IL MESSAGGERO
Il tour Baglioni : «A Centocelle la mia sfida in
musica»
Claudio
Baglioni
Pochi sanno che a Centocelle c'era
un aeroporto, pochissimi sanno che non era
un aeroporto qualunque ma il primo
aeroporto italiano, ma quasi nessuno sa che è proprio lì che, in un
giorno
lontano d'aprile del 1909, uno dei
fratelli Wright (gli inventori dell'aviazione moderna), venne a
dare
dimostrazione di cosa fosse il
volo, facendo alzare da terra il suo mitico "Flyer", davanti a una piccola
folla,
incredula e ammirata. Nessuno ci
pensa mai, ma quel primo, breve e incerto distacco dal suolo - al
quale
assistettero pochi occhi ed una
rudimentale cinepresa (la prima mai montata su un velivolo) - fu molto
più
importante di quel «gigantesco
balzo per l'umanità» del quale andò (giustamente) orgoglioso Neil
Armstrong,
sessant'anni dopo (20 luglio
1969), quando l'Apollo 11 allunò e, per la prima volta, l'uomo mise piede
sulla
Luna. Senza il volo dei Wright,
infatti, il "balzo" di Armstrong sarebbe stato impossibile. Quei primi
distacchi
del Flyer non solo hanno
dimostrato al mondo che l'uomo era, finalmente, riuscito a vincere il braccio di
ferro
con la forza di gravità, ma hanno
insegnato a tutti noi che non esistono missioni al di fuori della nostra
portata
e che visioni e imprese, anche
quelle che sembrano impossibili, si possono realizzare davvero. Forse
per
questo a Centocelle - il quartiere
nel quale ho trascorso la mia infanzia e la mia adolescenza - l'idea del
volo
era qualcosa di più di un semplice
sogno di periferia. Era qualcosa che portavi dentro: un'idea fisica
del
riscatto e di ciò che davvero si
intende quando si dice "sollevarsi". Ecco perché il parco dell'ex-aeroporto
di
Centocelle, mi è sembrato
l'approdo finale perfetto per la carovana di questo ConVoiTour: un giro di
concerti
nel quale, dopo molto tempo,
presento, per la prima volta in versione live, anche i frutti di un
nuovo,
entusiasmante, progetto
artistico.
IL CONVOGLIO
La nostra è una vera e propria "compagnia viaggiante"
(ConVoi si è trasformato, per
l'occasione, in convoy:
convoglio), nella quale tutto ciò che dà vita allo spettacolo - palco, luci,
strumenti,
amplificazione, tecnici, musicisti
- viaggia su gomma. Attraverseremo l'Italia in una corsa a perdifiato
(9
concerti in 10 giorni, da Torino
alla Sicilia), per provare a darci e dare una scossa, scrollandoci di
dosso
questa apatia dolente e
paralizzante, ri-animati dalla passione per la musica. L'idea è quella di fare
il pieno di
energie, per saltare di slancio le
sabbie mobili di questo presente asfissiante, portando con noi
chiunque
avverta l'urgenza di partire alla
scoperta di nuove frontiere ideali, culturali e - perché no? - anche morali.
Dieci
città, dunque, per altrettanti
raduni-concerto in spazi tutti diversi, che hanno in comune una qualità per
noi
fondamentale: sono quelli nei
quali, da sempre, la gente si ritrova per stare insieme; quelli in cui le città
si
danno un'anima e diventano
comunità. Perché il senso di questo ConVoiTour(billon), in fondo, è
proprio
questo: portare il più grande
social-network virtuale (la musica) nel cuore di alcuni tra i più affascinanti
socialnetwork
reali (i luoghi di aggregazione)
che il nostro Paese è in grado di offrire, per cercare di dar vita
alla
magia più grande: l'incontro tra
parole e musica, nei luoghi dove si incontrano le persone. E un grande
parco
che è stato un grande aeroporto,
culla di grandi sogni di pionieri è senza dubbio la casa ideale per
incontrarsi
e lasciarsi attraversare da un
tourbillon di note, parole ed emozioni, che non ci faccia dimenticare che
la
qualità del tempo è data da chi lo
vive e che la carovana della vita ha tutt'altro passo e tutt'altro sapore
se
verso la nuova frontiera ci si muove con
voi.
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