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lunedì 6 agosto 2012

BAGLIONI NUOVI PROGETTI DA MAGGIO 2013

http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2012/07/29/NZ_49_02.html

Claudio torna in un Friuli che lo ha sempre amato molto. Lui rifugge dalle celebrazioni, però questo premio di Folkest ha un sapore diverso: vuole esprimere gratitudine a chi, attraverso le proprie canzoni, diventa patrimonio e ricchezza della gente comune. Quando? Quando, come dice Vecchioni, senti uno sconosciuto cantare per strada le tue canzoni. «I premi - commenta Baglioni - da una parte ti attirano, dall’altra ti spaventano, specie quelli alla carriera, sanno di monumento. Nel caso di Folkest, si tratta di riconoscimenti molto inerenti il mestiere che hai scelto di fare e che nel campo della musica popolare, o della canzone popolare d’autore se preferisci, sono la conferma di un percorso, la testimonianza affettuosa che un pezzo importante di strada è stato fatto. Però ti dice che c’è ancora da combattere, lo dice anche a me che da 40 anni ho il privilegio di fare il musicista. Quando la gente canta per strada le tue canzoni, narcisisticamente ti piacerebbe che si parlasse più di te che delle tue canzoni, ma alla fine capisci che non importa: l’opera parla di te e per te». Crede, Baglioni, che la canzone e i cantanti possano ancora fare qualcosa di buono per l’uomo? «Ripenso a tante frasi epiche, molto anglosassoni: “la musica salverà il mondo”, “fantasia al potere”. Ma hai visto la cerimonia di apertura delle Olimpiadi? C’era la musica pop! Questo per dire che in momenti difficili come quelli che il mondo sta vivendo cantanti, canzoni e musica possono fare qualcosa di ben preciso. In questa mancanza di identità del presente, di difficile memoria del passato e di assenza di futuro, sei chiamato ad una precisa responsabilità, a produrre alimenti culturali, a fare in modo che l’economia e la finanza lascino finalmente il posto alle vicende umane. Una chiamata alle armi per tutti, ognuno porti le sue!». Non sarà un concerto il blitz a Folkest, ma un’autentica serata fra amici. «Sono invidioso di Neri, qualche mese fa sono stato a trovarlo a Porto Sant’Elpidio, nel teatro dove si ispira. Abbiamo fatto uno spettacolo a due con salame, formaggio e vino rosso! Pochi giorni dopo incontro De Angelis e il gioco è fatto: vengo a Spilimbergo per tenervi e tenerci compagnia. Un blitz di affetti. Cosa faremo? La fantasia non ci manca di certo». Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore quel concerto-diario di a villa Manin. A quando con un nuovo spettacolo in Friuli? «Ho bellissimi ricordi della vostra terra. Ho raccolto molto qui, non lo dimentico mai, e ci torno con piacere, magari già il prossimo anno con il lungo tour - artistico e umano - cui sto lavorando e che partirà a metà maggio. Per il resto, sono nel bel mezzo di una vera tempesta creativa che va avanti 6 mesi: lavoro a tre progetti contemporaneamente, uno è discografico. E poi preparo una sorpresa per fine anno:

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