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lunedì 9 settembre 2013

TESTO IN CAMMINO NUOVA CANZONE DI CLAUDIO BAGLIONI

sarà come svegliarsi in mezzo a un giorno che non c’era come bagnarsi il viso che è di nuovo primavera e ogni sguardo intorno è una scoperta e sei più sicuro se la porta è aperta e in te la semplicità sembra assai più vera di una verità sofferta. Sarà come tuffarsi in aria e dopo alzarsi in volo come staccarsi piano per saltare via da un molo che il futuro è ancora là sempre intatto e ogni storia non sarà che il primo atto e che la mediocrità non avrà mai un ruolo nella nobiltà di un patto Usciamo e andiamo via dall’abitudine, incontro a un vento clandestino, dove c’è un’altra origine, dentro un’emorragia di moltitudine sul precipizio di un mattino quando rompe ogni argine, cerchiamo sulla via la latitudine di un nuovo sogno di bambino, che non abbia mai margine dietro una frenesia d’irrequietudine dell’urlo teso di un violino che ci dia la vertigine. E lanciarsi avanti con un arco di orizzonte fidarsi di ogni passo che ci unisce con un ponte che il sentiero cresce e va sotto i piedi e un’impresa non ha età ne marciapiedi se la curiosità è salire il monte sulla realtà che vedi Usciamo e andiamo via dall’abitudine, incontro a un vento clandestino, dove c’è un’altra origine, dentro un’emorragia di moltitudine sul precipizio di un mattino quando rompe ogni argine, cerchiamo sulla via la latitudine di un nuovo sogno di bambino, che non abbia mai margine dietro una frenesia d’irrequietudine dell’urlo teso di un violino che ci dia la vertigine in cammino… oooooooooo In cammino… oooooooooo Tu che stai laggiù con un tamburino mentre il sole cade sul tuo stupore qualche punto sei lungo il tuo destino che le strade portano tutte al cuore tu sei oltre o sei vicino tu ce l’hai fatta o sei in cammino Usciamo e andiamo via dall’abitudine, incontro a un vento clandestino, dove c’è un’altra origine, dentro un’emorragia di moltitudine sul precipizio di un mattino quando rompe ogni argine, cerchiamo sulla via la latitudine di un nuovo sogno di bambino, che non abbia mai margine dietro una frenesia d’irrequietudine dell’urlo teso di un violino che ci dia la vertigine in cammino… dalla mia solitudine di romanzi senza pagine, da quella inquietudine di ritratti senza immagine, con la sollecitudine di chi va nella piovigine nella vicissitudine di un convoi nella caligine
noi che siamo già in cammino siamo stati già in cammino  noi che siamo già in cammino siamo nati già in cammino(fino alla fine)

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