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giovedì 25 settembre 2014

CLAUDIO BAGLIONI SCRIVE SU FACEBOOK IL 25 SETTEMBRE 2014

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Lampo e Lina ieri mattina non erano insieme.
Lui se ne stava sul dammuso a sinistra.
Lei sul muretto di destra.
Distanti, ognuno per conto proprio
come se avessero avuto una lite, un diverbio.
Come se fosse successo qualcosa di storto tra loro.
Peccato, pensavo, lo vedi, sono come noi umani.
Troppo spesso, anzi ormai quasi sempre,
confusi in un tempo di guerra che non ha mai fine,
smarriti in un campo di risse e battaglie senza più tregua.
In piccolo o in grande, in due o in due miliardi
a fare baruffa e sputarsi odio, rancore e aggressività.
A vivere ostili.
Sarà questo vento di caos e di scirocco
che annebbia le menti e inumidisce le anime perse.
Sarà questa eterna contrapposizione di parti e partiti,
di soldi e soldati, di danni e dannati.
Qualche tramonto fa
buttavo gli sguardi ai due lati del cielo
mentre il sole scendeva e la luna saliva,
opposti e avversari, uno di fronte all'altra
come sopra una gigantesca altalena
che va solo in un senso.
Una palla di fuoco e una palla di neve
sulla ruota del giorno che chiude e la notte che apre.
Sulla rotta di un altro ritorno nel mezzo del mare
quando non si vede nient'altro che vie d'orizzonte
ma intorno lontano e più in là, ci può essere proprio di tutto.
Non è l'esistenza
una ricerca continua, commovente e a volte ossessiva
di un'idea d'armonia?
Della sintesi la più perfetta
dei sensi e dei sentimenti
dei suoni e dei segni
dei colori e le forme.
E invece quante orrende cromìe,
quante note stonate,
quante brutte poesie,
quante storie violate.
Quanti voli abortiti
quando destra e sinistra
sono le ali dello stesso avvoltoio.
Più tardi il vento sarebbe girato
e pulito dentro un buon maestrale.
Euforia di gabbiani
che risalivano, in fila per uno,
un soffio leggero da nord
abbassandosi e alzandosi a turno
quasi legati a una serie di fili invisibili
sopra una giostra pittata di blu.
Gridavano forte come bambini felici
e la gioia volava planando quasi a raso dell'acqua
trasformandosi in gocce da prendere
per curare un malinconico cuore.
Si può cominciare a sorridere
fin dal primo mattino
quando si lavano i denti
e si arriccia e si storce un po' il naso
a sembrare più buffi.
Allora lo faccio
portandomi fuori all'aperto con tutto lo specchio.
E in un angolo di controluce vedi un po' chi ti vedo?
Lina e Lampo che sono tornati a starsene insieme.
Forse solo un'incomprensione durata un momento
o può darsi che non ci sia stato mai niente di niente.
L'importante è che adesso rimangano lì.
Tutti e due apparecchiati sulla gobba imbiancata di raggi di luce.
Tutti e due...? No, tutti e tre!
E già: ce n'è un altro appena più indietro.
E questo chi è?
Sarà femmina o maschio o come gli pare?
Pare un po' più minuto.
Non sarà mica un figlio?
O un amico recente?
Se dovesse restare a far parte del gruppo, lo chiamerò Lollo.
Che va bene per tutti i possibili casi e tutti i probabili sessi.
Anche se, se sarà ancora qui, lo saprò solamente la prossima estate.
Sì perché purtroppo tra poco si parte.
Si va via, per questa stagione, definitivamente.
Allora andiamocene in pace.
Con un po' d'allegria nello zaino degli ultimi dolci ricordi.
Non ho ancora imparato a pescare
e forse mai imparerò.
Non dovevo star sveglio
per prendere pesci
eppure la notte dopo la sagra
con tutte quelle brave persone a far festa
non riuscivo a dormire per le troppe emozioni.
Alla fine, però,
con l'odore fumoso di griglia e un profumo vivace di sale
ancora nelle narici,
mi son cucinato un bel sogno.

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