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mercoledì 16 aprile 2014

CLAUDIO BAGLIONI SCRIVE PER IL QUOTIDIANO IL TIRRENO APRILE 2014

http://iltirreno.gelocal.it/regione/2014/04/10/news/il-vento-della-musica-ci-fa-prendere-il-largo-1.9023008
CLAUDIO BAGLIONI. Nessuna strada è come il mare. Non mi riferisco solo al fascino (senza eguali) o al mistero (che da millenni continua a rapire l'uomo), né al fatto che niente altro sulla terra trasmetta, come lui, l'idea dell'infinito. Mi riferisco al fatto che il mare è l'unica strada al mondo che non ha fine e che porta chiunque ovunque. Imboccandola si può arrivare dappertutto; conoscere tutto e tutti. E Livorno il mare non ce l'ha davanti: ce l'ha dentro. Una città nata sul mare e per il mare, il cui porto - per molto tempo porto franco - l'ha resa casa di incontri straordinari. Voi, che la conoscete molto meglio di me, lo sapete molto più di me.
Eppure - oltre a un'Accademia che insegna il mare e che il mondo ci invidia, o al Mercatino americano, il cui spirito ricorda un po' una Porta Portese a stelle e strisce - una delle cose che mi ha sempre affascinato di questa città è il fatto che i segni di questi incontri straordinari siano, ancora oggi, visibili ovunque: ville, palazzi, chiese, cimiteri legati ai nomi delle grandi comunità straniere che hanno reso Livorno la città cosmopolita che è. E i cantieri, ovviamente, dove l'uomo ha imparato a mettere sella e briglie al mare, per cavalcarlo ben oltre la linea curva dell'orizzonte. E un cantiere l'abbiamo aperto anche noi, per varare un vascello a bordo del quale fare rotta verso un futuro che somigli un po' di più alla parte migliore di noi. Per questo i concerti del ConVoiTour non sono ambientati su un palco tradizionale, ma, appunto, al centro di un cantiere. Un cantiere nel quale si costruiscono navi particolari: scafi d'armonia e vele di melodia, che prendono il largo gonfiandosi al vento della musica. Non il solito palco, dunque, ma uno spazio scenico che cambia, evolvendo continuamente, e che solo nel finale si rivela simbolo di quella ricostruzione ideale e morale della quale tutti sentiamo un gran bisogno e che non è più possibile rimandare.
L'idea è che la musica si faccia scintilla e ci dia la scossa per liberarci dall'asfissiante apatia di questo presente, per trasformarsi, subito dopo, nell'energia necessaria a prendere il largo. Per questo nel ConVoiTour la musica torna protagonista e riconquista, prepotentemente, il centro della scena. E' lei la padrona di casa. Ed è lei l'effetto speciale più grande di uno show nel quale ogni cosa - luci di taglio teatrale e cinematografico, piccoli gesti simbolici ed effetti scenici "analogici" - nasce per sottolinearne intensità, magia ed energia.
Tre ore di concerto senza interruzioni, con una scaletta di 33 brani che si fondono uno nell'altro, eseguiti da un super-gruppo di tredici polistrumentisti, con arrangiamenti, sonorità e interpretazioni dall'anima molto più rock che pop. "Tutta un'altra musica!", ha scritto un writer su uno dei teli che abbiamo scelto per rivestire il nostro cantiere.
E' vero: siamo qui per dar vita ad un concerto come non se ne sentono da tempo, consapevoli che la musica deve ritrovare il posto che le spetta dentro di noi, perché: migliore lei, migliori noi. Ed è bello che, per una sera almeno, il cantiere di ConVoi si affianchi a quelli di una città che il mare l'ha domato. Perché la ricostruzione, come la navigazione, non può essere un fatto individuale, ma un'esperienza collettiva, nella quale ognuno è chiamato a fare la propria parte, mettendo in gioco idee, valori, esperienze, energie... in una parola: se stesso. Esattamente come accade in mare, infatti, il futuro è una rotta che va disegnata e seguita insieme, perché è una traversata per marinai coraggiosi.

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