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mercoledì 21 novembre 2012

MARINELLA VENEGONI (la Stampa) sul piccolo natale in più di Baglioni


MARINELLA VENEGONI http://www.lastampa.it/2012/11/21/blogs/on-the-road/e-gia-ora-la-baglionizzazione-del-natale-e-le-delizie-indie-di-scala-kolacny-6D4Nf4UG16I7b8trisdLgK/pagina.html
Tiriamo fuori la bandiera a stelle e strisce quando arriva questa stagione e con essa l'onda dei dischi natalizi che stanno diventando pure da noi costume consolidato. Il limite dei dischi natalizi sta nel fatto che spesso l'immaginazione resta disoccupata, essendo il repertorio del tutto prevedibile e datato, ma c'è anche di peggio da qui alla fine dell'anno: cioè, le riedizioni in chiave natalizia di album usciti da pochi mesi e rimessi in circolo come se si trattasse di chissà che novità: da Ferro alla Pausini e Antonacci non si salva nessuno, e del resto sono gli ultimi fuochi di certa industria discografica che campa su tali operazioni approfittando della disinformazione generale. Il mercato li sta metodicamente castigando, ma non imparano mai.
E comunque, da oggi benvenuto al Natale prossimo venturo, con il primo dei divi italiani impegnati a celebrar cantando. Trattasi nientepopodimeno che di Claudio Baglioni, che ogni anno ne studia una pur di non dover sfornare un disco di inediti, infatti assente da ben 10 anni (era previsto per fine 2012, ora di parla di metà 2013). Oggi esce "Un piccolo Natale in più" ed è subito kolossal, alla sua maniera simpaticamente maniacale: una raccolta con racconto autografo, completissima di (quasi) ogni motivo natalizio di (quasi) ogni tradizione, ventisei titoli di grandi classici dal song book americano degli Anni 30 e 40 a quello inglese, dai pezzi più conosciuti di varie nazioni agli autori di tradizione, dal latino allo spagnolo a 2 celebri "Ave Maria", per chiudere con "Jingle Bells" e "Tu scendi dalle stelle". Su tutto, irrompe la celebre voce baglioniana, che ogni cosa fa a tutti i costi baglioneggiare, come capita con gli artisti di tempra. Arrangiamenti di Geoff Westley che ha anche diretto l'Orchestra Sinfonica di Budapest, molti testi tradotti in italiano per creare una sorta di vicinanza emotiva, a cura dello stesso Divo Claudio, particolarmente piacione in copertina con il capello bianco accuratamente spettinato.
Non ci si crederà, ma pure il vetusto womanizer Rod Stewart ha inciso per la prima volta in vita sua un disco di Natale. Lui, simpatico re dei truzzi attempati di tutto il mondo, campa da decenni sulle cover che gli hanno garantito con il successo rinnovato nuove mogli e nuovi bimbi. L'album si intitola "Merry Christmas Baby", prodotto da David Foster, e contiene duetti con Michael Bublé, Mary J Blidge, Cee Lo Green, più uno virtuale con Ella Fitzgerald e la tromba reale di Chris Botti. Repertorio classicissimo pure qui, dall'Irving Berlin di "White Christmas" a "Santa Claus si Coming to Town". Insomma, tutte le melodie che infestano ogni shopper yankee da qui in avanti.

Last but not least, "December", degli alternativi Scala&Kolacny brothers. Un delizioso Natale indie per palati delicati, con pezzi come "River" di Joni Mitchell e "Christmastime" degli Smashing Pumpkins o Sufjan Stevens di "Christmas! Let's Be Glad". Album che raccomando caldamente a chi vuole cambiare musica da qui a gennaio.

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