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venerdì 18 aprile 2014

CLAUDIO BAGLIONI SCRIVE PER IL GIORNALE DI BRESCIA APRILE 2014

http://www.giornaledibrescia.it/cultura-e-spettacoli/baglioni-scrive-al-gdb-ricostruire-con-voi-1.1847991
La musica scintilla ed energia di quella ricostruzione ideale e - perché no? - morale della quale tutti avvertiamo un gran bisogno e sentiamo che non è più possibile rimandare. È questo il senso autentico del progetto «Con Voi» ed è anche lo spirito che anima il giro di concerti che venerdì 18 mi porterà al PalaGeorge di Montichiari.
Una provocazione? Niente affatto. Anzi. Una dichiarazione di intenti e, se volete, un appello. La dichiarazione che questa ricostruzione si può fare solamente «Con Voi». Perché, se è vero che il cambiamento deve partire da noi stessi, è ancora più vero che non può ridursi ad un fatto personale, esaurirsi in qualcosa che resta chiuso dentro di noi. Da soli si può fare molto - certo, ma insieme si può fare molto di più. Ce lo insegnano le canzoni. Una melodia e un testo possono essere belli anche separatamente, ma è solo quando si fondono, per regalarsi e moltiplicare la bellezza, che nascono quelle canzoni senza tempo, che non smettono mai di emozionare, far sognare e anche far riflettere. La ricostruzione somiglia, allora, a una canzone: un’opera nella quale tutti sono chiamati a fare la propria parte, mettendo in gioco idee, valori, energie... in una parola: se stessi.
L’appello, dunque, è quello di salire a bordo per essere parte di quel «Voi» «Con» il quale dare vita a quest’opera. Ed è esattamente questo il motivo per il quale ho voluto ambientare questi concerti non su un palco tradizionale, ma all’interno di un cantiere: uno spazio scenico in continua evoluzione, che solo nel finale si rivela simbolo di questa ricostruzione. L’idea, infatti, è che il vento della musica spazzi via le nubi dell’asfissiante apatia di questo presente e ci aiuti a immaginare e costruire un futuro che somigli un po’ di più alla parte migliore di ciascuno di noi.
Per questo nel ConVoiTour la musica torna protagonista e riconquista, prepotentemente, il centro della scena. È lei, infatti, la padrona di casa ed è anche l’effetto speciale più sorprendente di uno spettacolo nel quale spazi di luce di taglio teatrale e cinematografico, piccoli gesti simbolici ed effetti scenici «analogici» nascono per sottolinearne intensità, magia ed energia. Tre ore di concerto senza interruzioni, con una scaletta di trentatré brani che si fondono uno nell’altro, eseguiti da un super-gruppo di tredici polistrumentisti, con arrangiamenti, sonorità e interpretazioni dall’anima molto più rock che pop. «Tutta un’altra musica!» ha scritto un writer su uno dei teli che rivestono il nostro cantiere. È vero: l’ambizione è quella di dar vita ad un concerto come non se ne sentono più da tempo, nella consapevolezza che più presto la musica ritrova il posto che le spetta dentro di noi e più rapida e più fertile sarà la strada della ricostruzione. E questo per una ragione semplice, ma fondamentale: migliore la musica, migliori noi.
Più ancora che una bella canzone, poi, il futuro è una città da progettare e costruire insieme. Con una nuova, intensa e appassionata operosità, dal momento che si tratta certamente di un’opera per operai coraggiosi.
Claudio Baglioni

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