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martedì 29 aprile 2014

INTERVISTA BAGLIONI MESSAGGERO DI ANCONA DEL 29 APRILE 2014


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=658658ANCONA - C'è chi dà importanza alle scenografie ad effetto e chi, invece, mette solo la musica in prima piano. Ecco, in tutto questo, Claudio Baglioni fa parte della seconda categoria. Di quelli che nella loro carriera hanno scritto canzoni per condividere emozioni ed immagini. Non per niente l'ultimo disco, con cui farà tappa al Palarossini di Ancona il 2 maggio (ore 21), si chiama "ConVoi". Un messaggio chiaro e limpido di condivisione. Convoilive tour, 33 tra i più grandi successi del pop d'autore italiano dagli anni '70 ad oggi, per tre ore di grande musica. «Il rapporto con il pubblico è fondamentale per me e per il senso che do allo spettacolo - dice il cantautore - tanto che questo disco ha un titolo così esplicativo, proprio perché è nato da lunghi dialoghi che ho intrattenuto con i miei fans sui social network».
Da cui, appunto, è nato "ConVoi", il primo disco di inediti dal 2003. Come mai questa lunga attesa?
«Perché ho sempre cercato di fare ciò che sento. I miei album di inediti sono usciti quasi con il contagocce. A molti anni di distanza l'uno dall'altro, contro ogni logica di mercato. Questo perché non ho mai pensato ai dischi come ad appuntamenti commerciali o, peggio, adempimenti contrattuali. Sono sempre entrato in sala di registrazione quando sentivo di avere qualcosa da dire e l'urgenza di dirla. Non a caso credo che "ConVoi" sia uno dei dischi migliori che ho fatto. Sicuramente il migliore degli ultimi 20».
Una canzone può ancora scaldare il cuore. Ma riesce a muovere le folle, come un tempo?
«Deve scaldare il cuore e anche commuovere, nel significato originale della parola: agitare, scuotere e anche turbare. Se non fa tutto questo, se passa senza lasciare il segno, allora non ha senso e non serve. Solo che, per poter far questo, deve anche avere l'attenzione che merita. Non so se una canzone può muovere le masse, ma so che la ricostruzione di un certo tessuto artistico non può essere un fatto individuale, ma deve essere un processo collettivo nel quale tutti sono chiamati a fare la propria parte, mettendo in gioco idee, valori, energie».
Come nasce una canzone di Claudio Baglioni?
«Non c'è un sistema o una formula, ma c'è un metodo. Diciamo che esistono due fasi: semina e raccolta. La semina può avvenire ovunque. Durante una passeggiata, un viaggio in auto, una lettura, un film, un incontro. Anche se il momento ideale è la notte, quando il rumore di fondo dell'esistenza si abbassa fin quasi a scomparire ed è più facile ascoltare e decifrare il suono del silenzio. Può sembrare strano, ma la musica nasce dal silenzio. E le melodie migliori sono quelle che valgono quanto un bel silenzio o, almeno, non ce lo fanno rimpiangere. La raccolta, invece, è un lavoro che richiede tempo, concentrazione e tanta, tanta disciplina».
Lei ha avuto modo di collaborare con tantissimi artisti. Ce n'è uno in particolare, con cui vorrebbe iniziare un percorso?
«Peter Gabriel è senz'altro una delle "teste" più interessanti che ho avuto l'occasione di incontrare e, se dovessi partire per una arrampicata non in solitaria, mi piacerebbe davvero che lui fosse uno dei compagni di cordata».
Ad Ancona c'è uno zoccolo duro dei suoi fan. Ha in mente qualcosa di particolare per il pubblico dorico?
«Un concerto come non se ne sentono più da tempo, con la musica che torna protagonista e riconquista il centro della scena. E' lei, infatti, la padrona di casa. Ed è anche l'effetto speciale più grande di uno show nel quale ogni cosa nasce per sottolinearne intensità, magia ed energia. Tre ore di musica senza interruzioni, con più di 30 brani che si fondono uno nell'altro» .
La data è organizzata dalla F&P Group con la Criluma Eventi. Biglietti in prevendita su CiaoTickets e ticketone e presso Criluma Viaggi, via Totti 2. Infoline 071.9945580.

Martedì 29 Aprile 2014 - 12:33
Ultimo aggiornamento: 12:35
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