMBRE 2014


DOMANI ALLE 11:00 PARTE LA PRESALE!

CLAUDIO BAGLIONI

'CONVOI ReTOUR'

TIMING Presale:

Start 21/11/2014, h.11.00

End 24/11/2014, h.10.00

 General sale su tutti I canali

24/11/2014, h.11.00


Tutti gli acquirenti che acquisteranno durante la presale riceveranno in omaggio un pass memorabilia.

Il pass memorabilia sarà consegnato esclusivamente ai possessori del biglietto acquistato in presale per lo spettacolo del MEDIOLANUM FORUM ASSAGO - 17/12/2014, nella misura di un pass memorabilia per ciascun biglietto.

Inoltre segnaliamo quanto segue:

 FOURYOU - 4 persone

E’ stata riservata una speciale promozione per i gruppi di 4 persone. A partire dal giorno 21 novembre 2014 alle ore 11:00 e fino ad esaurimento disponibilità sarà acquistabile uno speciale pacchetto [FOURYOU - 4 persone] così composto

 •4 biglietti di I anello numerato tribuna gold (MEDIOLANUM FORUM ASSAGO) al prezzo di €170,00 anziché €230,00

•4 biglietti di I anello numerato (MEDIOLANUM FORUM ASSAGO) al prezzo di €155,00 anziché €207,00

•4 biglietti di II anello non numerato (MEDIOLANUM FORUM ASSAGO) al prezzo di €80,00 anziché €115,00

 F&P Group comunica che riserverà a tale promozione un numero adeguato, ma limitato di biglietti, pertanto l'offerta deve intendersi, "SALVA DISPONIBILITA'".

ROSA D'ARGENTO PER BAGLIONI A ROSETO

http://www.cityrumors.it/notizie-teramo/cultura-a-spettacolo-teramo/90924-pavone-consegna-rosa-dargento-claudio-baglioni.html

Roseto. Il Sindaco di Roseto, Enio Pavone, accompagnato da alcuni rappresentanti dell’Amministrazione comunale, ha consegnato ieri pomeriggio la Rosa d’Argento al cantautore Claudio Baglioni in occasione del concerto che il famoso artista italiano ha tenuto, in serata, al PalaMaggetti.

L’evento ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica e ha visto la partecipazione di numerosi appassionati  fans.

ECCO BAGLIONI A BARLETTA IL 21 NOVEMBRE 2014

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/ecco-con-voi-retour-claudio-baglioni-si-racconta-in-musica-no769991
Ecco «Con voi retour»
Claudio Baglioni
si racconta in musica

di Cosimo Damiano Damato

BARLETTA - Conto alla rovescia per i fans pugliesi di Baglioni che approderà al Paladisfida di Barletta venerdi 21 novembre con il live “Con voi retour”, il concept di questo nuovo viaggio per Baglioni è in queste parole : “Il futuro? Una città che si progetta e si costruisce insieme . La ricostruzione – spiega Baglioni - non è un fatto individuale, ma un processo collettivo. Tutti sono chiamati a fare la propria parte, a mettere in gioco idee, valori, volontà, in una parola: se stessi, perché il futuro è una città che si disegna e si costruisce insieme. Ognuno di noi operaio di questa opera”.

Quello di Baglioni non è un semplice concerto ma un vero e proprio spettacolo teatrale, dalle tinte musical con affondi nel recital, fra racconto del sé e musica. L’arte della ricostruzione, un sentire che rivela il Baglioni più civile, con il suo sguardo sempre oltre, con quella speranza antica che ci riporta alla lunga strada più volta narrata nella sua poetica musicale. Lo spazio scenico è un cantiere, veri murales dove scrivere la storia, l’amore, le speranze, i sogni di intere generazioni che si abbracciano proprio grazie alla musica. Baglioni in questo tour si libera in un canto largo dalle sonorità rock, un graffio, un urlo, una melodia che ammalia, accarezza, muove e commuove, devasta e sorride, preghiere laiche e poesie orfiche, storie che diventano carne viva emozionale, sensitiva vitalità, forza e anima, bellezza e purezza, energia ed adrenalina che esplode in quell’equilibrio folle, disperato e amorevole che è la vita.

In scaletta non solo le canzoni di “Con voi” ma anche quel canzoniere potente che ci dona da oltre 40 anni. Le trame letterarie dei testi delle canzoni di Baglioni vanno a scandagliare nel suo vissuto artistico e personale recuperando le sue perle migliori, o in altri casi canzoni meno conosciute ma che meritano una grande attenzione, senza dimenticare quelle più amate che fanno parte della storia della memoria di tre generazioni. La maturità artistica del cantautore romano la troviamo in quell’incoscienza artistica che viene rivestita da una grande consapevolezza di aver scritto un lungo manifesto per la musica italiana.

Un lavoro fresco, non un semplice restyling ma una vera e propria nuova ispirazione, una riscrittura ragionata che tuttavia in un ossimoro degno della follia dei geni dell’arte ne conserva la sua originalità. Un vero guitto sonoro e narrativo che ancora riesce a commuoverci e che per anni ha dispensato abbracci, dato coraggio, una spinta elegiaca al primo bacio, i primi amori con tutta la complessità dell’universo giovanile fatto di timori ma anche di speranze, sensazioni ed emozioni cullate da incanti e disillusioni. Un viaggio nei ricordi e nelle passioni, un dialogo che rivela una percezione del sé, puro e solitario che mette l’uomo allo specchio delle sue fragilità.

Il Baglioni di Con voi si rivela un grande ammaliatore della parola, ne conosce la forza e la consistenza e la stessa musica quasi minimale si affida all’intensità della parola, fra coraggio, vita, amore e ancora quella maledetta voglia di sognare.

BACKSTAGE BAGLIONI BOLOGNA 15 NOVEMBRE 2014

http://www.radioitalia.it/multimedia/video/artista/1/backstage/1953.php

lunedì 17 novembre 2014

RECENSIONE CONCERTO BAGLIONI GENOVA 13 NOVEMBRE 2014

http://genova.mentelocale.it/61940-genova-claudio-baglioni-voi-retour-genova-recensione/
Genova - Lunedi 17 novembre 2014
Claudio Baglioni è tornato. Dopo il suo Con voi Tour, che ha fatto tappa a Genova con un concerto sold out il 15 aprile, sette mesi dopo, giovedì 13 novembre, si ripresenta al 105 Stadium più in forma che mai. 63 anni e non sentirli, è proprio il caso di dirlo.
Nato a Roma nel 1951, musicista, compositore, autore, interprete, scrittore e architetto, Baglioni ha al suo attivo, dal 1970, ben 15 album originali, 10 album dal vivo, 2 album da interprete e diverse raccolte di successi. In 44 anni di carriera ha creato più di 360 composizioni e 4 opere musicali senza perdere lo smalto.
Ora, in scena, appare assolutamente smart: brillante, elegante, buono e bello, con la sua silhouette giovanile e i capelli sempre folti, anche se bianchi.
Con voi è sempre stata una magia. Senti che lui pensa davvero questo del suo pubblico. Sono le parole della canzone che dà il titolo al suo ultimo album, Con voi, uscito nell’ottobre 2013 seguendo un percorso originale, dato che il cantante ha pubblicato in anteprima sul web i 12 brani inediti, uno alla volta ogni 15 giorni. Ed è proprio una magia la serata stessa. Oltre tre ore di spettacolo senza tregua, dalle 21 a dopo mezzanotte. Sul palco c’è un cantiere, il simbolo di una ricostruzione ideale, coerente con il claim: tutta un’altra musica, tutti operai di quest’opera.
Baglioni inizia con Notte di note. La sua voce calda è sempre la stessa, che a quelli della mia generazione ricorda immancabilmente l’adolescenza e i banchi del liceo. Ci chiede poi: Tu come stai? e interpreta l’omonima canzone del 1978. Seguono Dagli il via, con l’uomo che cerca il suo destino; Acqua dalla luna; Andiamo a casa; la sempre-verde Con tutto l’amore che posso.
La partecipazione da parte del pubblico, che inizialmente siede ordinato nelle file, è densa. Da subito centinaia di cellulari si librano sopra le teste per registrare e scattare foto. Poi, all’improvviso – proprio come lungo il Tevere può capitare di inciampare dentro un bacio –, ci sono brani che fanno scattare tutti in piedi, all’unisono.
Si prosegue con Domani mai; Quante volte; Sono io – di nuovo in piedi –; Solo; Amori in corso.
Poster viene interpretata con le luci virate sul blu e Baglioni siede davvero sopra una panchina fredda del metrò: immortale, vibrante, commovente, con quel sogno di fuggire via trascinato nell’aria.
Poi ci sono Amore bello (1973), cantato a squarciagola dai più; Io me ne andrei; Un nuovo giorno o un giorno nuovo (da La vita è adesso, 1995); Gagarin (da Solo, 1977) che, visto il tema, Baglioni canta dall’alto delle impalcature.
E finalmente arriva qualcuna delle più recenti canzoni. Te ne accorgi, perché la gente intorno a te si zittisce, dato che non ne conosce ancora le parole a memoria. Dieci dita – cerca sempre di essere felice / e non ti manchi mai l’incanto –; E noi due là; In un’altra vita.
Si prosegue con Cuore di aliante – sempre in piedi, ondeggiando a ritmo – e Noi no, che fa sollevare foreste di mani con l’indice alzato a sottolineare il ritornello.
Da adesso l’atmosfera si scalda e il pubblico incomincia a invadere i corridoi di passaggio tra le sedie.
Contribuiscono alcuni classici, come le intramontabili Quanto ti voglio; E tu; Porta Portese. Poi Baglioni, che sinora ha suonato chitarra e percussioni, si siede al pianoforte per interpretare Avrai, una grande canzone del 1982, dedicata al suo unico figlio Giovanni, appena nato, al quale augura, tra l’altro, di avere sempre una radio per sentire che la guerra è finita.
Quindi scandisce un conto alla rovescia, da 10 a 1, e grida: Tutti! È il pretesto per cantare Io sono qui, dove ricorda che siamo tutti dentro la storia e auspica simbolicamente: non perdiamoci più di vista. W l’Inghilterra.
Sento che occorre farsi sotto al palco, adesso, e guardare da vicino le vene che pulsano nella gola del cantante, le gocce di sudore, i capelli scompigliati, le mani che stringe, il suo sguardo allo stesso tempo felice e stanco.
Questo piccolo grande amore, la canzone del secolo. Strada facendo. La vita è adesso. Tutti cantano e poi saltano e battono le mani a tempo. E arriva il gran finale: Con voi. È il momento del contatto con il pubblico (con voi c’è stata tanta fantasia), sulle parole quanto mai attuali della canzone che denomina anche il Tour: Questo è il tempo di (…) diventare liberi / di cercare un mondo nuovo e nuove identità / di restare semplici / e questo è il tempo di guardare con ingenuità, / di tornare piccoli, / di salvare la speranza nella verità, / di morire giovani.
Indossando l’elmetto da cantiere, insieme al suo team di strumentisti e voci, che presenta e ringrazia, Claudio Baglioni se ne va cantando: In cammino. Sulle impalcature rimangono lavori in corso, per il futuro.
Linda Kaiser

POLEMICA DEL PARTITO DEMOCRATICO SUL CONCERTO DI RAGUSA DI BAGLIONI

http://www.quotidianodiragusa.it/2014/11/17/politica/claudio-baglioni-in-concerto-a-ragusa-pdcosta-troppo/11712
Insomma, con tutto il rispetto per l’artista Baglioni che ha fatto la storia della musica leggera italiana, sono solo canzonette (citazione d’obbligo anche dell’ottimo Bennato) e i 35 mila euro di contributo da parte del Comune per il concerto dell’artista del 7 dicembre sono troppi. E’ questo il succo della polemica aperta dal circolo Pd Rinascita Democratica sulla partecipazione finanziaria comunale all’evento. L’esponente del circolo democratico, Giuseppe Lizzio, solleva la questione alla luce delle motivazioni contenute nella determina dirigenziale che impegna la somma in questione. Secondo Lizzio infatti, nell’atto si parla in primis di “favorire il pieno sviluppo culturale dei cittadini e l’incremento turistico della città” ed è facile obiettare che “si tratta solo di canzoni lontane anni luce da eventi culturali di ampio respiro e densi di contenuti. Anche per quanto concerne la promozione turistica della città attraverso un concerto, si tratta di una affermazione che mette in luce tutti i propri limiti, anche in considerazione del fatto che quella di Ragusa non è l’unica ed esclusiva tappa del tour di Baglioni in Sicilia”. Ma a maggior ragione l’esponente democratico si dice stranito dall’altra motivazione contenuta in delibera, ovvero che la somma di 35 mila euro serve anche ad “evitare sostanzialmente una perdita netta che avrebbe fatto desistere la ditta dal procedere nell’organizzazione dell’evento”. Infine, all’intero circolo Rinascita Democratica non è andato giù che “il contributo del Comune non porta ad una riduzione del costo del biglietto per assistere al concerto (si va da un minimo di 30 euro ad un massimo di 60) con una palese disparità di trattamento che l’Amministrazione comunale di Ragusa si ostina a perpetrare nei confronti di altri enti o associazioni che con grande fatica ogni giorno fanno sì cultura in questo territorio, non ricevendo alcun aiuto di carattere economico ma anzi al contrario indifferenza e ostilità. Ecco perché riteniamo che questa ingente somma di denaro sia stata dissipata”.

Daniele Distefano

GRANDE ATTESA PER BAGLIONI A TARANTO 20 NOVEMBRE 2014

http://www.tuttosporttaranto.com/fuori-dal-campo/tst-eventi/item/6404-claudio-baglioni-e-taranto-un-abbraccio-lungo-trent-anni.html
Giovedì 20 novembre concerto al Pala Mazzola

Tutto comincia con “Ale-Oò” allo Iacovone, poi Ippodromo e palazzetto di via Battisti, due volte. In provincia, fra pubblico e privato, Manduria e Marina di Leporano. Unico settore disponibile il Primo anello numerato.

Claudio Baglioni in concerto a Taranto il prossimo 20 novembre al Pala Mazzola. Si va verso il “tutto esaurito”. Unico settore, ma anche questo speditamente verso il “sold out”, è il Primo anello numerato (60 euro).

C’è voglia del cantautore romano che farà tappa nel capoluogo con il concerto ConVoi ReTour, uno spettacolo lungo tre ore, con il protagonista di un nuovo album di inediti, sul palco dall’inizio alla fine dell'attesa performance. Non è la prima volta, non sarà nemmeno l'ultima volta in cui Baglioni ha fatto tappa a Taranto. Diverse le occasioni che raccontano questo legame con il capoluogo ionico. La “prima” tarantina risale a più di trent’anni fa, stadio “Iacovone”, il 17 luglio del 1982. Il calcio italiano si è appena laureato Campione del mondo. Il tour con il quale Baglioni si misura con il pubblico degli stadi è l'Alé-Oò, un album live con appendice, straordinaria, inedita, “Avrai”. Sua moglie Paola, ha appena dato alla luce Giovanni e Claudio ha scritto una delle canzoni più delicate del suo repertorio. C’è un aneddoto ce riguarda quel concerto tarantino. E’, più o meno, in uno stato confusionale, gira in lung e largo l’Italia. Come un calciofilo con l’orecchio teso alla radiolina, per conoscere il risultato della sua squadra, Baglioni è in costante contatto con la clinica nella quale la moglie è ospite. Dopo gli applausi, i cori, l’introduzione, Claudio si fa sfuggire un “Ciao Foggia!”. Si fa subito perdonare con le sue decine di canzoni, presentate per oltre due ore come grani di un rosario.

Il secondo live di Baglioni a Taranto, è nel 1995, all'Ippodrono Paolo VI, è il Tour Giallo. Anche qui l’affluenza è di quelle esagerate. Si ripete al Pala Mazzola nel 2004 (Crescendo), primo di due concerti (quello del prossimo 20 novembre è il terzo). C'è un “tutto esaurito”. In quell'occasione assume un impegno, tornare a Taranto alla prima occasione. Così è.L'artista romano è come il vino, più matura più piace. Registra “sold out” due anni dopo, nel 2006, il tour è Tutti qui. E, finalmente, dopo circa otto anni, eccolo daccapo in città, ancora una volta al Pala Mazzola. I biglietti, raccontanto i punti-prevendita, vanno via come il pane. Restano pochi biglietti, rivolgersi a Box Office, Bar Mokambo o Ticket One (on line).

Ci sono, poi, altre performance di Claudio Baglioni. Intanto una, teatrale, all'Orfeo di Taranto. E’ il novembre del 2001, la richiesta è così esagerata che i biglietti finiscono in poche ore, i fan fanno fila al botteghino del teatro a partire dalla mezzanotte. Il tour è Incanto tra pianoforte e voce. Tutti seduti, nessuno in piedi. Chi resta fuori, e sono tanti che avrebbero voluto entrare, blocca via Pitagora. I fan lanciano una richiesta: lasciare le porte del teatro aperte. Il traffico viene deviato, Baglioni può dirsi orgoglioso di aver fatto pienone anche nelle strade cittadine.

Due volte Baglioni fa un salto in provincia. Il primo nel 2000, nel Parco archeologico di Manduria, Sogno di una notte di note. La seconda a Marina di Leporano (Canneto Beach), Pianoforte e voce. Quest’ultima, più che la data di un tour è uno straordinario regalo ai suoi fan che nel comune a pochi chilometri dalla città, arrivano da ogni parte d’Italia.

C’è un Baglioni impegnato nel sociale. Sono diversi i suoi concerti in beneficenza. Non si contano le manifestazioni a cui prende parte. Una di queste è a favore dei Bambini del Beslan. C’è una partita nel primo pomeriggio a Taranto, il 28 ottobre del 2004 ripresa dalla Rai, fra parlamentari italiani e russi. Il calcio d’inizio è dell'allora presidente della Camera, Pierferdinando Casini. E’ una giornata di sole, Baglioni fa ingresso in campo fra il primo e secondo tempo. A un pubblico fatto in buona parte da scolaresche della provincia, con alunni che lasciano volare in cielo cinquecento palloncini bianchi, l'artista romano vestito completamente di bianco, chitarra e voce, dedica le sue “Strada facendo” e “Avrai”. Giovedì 20 novembre, dunque, sarà l'ennesima prova di affetto ed empatia fra Claudio Baglioni e il pubblico di Taranto. Per dirla con le parole del cantautore romano, anche stavolta “Tutto in un abbraccio”.

Claudio Baglioni al Palamazzola di Taranto, giovedì 20 novembre. Prevendite presso Box Office, via Nitti angolo via Oberdan (099.4540763); Bar Mokambo, via Liguria 77 (099.331137); on line: Ticket One.

venerdì 14 novembre 2014

AUDIO INTERVISTA BAGLIONI GENOVA NOVEMBRE 2014

http://www.babboleo.it/radio-babboleo/musica-eventi/164386-babboleoit-incontra-claudio-baglioni

INTERVISTA BAGLIONI AL CORRIERE DELLA SERA 14 NOVEMBRE 2014

http://www.corriere.it/cultura/14_novembre_14/claudio-baglioni-8b5bfb10-6bc5-11e4-ab58-281778515f3d.shtml
Il successo è meraviglioso, certo. Ma anche inutile. A meno di non sfruttarlo per realizzare i nostri sogni «perduti». Come riprendere quegli studi in architettura abbandonati tanti anni fa (con quindici esami già passati) e laurearsi con una tesi sul restauro e la riqualificazione urbana del Gasometro di Roma. L’architetto Claudio Baglioni, dall’alto dei suoi (oltre) 20 milioni di dischi venduti, si entusiasma ancora ricordando quel suo ritorno sui banchi dell’Università: «Mi avevano invitato a Valle Giulia a tenere una lectio magistralis , un altro dei vantaggi del successo e della celebrità, si è chiamati a parlare anche se magari non si bene cosa dire, facendo un po’ la figura che faceva Marilyn Monroe quando andava tra i soldati in Corea... Alla fine il rettore mi ha chiesto: perché non si laurea? Ci ho provato. Alle prime lezioni avevo una paura incredibile, mi nascondevo con gli occhiali scuri, anche due paia me ne portavo dietro». L’esame più difficile? «Scienza delle costruzioni, un classico. Nella commissione c’era un ingegnere, l’ho un po’ adulato dicendo che senza i calcoli degli ingegneri non potremmo fare nessuna architettura, lui mi ha risposto parlandomi di certi gruppi musicali dell’underground inglese che nemmeno conoscevo». E che quella di Baglioni per l’architettura (i suoi progettisti preferiti? Wright e Le Corbusier) non sia comunque un’infatuazione passeggera lo dimostra un’immediata precisazione: «Ho fatto anche l’esame di Stato, con un progetto per la città multietnica, con gli edifici colorati in modo diverso a seconda della loro destinazione».
Fare l’intellettuale
Quando aveva diciassette anni, Baglioni amava i racconti di Poe, l’esistenzialismo, i lupetti alla Juliette Greco: «A Centocelle o si diventava delinquenti o intellettuali, io avevo scelto la seconda possibilità, l’avevo fatto così bene che mi chiamavano Agonia mentre i miei coetanei erano il Mastino, il Volpe e un apprendista idraulico soprannominato il Galleggiante». Oggi, a sessantatré anni compiuti, nonostante continui ancora a vestirsi di nero (un nero più minimalista che gotico) ha scoperto il gusto del divertimento e del «cazzeggio», perché «anche se la vita non è un gioco, giocare mi piace, mi fa sentire vivo. Anche se qualche volta mi accorgo che alle sei del pomeriggio sto già pensando alla minestrina della cena e questo è segno che la vecchiaia ormai avanza». Sognando di comporre una messa, Baglioni trascorre il tempo lasciato libero dai concerti nuotando («Mi sento un uomo pesce») e soprattutto guardando in tv i programmi d’informazione: «Mi piace tenermi aggiornato, ma l’approfondimento in tv è una depressione continua, con tutti che si parlano addosso. Meglio, molto meglio guardare i documentari sulla natura come faceva mio padre». Lo stesso padre che lo voleva boxeur e che, mentre sentiva la voce e pensava di farsi prete e già faceva il catechista, lo portava a vedere gli incontri di pugilato «mettendogli però le mani sulle orecchie per non fargli sentire quello che dicevano ai margini del ring». E forse proprio in virtù di questo suo passato da quasi-boxeur Baglioni assicura di non voler finire «la carriera come un pugile suonato, cantando fino all’ultimo». E sogna, magari, «di rinchiudermi un giorno in un convento». La televisione? «Oramai celebra la mediocrità e la non-professionalità. È come il videocitofono».

Anarco-mammoni
Credente ma poco praticante, così si definisce oggi Baglioni: «Mi ero allontanato dalla religione quando un sacerdote sgridò mia madre perché eravamo entrati in chiesa passando dalla sacrestia. E anche i riti della settimana santa, così affascinanti ma anche così tragici, hanno finito per raffreddare il mio impeto. La Chiesa ha bisogno invece di alleggerirsi, di infondere entusiasmo. Proprio come sta facendo papa Francesco con la sua empatia capace di anticipare la sensibilità delle persone». Le capita ancora di pregare? «Da solo, con parole mie, quando ne sento il bisogno o quando un mio caro amico sta male». Le guerre la spaventano? «Mi preoccupano certo, ma penso che la cosa più grave è questa maledizione del presente, come la chiamo io, che fa crescere i nostri giovani con la paura del futuro». Baglioni è stato tra i primi artisti che ha parlato di immigrazione. Qualcosa è cambiato? «Purtroppo sembriamo incapaci di trovare una soluzione. È come se questo dramma sia stato metabolizzato. D’altra parte è uno dei vizi degli italiani: hanno sempre bisogno di qualcuno che ri-solva i loro problemi. Sono, insomma, degli anarco-mammoni». C’è persino un modello cinematografico che descrive questo modo d’essere: «La commedia all’italiana, per quanto fantastica, ha finito per celebrare gli eroi viscidi e mascalzoni interpretati da Sordi. Io preferisco i film di Germi o di Nazzari, dove non c’era mai il compiacimento della furbizia».

Informatissimi ignoranti
Anche Baglioni frequenta i social network, ma forse più di altri artisti sembra essere molto critico verso i nuovi media: «Sono una grande illusione, ti fanno sentire importantissimo anche se non lo sei. E ci hanno trasformato in una tribù di informatissimi ignoranti. Meglio invece i matti, gli scienziati, i visionari e i taciturni, perché io stesso posso immaginare il loro mondo, così come al ristorante mi piace inventare la storia delle persone del tavolo accanto». Anche Baglioni fanatico del selfie? «No. Meglio il caro vecchio autografo con dedica o la fotografia. Oggi, invece, alla stazione o all’aeroporto siamo prede dei cacciatori di selfie che si avvicinano, scattano e scappano via senza dirti una parola». Perché quello che conta per Baglioni è trovare un contatto «vero» con la gente e con il mondo, nonostante i possibili rischi: «Una volta Elio delle Storie Tese mi ha invitato a una serata per esordienti in un teatro in Toscana. In sala c’era l’applausometro, io ho cantato “in incognito” Strada facendo e ho perso con una coppia di illustri sconosciuti... Sapessi quanto mi sono divertito!».

BAGLIONI FORSE A THE VOICE 2015

http://www.televisionando.it/articolo/the-voice-of-italy-2015-giudici-claudio-baglioni-e-carla-bruni-coach-del-talent-show-di-rai-2/106373/
Sensazioni anticipazioni in arrivo su The Voice of Italy 2015 e il quartetto di giudici. Claudio Baglioni e Carla Bruni saranno tra i coach del talent show di Rai Due? Così vogliono le ultime e clamorose indiscrezioni, che annuciano la madame francese come rimpiazzo di Raffaella Carrà. Quest’ultima sarà infatti impegnata a partire da gennaio con lo show in prima serata Forte, Forte, Forte, e non potrà portare avanti l’impegno con The Voice, che pure ha tenuto alta la sua immagine negli ultimi due anni. La produzione si trova quindi di fronte al difficile compito di sostituirla: sarà la signora Sarkozy la donna giusta per ricoprire il ruolo?
Il rumor arriva da Blogo, che lancia la news dell’approdo di Carla Bruni a The Voice of Italy 2015. La notizia rappresenta un vero colpo di scena e, laddove confermata, segnerebbe una svolta decisiva per il talent show di Rai Due. Il programma si trova infatti a dover affrontare la partenza della Carrà, e molto probabilmente anche di Noemi. Le due componenti femminili della giuria hanno dato tanto a The Voice, sia in termini di qualità che di intrattenimento televisivo, e non sarà facile sostituirle. I nomi che sono stati fatti nelle ultime settimane hanno però grande risonanza: Claudio Baglioni è una delle massime personalità musicali italiane, la cui sola immagine basta a far impennare gli ascolti. La Bruni non ha certo la sua rilevanza artistica, ma si è fatta conoscere in lungo e in largo, senza contare che è riuscita addirittura a pubblicare tre album in Francia.
Se le anticipazioni dovessero essere confermate, quella della Bruni sarebbe l’unica presenza femminile del cast, dato che sia Piero Pelù che J-Ax continueranno a far parte della squadra.
Aggiornamento del 13 novembre 2014 a cura di Valentina Proietti

http://www.tvblog.it/post/621930/claudio-baglioni-a-the-voice-2015-anteprima-tvblog
Mentre Raffaella Carrà sarà impegnata nel suo grande rientro sulla prima rete del servizio pubblico radiotelevisivo con il nuovo show Forte Forte Forte, di Sergio Japino, è rimasta vuota una casella dello spettacolo musicale di Rai2 The Voice of Italy. La casella che è rimasta inopinatamente vuota è proprio quella di Raffaella Carrà, quella cioè che ha dato il maggior impulso propulsivo, per quel che riguarda il richiamo mediatico, quando questa trasmissione esordì dalle frequenze del secondo canale della televisione pubblica italiana.

Mentre le poltrone di Noemi, Piero Pelù e di J-Ax, appaiono tutto sommato confermate, l’unico vero interesse, da qui all’inizio di questo spettacolo musicale, sembra sia davvero su chi prenderà il posto del caschetto biondo più celebre della televisione italiana. Secondo le indiscrezioni e le voci che circolano nei consueti ambienti bene informati della nostra televisione, da prendere assolutamente con le "pinze", il ruolo che fu di Raffaella Carrà, potrebbe essere preso da uno dei cantautori più celebri, prolifici e di successo del nostro panorama canoro.

Claudio Baglioni dunque, potrebbe “buttarsi” nell’agone dei talent show della nostra televisione e diventare il quarto giudice, coach o come preferite chiamarlo, della terza edizione dello spettacolo musicale di Rai2 The Voice. Baglioni per altro che era già in predicato di condurre un paio di serate-evento sulla prima rete della Rai, con uno spettacolo tutto cucito su di lui. Ma una cosa, potrebbe non dover escludere l’altra. Anzi, l’una potrebbe essere il lancio, o il traino, come preferite, dell’altra.

Staremo a vedere se la tradizionale ritrosia e timidezza del cantautore romano, potrà essere in qualche modo “vinta”, da questa proposta televisiva, anzi da queste due proposte televisive.

giovedì 13 novembre 2014

SPOSTATO CONCERTO BAGLIONI DA ANDRIA A BARLETTA DEL 21 NOVEMBRE 2014 CONVOIRETOUR

http://www.fepgroup.it/it/news/il-concerto-previsto-ad-andria-il-21-novembre-spostato-lo-stesso-giorno-barletta-al-paladisfida
I biglietti già acquistati restano validi per lo spettacolo di Barletta.

 Il CONVOI ReTOUR, la seconda parte del progetto live di Claudio Baglioni, il prossimo 21 novembre, farà tappa a Barletta. Il concerto inizialmente previsto ad Andria, si svolgerà lo stesso giorno al Paladisfida di Barletta.

Lo spostamento, dovuto a problemi organizzativi, prevede che i biglietti già acquistati per Andria, siano validi per lo spettacolo di Barletta.

F&P Group, organizzatore dell'evento, pubblicherà giovedì 13 novembre 2014 sul proprio sito (www.fepgroup.it) info dettagliate sull'assegnazione dei settori per i biglietti precedentemente acquistati e info sulle diverse tipologie di biglietto con specifica di eventuali modalità di cambio biglietto/settore. Inoltre, considerata la particolarità della situazione, l'Organizzatore ha ritenuto di dedicare una speciale attenzione commerciale agli acquirenti dei biglietti: a partire da lunedì 17 novembre 2014 (e fino a mercoledì 19 novembre 2014) sarà possibile contattare l'Organizzatore via mail scrivendo all'indirizzo: infoclaudiobaglioni@fepgroup.it al fine di ricevere assistenza e risposte ai quesiti relativi ai biglietti.

Gli acquirenti che volessero comunque richiedere il rimborso dei biglietti acquistati potranno farlo rivolgendosi ai punti vendita TicketOne o BookingShow entro e non oltre giovedì 20 novembre 2014.

Per i biglietti acquistati on line sul sito TicketOne.it o tramite call center - "ritiro sul luogo dell'evento" il rimborso dei biglietti potrà essere richiesto scrivendo all'indirizzo email:

ecomm.customerservice@ticketone.it entro e non oltre giovedì 20 novembre 2014.

Per i biglietti acquistati on line sul sito TicketOne.it o tramite call center - "spedizione tramite corriere espresso": Il cliente dovrà spedire i biglietti, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, entro e non oltre giovedì 20 novembre 2014 (data timbro postale) presso:

TicketOne S.p.A.

Via Vittor Pisani 19

20124 Milano

C.a. Divisione Commercio Elettronico

AUDIO INTERVISTA CLAUDIO BAGLIONI BRESCIA NOVEMBRE 2014

https://www.youtube.com/watch?v=Rve4eoh6xkA

mercoledì 12 novembre 2014

RECENSIONE CONVOIRETOUR BRESCIA 10 NOVEMBRE 2014

http://www.bresciaoggi.it/stories/Spettacoli/940509_baglioni_kolossal_senza_sold-out/?refresh_ce#scroll=1651
Il bis di Claudio Baglioni non travolge la Leonessa: erano solo poco più di 1500 gli spettatori che ieri sera non hanno voluto mancare all'appuntamento con il «comeback» del cantautore romano, tornato ad esibirsi a Brescia a pochi mesi dal successo del concerto tenuto in aprile al Palageorge di Montichiari.
Vero è che in quella rappresentazione primaverile il «ConVoi Tour» era nella sua prima fase, mentre la tappa di ieri rientrava nel secondo capitolo dell'ambizioso progetto live, battezzato «Re-Tour» e partito ad ottobre da Bruxelles: forse però le annunciate differenze fra i due show non sono state adeguatamente percepite dal pubblico, col risultato che alla fine, nello storico ciambellone del Palaeib, si è radunata una platea inferiore alle attese e molte sedie sono rimaste vuote. Ma il dato numerico è risultato inversamente proporzionale all'entusiasmo.
IL TRASPORTO ed il coinvolgimento corale dei fan, per quanto messi a dura prova da una performance-maratona di tre ore, non hanno mai conosciuto cedimenti, a testimonianza di un rapporto di fedeltà comunque solido a dispetto delle «defaillance» di presenze.
Sotto tale profilo, si potrebbe quasi immaginare questo nuovo show di generosissime proporzioni come una sorta di dedica esclusiva ai fan «da zoccolo duro»: un concerto-fiume, fedele all'idea che spendersi senza risparmio sia la via maestra per tener fede ad una sorta di sacro vincolo con il proprio pubblico, ma anche un manifesto della «baglionità» a 360 gradi, declinato in una scaletta impossibile da 35 brani, in cui l'autore di tante melodie impresse nell'immaginario degli italiani cerca di raccontare il suo passato senza per questo rinunciare a dire qualcosa sul proprio futuro.
Sostenuto da una kolossal-band di 13 elementi, solido al comando e padrone del gioco nonostante le 63 primavere, Baglioni si è profuso in un diluvio di canzoni: quelle storiche, da «E tu come stai» a «Solo», da «Poster» a «Io me ne andrei», ma anche quelle nuove dell'album «ConVoi», in lotta per guadagnarsi una piccola fetta di quel fascino da intramontabili evergreen delle più illustri ed antiche colleghe di repertorio, in un gioco di rimandi concluso in un trionfo finale d'applausi.
Claudio Andrizzi

lunedì 10 novembre 2014

CLAUDIO BAGLIONI RICORDA LA SIGNORA FIORENZA E SANDRO CENTOFANTI

https://www.facebook.com/claudiobaglioniofficial?fref=ts
Nuvole basse sul grigio bagnato di fuori.
Un umido caldo novembre
che passa sullo schermo degli occhi
e nell'oscuro silenzio del cuore.
Se ne sono andati a distanza di un giorno
Fiorenza, una dolce silenziosa signora
che per un lungo tempo mi è stata messa dalla sorte
come seconda mamma
e Sandro, un uomoragazzo della mia età
con il quale ho diviso speranze di musica e vita,
e la prima sgangherata amicizia.
E mentre scrivevo sul vetro affumato Prima o poi tutto va
ho pensato che noi andiamo avanti.
In questo tempo difficile e duro
di pioggia e di crisi
la nostra compagnia di giro avanza imperterrita
e ogni giorno costruisce il suo cantiere di arti e mestieri
per accogliere i tanti che entrano dentro le arene
a raccogliere buone energie e nuove emozioni.
Tutti a fare ogni volta del nostro meglio
e a dare ogni sera tutto quello che c'è.
Siamo ancora in cammino
e sempre in cammino saremo
anche per quelli che ci portiamo appresso
nei nostri ricordi di viaggio.
Nel consunto e orgoglioso bagaglio del tempo.

domenica 9 novembre 2014

RECENSIONE CONVOIRETOUR CLAUDIO BAGLIONI TRIESTE 7 NOVEMBRE 2014

http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2014/11/08/news/notte-di-note-a-trieste-con-claudio-baglioni-1.10274364
TRIESTE. Un cartello gli urla "Bentornato Cla', Trieste ti ama". Lui, Claudio Baglioni, spolverino bianco e chioma argentata, attacca con "Notte di note" mentre il sipario copre ancora la scena e i musicisti. È già tempo di "E tu come stai", per aprire la tappa triestina della tranche autunnale del “Con voi ReTour 2014” al palasport di via Flavia affollato da oltre tremila persone. In scena ancora lui, il "divo Claudio", il "re di Roma", uno dei massimi interpreti e protagonisti della canzone italiana degli ultimi cinque decenni.

Imbraccia l'elettrica e prosegue con "Dagli il via". Il palcoscenico è un cantiere, il “messaggio” è che qui c’è tanto da ricostruire. Quasi a voler cercare anche lui la strada che condurrà il Paese fuori dall’incertezza e dalla crisi. Ripartendo però da noi stessi.

L’architetto Baglioni (si è laureato una decina di anni fa, riprendendo gli studi abbandonati da ragazzo, a causa del successo nella musica...) dimostra ancora una volta la sua naturale predisposizione per i disegni, i progetti, le ambientazioni. Oltre ovviamente che per la poetica quotidiana fatta canzone.

In tre ore, accompagnato da una super band di tredici polistrumentisti e coristi, racconta oltre quarant’anni di carriera discografica (ma l’esordio vero e proprio, in un concorso per voci nuove, avvenne nel ’64, giusto mezzo secolo fa, quando il nostro aveva appena tredici anni...), in un concerto che somiglia davvero a una raccolta di grandi successi.

C'è solo l'imbarazzo della scelta, pescando dal suo infinito canzoniere: da “Con tutto l’amore che posso” a “Quante volte”, da "Sono io” a “Poster" (da solo alla chitarra, con i coristi), “Amore bello”, “Io me ne andrei”, “Gagarin”, “E tu”, “Porta Portese”, “Avrai”, “E adesso la pubblicità”, “Mille giorni di te e di me”, “Strada facendo”, “Sabato pomeriggio”, ovviamente “Questo piccolo grande amore”... Verso metà concerto, spazio anche a qualche brano dell'album "Con voi", pubblicato un anno fa.

Molti dei classici possono contare sul coro spontaneo, non c’è nemmeno bisogno di sollecitarlo, come fanno diversi cantanti .

Baglioni assiste compiaciuto, sono dichiarazioni di affetto anche queste. E decide di offrire al suo pubblico quel che la gente vuole, in equilibrio sul crinale della memoria.

Un tempo diceva che non rinnegava “magliette fini” e “passerotti”, ma dava l’impressione di averne abbastanza. Volendo dimostrare che in tanti anni di carriera aveva e ha scritto anche altro. Ora sembra aver “fatto la pace” anche con quei suoi brani di tanto tempo fa, sentimentali e per certi versi "basici”, di quella “semplicità difficile a farsi”, colonna sonora di mille amori adolescenziali, che facevano sognare le ragazzine.

Dice che «c’è stato un momento nel quale mi ha pesato. E molto. Non a caso per anni ho cercato di cambiar pelle ai miei pezzi. Ho cambiato gli arrangiamenti, stravolto l’armonia, talvolta ho modificato persino le melodie. Avevo bisogno che le canzoni suonassero nuove. Per me ma anche per chi veniva ad ascoltarmi. È un’esigenza comune a molti musicisti. Poi ho capito che, una volta realizzate, le canzoni non ci appartengono più. Sono di chi le ascolta. E chi le ascolta spesso le ama per come le ha sentite la prima volta. Ho capito che, se il pubblico le ama per quel che sono, significa che in fondo non sono poi così male...».

A Trieste, solito trionfo di pubblico. Stasera si replica a Conegliano.

VICINI ALLA SIGNORA PAOLA MASSARI

Questo sito è vicino al dolore della signora Paola Massari  e della sua famiglia per la scomparsa di mamma Fiorenza.

sabato 8 novembre 2014

RECENSIONE CONVOIRETOUR DI CLAUDIO BAGLIONI TRENTO 5 NOVEMBRE 2014

http://www.ladigetto.it/permalink/38590.html
Assente da diversi anni dalla scena musicale trentina, mercoledì sera Claudio Baglioni è tornato a cantare al PalaTrento, davanti a più di duemila persone, o meglio, di fan appassionatissimi, specie tra il pubblico femminile: organizzato da Roland Barbacovi e Agenzia Showtime di Merano, per la stagione Musica d’autore, il concerto era una tappa del «Con voi. Re-tour».
Il concerto è durato tre ore e un quarto, in cui il generoso Claudio nazionale ha cantato senza interruzione, e senza nessun calo di tensione, ben trentacinque canzoni del suo vasto repertorio: canzoni che ormai sono tutte dei classici, e che Baglioni ha restituito in una forma teatralizzata, che richiamava il musical, ad iniziare dalla scenografia del concerto, formata da una grande impalcatura di tubi Innocenti che ricrea un cantiere, il «cantiere della vita», spiegherà a fine concerto il cantante, su cui salgono i musicisti, le quattro coriste, il corista e lo stesso Baglioni.
Tra luci ad effetto e colpi di scena con dei teli che velano e svelano la scena, le emozioni del pubblico sono all’unisono con la voce del cantante nei super classici quali «Amore bello», «Io me ne andrei», «Sabato pomeriggio», «Mille giorni», «La vita è adesso», «Strada facendo» mentre c’è una vera e propria esplosione di sospiri quando Baglioni intona il fatidico incipit «Quella sua maglietta fina…».

Tra i momenti più commoventi, c’è l’interpretazione delle struggenti «Poster», «Avrai» e dell’intimista «Notti»; mentre tra quelli più divertenti, c’era la versione vintage di «Porta Portese», inondata da luci coloratissime con i musicisti che restituiscono le atmosfere di un allegro mercato, e poi «W l’Inghilterra», con Baglioni che si lancia nelle danze mentre il pubblico intona il ritornello.
Nella grande band di Baglioni, formata da dieci musicisti, spiccava il batterista trentino Stefano Pisetta, con cappellino nero in testa: autore di assoli strepitosi, anche al concerto di Trento Pisetta ha riscosso, naturalmente, un grande successo personale.
Per quanto riguarda la stagione trentina Musica d’Autore, in una sorta di appello d’eccezione, a Baglioni segue Battiato, che domenica 9 novembre canterà al Teatro Auditorium con il suo innovativo Joe Patti’s Experimental Group, e poi Cremonini, in scena il 25 novembre al PalaTrento.

Sandra Matuella – s.matuella@ladigetto.it

venerdì 7 novembre 2014

ATTESA PER BAGLIONI A TRIESTE 7 NOVEMBRE 2014

http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2014/11/06/news/claudio-baglioni-in-concerto-al-palarubini-1.10258548
Cresce l’attesa per il ritorno live di Claudio Baglioni, cantautore fra i più amati di sempre, che sarà protagonista venerdì 7 ottobre, al PalaRubini di Trieste, per un'unica data regionale del suo “ConVoi ReTour”, nuovo progetto live dell’artista, già capace di superare i 200mila spettatori nella sua prima tranche primaverile.

L'evento di Trieste vede la coorganizzazione di F&P Group, Azalea Promotion e il Comune di Trieste, con la collaborazione della Regione. I biglietti per il concerto, inserito nel pacchetto “Music&Live” dell’Agenzia TurismoFVG (www.musicandlive.it) , sono ancora in vendita nei punti autorizzati Ticketone e Azalea Promotion e lo saranno anche alle casse del PalaTrieste prima dello spettacolo a partire dalle 18.


Quello di Trieste sarà uno spettacolo di suoni, luci e scene, esaltante e coinvolgente, affidato alla bellezza di melodie immortali che non smettono di appassionare generazioni di fan, all'intensità dei testi, alla forza di nuovi, trascinanti arrangiamenti che rivelano un'anima decisamente rock dell’artista. Uno show dalla grande sensibilità verso ogni genere musicale e un sound ricco, solido e sapiente di una band che non si concede e non concede un solo attimo di tregua alla fabbrica delle emozioni. Un cantiere non-stop di energie e di meraviglie che saprà conquistare il pubblico triestino con una scaletta di oltre 30 canzoni, fra i grandi successi di 50 anni di carriera e le hit dell’ultimo album “Con Voi”.

“Poster”, “Gagarin”, “Noi No”, “Porta Portese”, “Avrai”, “Io Sono Qui”, “Mille Giorni di Te e di Me”, “Strada Facendo”, “Questo Piccolo Grande Amore”, tra le tante, sul palco Claudio Baglioni non si risparmierà di certo, inanellando una dietro l’altra canzoni senza tempo, divenute la colonna sonora della vita di milioni di persone. Quasi tre ore di grande musica, eseguita sul palco da Claudio Baglioni, che sarà accompagnato da un supergruppo di tredici polistrumentisti, che contribuiranno con la loro bravura a rendere magico questo show. A oltre sette anni di distanza dall’ultimo concerto triestino, Claudio Baglioni è pronto a stupire ancora. Per tutte le informazioni sullo spettacolo visitare il sito www.azalea.it.

giovedì 6 novembre 2014

VARI VIDEO CONVOIRETOUR DI CLAUDIO BAGLIONI

https://www.youtube.com/watch?v=7FJC_EltiwI E adesso la pubblicità Torino

https://www.youtube.com/watch?v=SYjHpIBkOIc Dieci dita Torino

https://www.youtube.com/watch?v=KbaA1yyKyGE Andiamo a casa

https://www.youtube.com/watch?v=pFu__ouWms8 gagarin

https://www.youtube.com/watch?v=dU4tpkR1jbA Acqua dalla luna Torino

http://youtu.be/itGEX2wrQkA (SOLO Conegliano)

https://www.youtube.com/watch?v=btLFo-B3MJo (varie canzoni NOVARA)

http://youtu.be/Mn-9HXyuE0g (ANDIAMO A CASA CONEGLIANO)

https://www.youtube.com/watch?v=_QLhhoMvwMQ (QPGA)

https://www.youtube.com/watch?v=9tKBWuu0x64 (Amore Bello)

https://www.youtube.com/watch?v=hymtibU1k_Y (Mille Giorni Mantova)

https://www.youtube.com/watch?v=ZGkzok0VcAw (E tu Mantova)

https://www.youtube.com/watch?v=-qjY2kVqR_Q (IO SONO QUI)




CONVOIRETOUR DI CLAUDIO BAGLIONI A BRESCIA IL 10 NOVEMBRE 2014

http://www.quibrescia.it/cms/2014/11/05/baglioni-al-pala-eib-lunedi-10-novembre/
(red.) Sabato 18 ottobre da Bruxelles ha avuto inizio il CONVOI ReTOUR, seconda parte del progetto live di Claudio Baglioni, che – da febbraio a maggio, in uno continuo crescendo – ha già entusiasmato 200.000 persone in tutta Italia.  ”Il cantiere simbolo della ricostruzione ideale si rimette in viaggio”, scrivono gli organizzatori.
L’appuntamento con il pubblico bresciano è per lunedì 10 novembre, al Pala Eib a partire dalle 21. Per la tappa in città, sono già centinaia i biglietti prenotati dai fan scatenati, pronti a cantare le indimenticabili canzoni dello storico cantautore italiano, da “Questo piccolo grande amore” a “E tu”, fino alle ultime hit come “Dieci dita” e “L’ultima cosa che farò”.
“La ricostruzione – spiega Baglioni – non è un fatto individuale, ma un processo collettivo. Tutti sono chiamati a fare la propria parte, a mettere in gioco idee, valori, volontà, in una parola: se stessi, perché il futuro è una città che si disegna e si costruisce insieme. Ognuno di noi operaio di questa opera”.

mercoledì 5 novembre 2014

INTERVISTA A STEFANO PISETTA BATTERISTA DI CLAUDIO BAGLIONI

http://www.ladige.it/articoli/2014/11/02/stefano-pisetta-ritmo-baglioni
C'è anche il batterista e percussionista di Trento Stefano Pisetta nel super-gruppo di tredici polistrumentisti che accompagnano Claudio Baglioni nel suo «Convoi ReTour». Si tratta della seconda parte del progetto live dell'artista capitolino che, da febbraio a maggio ha già entusiasmato duecentomila persone in tutta Italia. Uno show che vedrà Baglioni sul palco del Palatrento il 5 novembre per eseguire tutti i suoi successi e gli inediti dell'album «ConVoi». L'occasione per intervistare Pisetta, che vanta fra le sue collaborazioni quelle con Fiorella Mannoia e Mina e che già nel 2007 aveva suonato a Trento con il cantautore romano.
Pisetta, che effetto le fa ritornare ad esibirsi nella sua città insieme a Baglioni?
«Suonare a Trento in questo bellissimo progetto sarà emozionante e come nel 2007 ci si ritroverà a condividere un grande palco con un grande artista. Fa un certo effetto pensare che al liceo musicale spesso ci si confrontava sui propri gusti musicali ed io ero sempre molto attento a tutte le produzioni italiane. Un giorno mi trovavo a discutere con una mia compagna del disco "Oltre" di Baglioni, del fatto che fosse ricco di canzoni bellissime suonate da grandi musicisti come Paco de Lucia, Steve Ferrone e Pino Palladino. Ora ho la fortuna di accompagnare da anni alcune di quelle canzoni che hanno fatto la storia della nostra musica italiana. Un sogno diventato realtà».
Quali forme ha questo live?
«Come tour è molto diverso dai precedenti che avevo fatto con lui a partire da "Tutti Qui" nel 2006 e 2007. Ci sono più musicisti sul palco ed è un set molto impegnativo per noi strumentisti. Ma ci dà anche grandi soddisfazioni, tappa dopo tappa. Negli ultimi tour Baglioni aveva scelto la formula del palco al centro mentre in questo caso suoniamo su un palco frontale tipico dei palazzetti. È una band molto allargata con due batteristi come me e  Elio Rivagli ».
Difficile entrare nel mood di questo nuovo live?
«La difficoltà maggiore è stata quella, durante le prove, di entrare nell'ottica dell'incastro tra le due batterie. Suonare in due vuol dire sapersi adeguare al groove dell'altro e il contrario. Non spingersi solo con il proprio drumming ma saper dialogare costantemente anche con l'altro batterista. Senza dubbio è più difficile, ma anche divertente. Con Rivagli si è creato da subito un ottimo feeling, ci conoscevamo già dai tempi in cui si suonava con Fiorella Mannoia».
Che Baglioni ha ritrovato?
«Con lui dal punto di vista umano mi sono sempre trovato molto bene. Sul palco si lavora tantissimo ed è un artista che pretende tanto dai suoi musicisti, anela alla massima perfezione della resa on stage. Claudio Baglioni si diverte sempre ad inserire novità e cambiamenti in scaletta. Capita spesso che la sera prima di uno show si cambi un brano, si provi un finale nuovo, si modifichi un incastro diverso. La mia sensazione in questi anni è che Claudio non si sia mai accontentato dei propri risultati e per questo sia sempre alla ricerca di nuovi stimoli sul palcoscenico».
Anche a Trento si attende il pubblico delle grandi occasioni: come vede la gente di Baglioni?
«Il suo pubblico è sempre caldissimo e le date fino ad oggi sono andate benissimo e non è facile di questi tempi riempire i palazzetti. L'atmosfera è sempre molto coinvolgente e si vede una platea calorosa e che attraversa le varie generazioni».
A quali progetti sta lavorando lei in questo ultimo scorcio di 2014?
«Sto dando gli ultimi ritocchi, al Niva Studio di Ivan Benvenuti, al mio primo disco da solista che comprenderà brani originali di mia composizione. Ho deciso di coinvolgere grandi musicisti che hanno caratterizzato momenti importanti del mio percorso artistico dal 2000 fino ad oggi».

martedì 4 novembre 2014

RECENSIONE CONVOIRETOUR CLAUDIO BAGLIONI MANTOVA 3 NOVEMBRE 2014

http://gazzettadimantova.gelocal.it/tempo-libero/2014/11/03/news/baglioni-non-si-risparmia-davanti-a-2mila-fan-1.10239444
Una notte di note, e basta. Nessun fronzolo sul palco del Palabam: Claudio Baglioni lunedì sera non si è certo risparmiato, regalando ai suoi fan tre ore di concerto e un repertorio di trentacinque canzoni, della grandi hit del passato fino alle creazioni più recenti. E per dialogare col suo pubblico non ha usato le parole, ma solamente la musica. Niente discorsi iniziali: quando ancora lo stage era velato da un telone bianco, il cantante romano è apparso sul palcoscenico in punta di piedi, entrando di lato, mentre iniziava, per l’appunto, Notte di note, il pezzo scelto per rompere il ghiaccio.

Tra la platea e gli spalti, poco più di duemila persone, circa la metà di quello che il palasport di Boccabusa avrebbe potuto ospitare. Il doppio sold out di Renga e quelli, già annunciati, di Cremonini e Antonacci, lasciano forse intendere che Baglioni non tocca le corde del pubblico moderno? Probabilmente non è così, anche se quella di ieri era una platea piuttosto matura, ma non poteva essere altrimenti, sia perché Baglioni ha toccato il vertice del successo tra gli anni Settanta e Ottanta, sia per i prezzi piuttosto elevati dei biglietti.
D’altra parte, i costi per portare in giro per l’Italia il ConVoi ReTour sono sicuramente imponenti: il gruppo di Baglioni è composto da 13 polistrumentisti, i carovanieri sono novanta.

In duemila al Palabam per Baglioni


Chi c’era, tuttavia, non se n’è pentito: quando partivano le note dei pezzi più famosi, gli appassionati scattavano in piedi cantando, ballando, muovendo ritmicamente le braccia, scattando fotografie e registrando filmati con gli smartphone. E’ stato così con E tu come stai ed anche quando, con solo l’accompagnamento della sua chitarra e delle quattro ragazze del coro, Baglioni ha attaccato Poster.
Il concerto si è dipanato lungo un filo conduttore che ha lasciato in fondo i pezzi da novanta, le canzoni sicuramente più attese da chi magari riascoltandole ha rivissuto momenti fondamentali della propria vita, i primi amori dell’adolescenza, l’incontro con la persona amata.
Così, con una raffica di hit, una dopo l’altra, sono risuonate nel Palabam Sabato pomeriggio, Viva l’Inghilterra, Questo piccolo grande amore, probabilmente la canzone più attesa. E, ancora, Strada facendo, La vita è adesso e Via, per concludere con Con voi, il pezzo che ha dato il nome all’intero tour.
Il tutto, in un’atmosfera che con giochi di luce di ogni colore, dal giallo al blu, passando per il rosso e il bianco, ha mostrato come la musica riesca ancora ad essere un grande spettacolo, non solo per le orecchie ma anche per gli occhi.

lunedì 3 novembre 2014

IL 3 NOVEMBRE 2014 IL CONVOIRETOUR DI CLAUDIO BAGLIONI A MANTOVA

http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2014/11/03/news/emozioni-al-palabam-stasera-c-e-il-concerto-di-baglioni-1.10237108
MANTOVA. Claudio Baglioni sarà al Palabam questa sera, alle 21, con "Convoi ReTour" , che è partito il 18 ottobre da Bruxelles. Con Baglioni ci sarà il suo super-gruppo di 13 polistrumentisti e la squadra di 90 carovanieri.

Ecco i prezzi dei biglietti, comprensivi di prevendita: poltronissima 74,75 euro, poltrona 69 euro, tribuna centrale primo anello 63,25 euro, tribuna laterale primo anello 57,50 euro, tribuna centrale secondo anello 46 euro, tribuna laterale secondo anello 40,25 euro. Dove comprarli: oltre ai circuiti online Unicredit e Ticketone restano validi i punti vendita della provincia; Infopoint La Favorita, Bp Factory di piazza Concordia, bar ricevitoria Mulina di via Trento, tabaccheria Rossi di via Gramsci a Porto Mantovano e Scaccomatto di via Marconi a Castelbelforte.

Ai cancelli, invece, la cassa aprirà alle 17, mentre le porte del Palabam si apriranno a partire dalle 19.
In questo tour, Claudio Baglioni sarà anche testimonial per Amnesty International, la cui sezione italiana nel 2015 compirà 40 anni.

Tags

domenica 2 novembre 2014

VIDEO PADOVA CONVOIRETOUR DI CLAUDIO BAGLIONI 1 NOVEMBRE 2014

http://youtu.be/hrYP9FVMLo8 AMORI IN CORSO

http://youtu.be/2r9WMMGUlsQ GAGARIN

http://youtu.be/wV4ERDq6zO8  E CHI C'AMMAZZA

http://youtu.be/8cboRh4UeWE NOTTI

Sentite soprattutto l'audio


SCALETTA DEI BRANI DEL CONVOREITOUR DI CLAUDIO BAGLIONI DA OTTOBRE A DICEMBRE 2014

NOTTE DI NOTE NOTE DI NOTTE
E TU COME STAI
DAGLI IL VIA
ACQUA DALLA
CON TUTTO L’AMORE CHE POSSO
DOMANI MAI
QUANTE VOLTE
SONO IO
AMORI IN CORSO
POSTER
AMORE BELLO
IO ME NE ANDREI
UN NUOVO GIORNO O UN GIORNO NUOVO
GAGARIN
DIECI DITA
E NOI DUE LÀ
E CHI C'AMMAZZA
IN UN’ALTRA VITA
CUORE D’ALIANTE
NOI NO
QUANTO TI VOGLIO
E TU
PORTA PORTESE
AVRAI
IO SONO QUI
MILLE GIORNI DI TE E DI ME
W L’INGHILTERRA
E ADESSO LA PUBBLICITÀ
SABATO POMERIGGIO
NOTTI
QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE
STRADA FACENDO
LA VITA È ADESSO
VIA
CON VOI

Per qualche data ci sono i brani Andiamo a casa e UNA STORIA VERA e SOLO

sabato 1 novembre 2014

INTERVISTA BAGLIONI IL PICCOLO DI TRIESTE OTTOBRE 2014

Muscatello
«Poche città hanno vissuto e conoscono il tema dell’integrazione, del rapporto con l’altro come Trieste, una delle grandi porte tra Europa ed Est. Una tra le capitali europee dell’incontro tra culture. Una città che sa perfettamente - come scrive Claudio Magris - che “ogni diversità arricchisce, perché si cresce uscendo da se stessi e incontrando gli altri”...».
Claudio Baglioni torna a Trieste, venerdì 7 novembre al palasport di via Flavia, nell’ambito della ripresa autunnale del “Con voi ReTour”. Ha voglia di parlare, di raccontare, di emozionare. Come fa da (quasi) mezzo secolo.
«Trieste - prosegue il cantautore romano, classe 1951 -, proprio come Magris, sa anche che la diversità diventa “retorica truffaldina” se la si invoca per eludere i conflitti che possono derivare dal contatto fra culture diverse. La penso così anch’io».
Per anni he organizzato O’scià nella “sua” Lampedusa...
«Negli ultimi dieci anni abbiamo chiesto che la politica faccia la propria parte, ma non in termini strumentali o di propaganda elettorale. E il problema non è solo italiano, ma europeo, e deve essere affrontato e risolto a livello europeo. Se non, addirittura, dall’intero Occidente».
L’isola? La sua gente?
«È uno degli angoli più belli del mondo. Io sono un appassionato di mare e di mari ne ho visti tanti e bellissimi. Ma quello di Lampedusa è uno tra i più belli in assoluto. Mi piacerebbe che fosse conosciuta e amata per questo, oltre che per l’umanità straordinaria della sua gente, che da anni dà una grande lezione di civiltà, solidarietà e umanità a tutto il pianeta. Invece se ne parla - e male - solo per il dramma delle morti in mare e il problema dell’immigrazione. Se ne parla ma si fa pochissimo».
Musica. Come si fa a rimanere ad altissimi livelli?
«Non so se ci sia un segreto, ci sono cose inspiegabili e il successo è una di queste. Ma è vero che mantenerlo è più difficile che raggiungerlo. Se un segreto c’è, è l’autenticità. L’onestà intellettuale di non mentire a se stessi, né agli altri. Dicendo ciò che si ha dentro - ciò che si avverte il bisogno o l’urgenza di dire - e cercando di dirlo nella maniera migliore possibile».
Facile con le canzoni?
«La canzone è un’arte povera e breve, che però dà molto e alla quale siamo abituati a chiedere molto. Le chiediamo di emozionarci e farci sognare, ma anche riflettere: compiti non facili. La responsabilità di chi scrive, dunque, non è piccola. Richiede di scandagliare a fondo dentro se stessi, per trovare le parole che non fanno rimpiangere il silenzio. Bisogna lavorare seriamente, con passione e professionalità, per mettere la canzone nella condizione di arrivare dove deve arrivare e depositare i suoi semi in anime, coscienze e cuori. Come far fruttare quei semi, poi, spetta a chi ascolta».
Per lei è tempo di bilanci?
«I bilanci si fanno tutte le sere e si rifanno tutte le mattine. Ma non è un peso: è un sano allenamento che aiuta a mantenere lucidità ed equilibrio. La lucidità per capire chi siamo e dove vogliamo andare, l'equilibrio necessario a fare le scelte giuste e percorrere la strada scelta. Ciò non significa rinunciare a guardare avanti, a darsi nuovi obiettivi. Al contrario: i bilanci servono per affrontare al meglio i nuovi obiettivi. Ci dicono di quante energie disponiamo, quante ce ne servono per superare il prossimo ostacolo e dove trovarle».
La sua prossima sfida?
«Tabucchi scriveva che si muore quando non si sogna abbastanza. È il futuro l’alimento principale del presente, al quale nessuno può rinunciare. Se togliessimo il futuro dalla nostra dieta, moriremmo. La parola sfida deriva da “disfidare” che significa “sfidare a duello”. Noi sfidiamo a duello la quotidianità, per arrivare là dove sentiamo il bisogno di arrivare. A questo servono le mete: a fare in modo che ci mettiamo in cammino. Solo così eviteremo di perderci tutto ciò che merita di essere incontrato lungo la strada della vita, che è una strada che non ha mai smesso di sorprendere nessuno».
Le pesa cantare le stesse canzoni?
«C’è stato un momento nel quale mi ha pesato. E molto. Non a caso per anni ho cercato di cambiar pelle ai miei pezzi. Ho cambiato gli arrangiamenti, stravolto l’armonia, qualche volta ho modificato persino le melodie. Avevo bisogno che le canzoni suonassero diverse e nuove. Per me ma anche per chi veniva ad ascoltarmi. È un’esigenza comune a molti musicisti».
E i nuovi dischi?
«Quando esce un nuovo disco, per chi lo ascolta per la prima volta è nuovo, ma per chi ha passato anni a scrivere le canzoni e mesi in studio di registrazione a perfezionarle, di nuovo rimane poco. E il rischio è che uno si trovi con la testa più avanti del punto nel quale il disco lo ritrae. Il disco è una fotografia: fissa un momento. Ma le idee - come la vita - non si possono fermare: vanno avanti, sempre. Cambiano e gli artisti cambiano con loro».
Di chi sono le canzoni?
«Una volta realizzate, non ci appartengono più. Sono di chi le ascolta. E chi le ascolta spesso le ama per come le ha sentite la prima volta. Ho capito che, se il pubblico le ama per quel che sono, significa che non sono poi così male. E così ho imparato a “riamarle” anch’io. Ho capito che una canzone non ha bisogno di cambiare nella forma per assumere nuovi significati, valori, energie, perché siamo noi a renderla diversa ogni volta che la riascoltiamo. Lo stesso vale per chi la interpreta».
Questo tour?
«Ho cercato di raccogliere alcuni passaggi rappresentativi del mio universo musicale e “riportarli a legno”, per ritrovare il senso autentico di quelle canzoni e cercare di ripercorrere, con chi ascolta, le tappe fondamentali di questa lunga strada fatta insieme».
Quella sorta di cantiere sul palco?
«Un messaggio semplice: ricostruire si può, ma bisogna farlo insieme, “ConVoi”, appunto. Il cantiere è il simbolo di un luogo nel quale si lavora per costruire assieme qualcosa di grande, bello e importante per tutti».
Costruire cosa?
«Noi stessi, innanzitutto. La prima rivoluzione è quella interiore. Se diventiamo persone migliori, la realtà migliorerà insieme a noi. E se riusciremo a “scambiarci il meglio” - dare il meglio di noi stessi agli altri e prendere il meglio che gli altri ci possono dare -, allora tutto sarà migliore. Il mondo è quel che costruiamo assieme, il futuro è una strada che si lastrica sotto i nostri piedi: se seminiamo bellezza, raccoglieremo bellezza. Il mio cantiere è qui per suggerirlo, senza retorica e senza la pretesa di dispensare verità. Diciamo: venite, rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare. Insieme ce la possiamo fare».
Quel suo simbolico caschetto?
«Serve a proteggerci dai rischi che ci sono in ogni cantiere. Costruire è un’attività che prevede sempre qualche rischio, ma questo non ci deve spaventare, né ci deve impedire di metterci a lavorare per realizzare ciò che sentiamo di dover realizzare. Il caschetto è l’assicurazione sul futuro: ci protegge e ci fa arrivare sani e salvi alla fine. Quel che conta è ciò che troveremo. Che sarà ciò che avremo costruito insieme».
Il suo rapporto con i fan?
«Negli anni è cresciuto. Sono cresciuti loro, sono cresciuto io. Quando si ha la fortuna di fare un così lungo tratto di strada fianco a fianco, si ha l’opportunità di conoscersi e scambiarsi sguardi, gesti, emozioni e pensieri. È uno scambio che arricchisce e rende migliori. Io non sono quel che ero quarant’anni fa, lo stesso vale per chi mi segue. Io dò tutto quel che ho, rischiando sempre l’intera posta e non nascondendo mai nulla nelle tasche del cuore».
Quest’Italia?
«Si vive divaricati tra la consapevolezza che questo è il Paese più bello del mondo e il dolore che dà vederlo ferito, disamorato, stanco e sfiduciato. Se guardo al passato, non è il primo periodo difficile che viviamo».
Pensa ai suoi genitori?
«Si sono trasferiti a Roma dalla campagna umbra subito dopo la guerra e non hanno certo trovato uno scenario migliore di quello odierno. Ma avevano una certezza: che il loro futuro sarebbe stato migliore del loro presente. Ed è stato così, anche perché hanno plasmato quel futuro con le loro mani».
I ragazzi di oggi?
«Questa è la prima generazione convinta che il futuro sarà peggiore del presente. Una generazione alla quale viene impedito di dar forma al proprio futuro. Occorre scardinare questa convinzione e rimettere in moto la fiducia, ma bisogna “liberare le mani” della generazione giovane. Le energie ci sono, le intelligenze e le idee anche e non mancano nemmeno le volontà: tutto quello che bisogna fare è aprire le porte e mettere in circolo questo patrimonio gigantesco. I frutti verranno. E saranno sorprendenti».
Lei rifarebbe tutto?
«Tutto, davvero. Ma con la speranza di farlo ancora un po’ meglio di così...».
twitter@carlomuscatello
©RIPRODUZIONE RISERVATA