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venerdì 3 gennaio 2014

BAGLIONI A MILANO CON DIECI DITA TOUR

http://www.ilgiorno.it/milano/cultura/2014/01/03/1004443-claudio-baglioni-convoi-album.shtml
Milano, 3 gennaio 2014 - Oltre il limite discografico di una vocazione, un’anima e un mestiere. Claudio Baglioni, 19 album in studio, ci ha abituato a sparigliare le regole, per voglia, ambizione, necessità. Per questo, da più di vent’anni, dal doppio «Oltre» (1990), Baglioni si inventa qualcosa di nuovo. Come l’interazione totale del progetto «ConVoi album», dodici brani pensati, prodotti e pubblicati come dodici singoli in Rete, prima dell’uscita ufficiale di un album che a fine dicembre diventa un live in tre tempi.

Prima a Padova (il 20) e all’Auditorium di Roma (25-26-27) dove è nato, poi agli Arcimboldi di Milano, stasera, domani e dopo (ritorna il 6 maggio al Forum).

Recital in teatri e palasport con finale a sorpresa. «Diecidita e ConVoi Live» ha il compito di cantare le ultime canzoni a banda larga con Claudio solo sul palco, pianoforte, chitarra e voce, autore, interprete e voce narrante, come nei tour del 2011 e 2012. La prima parte si chiude a fine gennaio, dopo Padova e Cagliari. La seconda prosegue invece nei palasport trasformati in arene, con un palco centrale e uno show multimediale e multidisciplinare (lo era anche quello del 1990), con una band di otto musicisti, l’ultimo lavoro e i vecchi successi.

Questo disco di inediti esce dopo dieci anni di sperimentazioni, dilatazioni narrative, salti di linguaggio, genere. Un vecchio mitico disco che diventa un film, un libro, uno show che è la sintesi di tutto, riscritta e riarrangiata senza freni. Con lo sguardo del narratore che rifiuta quasi la forma della canzone. Ne rispetta il primo nucleo creativo ma tutto quello che viene scritto e orchestrato intorno ne fa un’opera autonoma. La colonna sonora di qualcosa che verrà.

Come gli aneddoti della sua vita che accompagnano le sue dieci dita e la chitarra di suo figlio Giovanni, in due pezzi. Solo a volte sul palco ma in contatto continuo con i fan sulla rete, perchè «ConVoi» è un progetto dove tutto è stato condiviso, dai testi all’interpretazione, dagli arrangiamenti al suono, prima di uscire «liquido» e a puntate su iTunes. Suonano tutto lui e Paolo Gianolio, con Gavin Garrison ed Elio Rivagli alla batteria, un violino e i cori. Il sinfonismo figlio dei suoi anni migliori, ma anche certi ’70 rivisitati con empatia. E la voce del canto e del racconto che ci guida.

È come se Claudio volesse esplorare tutti i territori della creatività, oltre la canzone o la difficoltà, di tutti i grandi, di tenere il ritmo dei primi anni come autore. L’ispirazione diventa linguaggio, i temi vengono sviluppati in contenitori più ampi. Poi tutto ritorna a quelle dieci dita a lui che sta in mezzo alla sua gente. Momenti di assoluta verità, da stasera a Milano.

http://www.ilgiornale.it/news/baglioni-sul-palco-versione-recital-979550.html
A scommettere sul suo futuro, dopo l'esito tutt'altro che confortante dell'album (omonimo) d'esordio del 1970, erano in pochi. E, invece, Claudio Baglioni, nato il 16 giugno del 1951 a Roma, figlio di un maresciallo dei Carabinieri e di una sarta di origini umbre, di strada ne ha fatta tanta.
Diploma da geometra e una laurea (in età avanzata) in architettura, la sua grande fortuna risale al lontano 1972. Quell'anno uscì «Questo piccolo grande amore», il concept-album che grazie al suo enorme successo avrebbe segnato il suo ingresso tra i grandi della canzone leggera (romantica e d'autore) di casa nostra. Uno status in seguito consolidato nei decenni a seguire. Con una carriera imponente alle spalle. Tra innumerevoli album di successo (nell'ultimo, il recentissimo «ConVoi», uscito nell'autunno scorso, ha computo una scelta a dire poco controcorrente: lui, cantautore anni Settanta che ha vissuto l'epopea del vinile e del disco, ha proposto una raccolta di brani pubblicati negli ultimi sei mesi sulle principali piattaforme digitali) e altrettanti concerti. Col passare degli anni via via sempre più ambiziosi ed... extralarge. Come nel caso di «Dieci dita», il tour col quale ora ripropone in giro per l'Italia la formula dello spettacolo che per la prima volta l'ha portato ad esibirsi per 10 concerti in solitario nella sala grande dell'Auditorium di Roma nell'inverno di due anni fa.Da domani, e con repliche venerdì e sabato sera, Baglioni farà tappa al Teatro degli Arcimboldi (inizio concerto dalle 21, ingresso da 40 euro). Preparatevi ad un live lungo quasi tre ore e in parte improvvisato durante il quale raccoglierà anche le richieste del pubblico (oltre alla generazione che è cresciuta con lui negli anni Settanta, se ne sono aggiunte altre…) e sull'idea di questo «metronomo sentimentale» troverà una strada. Ogni sera diversa.In questa sorta di «incontro ravvicinato» tra artista e spettatore, la ripetizione è bandita. D'altronde «Dieci dita» non prevede copioni, scalette né tantomeno nessuno dei rituali tipici dei concerti pop-rock. Dietro l'ormai collaudato progetto dal vivo, contrassegnato da «tutto esaurito» a ripetizione, Claudio Baglioni prova ad accompagnare i propri fan (vecchi e nuovi) in un viaggio capace di regalare emozioni. «Emozione» è una parola molto sottovalutata e, spesso, banalizzata, come fosse una condizione della quale quasi vergognarsi. Invece, il suo significato autentico, è importante. Significa «mettere in movimento. Un concetto che ha a che fare con l'idea di non rimanere apatici, distaccati o disinteressati», per dirla con le parole utilizzate di recente dall'eterno Claudio. Che è un po' come il buon vino. Invecchiando migliora. E durante il live si concede pure qua e là anche qualche duetto con il figlio Giovanni, impostosi in questi anni come uno dei nomi più interessanti ed originali nel panorama della chitarra acustica solista contemporanea. Ps. Per chi si perdesse i concerti di inizio anno, Baglioni ritornerà a Milano, il 6 maggio al Forum di Assago, sulla scia del tour legato all'album «ConVoi». Uno show-monstre accompagnato da una superband di polistrumentisti.

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