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martedì 20 novembre 2012

LA RADIO E IL NATALE DI BAGLIONI




http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Musica-Baglioni-canto-il-Natale-2012-ma-lo-porto-nel-51-a-Montesacro_313913548884.html
Roma, 20 nov. (Adnkronos) - Claudio Baglioni canta il Natale 2012 e lo ambienta pero' nel '51 di Montesacro, cioe' nelle atmosfere della sua infanzia. Il cantautore romano pubblica oggi l'album 'Un piccolo Natale in piu'' in cui interpreta 26 versioni, originali ed inedite, di altrettanti grandi classici del Natale in 'Un piccolo Natale in piu'', il suo nuovo album che esce oggi in tutti i negozi e nei digital store per Sony Music/Bag Music.


'Un piccolo Natale in piu'' e' un racconto fantastico a tre voci - narrazione, musica, immagini - sulla storia, lo spirito e la magia del Natale. Un ''disco in costume'', ambientato cinquanta, cinquantacinque anni fa: pensato, suonato e registrato come allora con suoni, orchestrazioni e testi originali. Un album in cerca di un mondo forse perduto, ma mai dimenticato, di un certo ''senso di casa'' e di un Paese ingenuo, onesto e speranzoso, quale era, appunto, l'Italia degli anni '50.
Non il solito disco di Natale, ma un progetto personale, che, attraverso il repertorio piu' interpretato di sempre, ci riporta alle radici dell'emozione, in una stagione nella quale eravamo tutti piu' puliti, piu' liberi e piu' vicini al cuore delle cose. In qualche caso Baglioni ha adattato i testi inglesi in italiano, ricordando che, da bambino, mentre ascoltava certi brani, si chiedeva cosa significassero le parole e prometteva a se stesso: ''un giorno imparero' cosa vogliono dire!''

http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/articoli/1069773/la-radio-era-il-mio-vero-natale.shtml

Claudio Baglioni fa uno speciale regalo ai suoi fan con "Un piccolo Natale in più" con 26 brani da "Ave Maria" a "Stille Nacht". Poi sarà in scena con "Dieci Dita", i concerti all'Auditorium Parco della Musica di Roma durante le festività. Alle date già previste per dicembre (26, 27, 28, 29 e 30) si aggiungono mercoledì 2 e giovedì 3 gennaio. Il contautore confessa di aver amato molto il Natale perché poteva passare ore ad ascoltare la radio.
Ventisei brani senza tempo (quasi un'ora e un quarto di musica, con gli arrangiamenti e le orchestrazioni di Geoff Westley), nei quali nomi come Bach, Schubert, Mendelsshon o Gounod, si ritrovano accanto a firme come Irving Berlin, Felix Bernard, Ralph Blane o Mel Tormè, ma anche a melodisti senza nome, autori di indimenticabili brani tradizionali. Nel cofanetto c'è anche un booklet di ventotto immagini in una fusione nella quale gli scorci della Roma di Baglioni, che sono stati scenografia di tante canzoni, diventano i paesaggi innevati, fantastici e sognanti.

"L’aspettavo tutto l’anno, come solo i bambini sanno aspettare i sogni. - racconta Baglioni - Più dell’arrivo dell’estate, più del primo giorno di mare, più dello scendere a giocare in cortile, più delle andate mensili in campagna, delle galoppate immaginarie a cavallo di una canna di fiume, delle sortite vietate e clandestine nel buio della stalla. Non vedevo l’ora che le giornate si accorciassero, che la città indossasse il vestito della festa e la gente tirasse fuori il sorriso più luminoso, quello che teneva chiuso tutto l’anno in un cassetto, per non sciuparlo. Appena iniziavano le vacanze di Natale e rimanevo tutto il tempo a casa, mi avvicinavo, l’accendevo e la magia, finalmente, cominciava".

"No, non parlo dell’albero. Né dell’albero, né del presepe, che pure erano bellissimi. - rivela - Parlo della radio. Sì, una radio, una grande radio a valvole. Dentro un monumentale mobile di legno. Ci restavo incollato ore. Mi godevo il tepore, il fluido caldo che irradiava, come il camino dei parenti dell’Umbria e quel fuoco che non potevo portare con me in città. Era il mio cane, la stufa, lo scatolone dei giochi e, per molti anni, l’unica cosa preziosa della casa, oggetto del desiderio e dei commenti dei visitatori. Mi ci addormentavo addosso. Mi staccavano e mi mettevano a letto così com’ero. Per me era lei il suono del Natale. O forse Natale stesso. I miei l’avevano vista in una vetrina ed erano rimasti folgorati, come i pastori davanti alla grotta. “E’ bellissima!”, aveva sentenziato mio padre, che era uomo e sapeva le cose. 'Ma come possiamo permettercela?', aveva risposto mia madre, che era donna e sapeva la vita. Dopo un anno di risparmi, la radio fece il suo ingresso trionfale in casa".


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