.......

+++++++++++++++++++++++

martedì 3 settembre 2013

Con voi (C.Baglioni) - La recensione di LUCA BERTOLONI

 Con voi (C.Baglioni) - La recensione 

DI LUCA BERRTOLONI

Con Voi
18-5-2013, la prima canzone del progetto

La prima canzone del progettoappare subito come una canzone non scontata. Il primo ascolto emoziona,soprattutto i fan, se si pensa che nel cuore si porta una lunga attesa duratadieci anni. La scelta della tematica, che si discosta subito a partire dai primiversi dal tema d’amore, fa sospirare i fan del Baglioni più moderno: forse puòessere un buon brano.
L’ascolto ci rapisce subito, nonci sembra di ascoltare una canzone dalla durata di sei minuti, dal testo moltolungo e articolato. Si è subito colpiti dalle parole e dalla melodia delritornello, anche se pare un po’ troppo urlato da Baglioni, che pure è inottima forma vocale. Il ritornello ci porta ai ritornelli degli ultimi singoliapripista di album (“Dagli il via”, “Io sono qui”, “Sono io” e “Cuored’aliante”), e paradossalmente l’intento tematico del brano è proprio identicoa questi precedenti: tracciare un punto della situazione della vita e dellesensazioni dell’artista fino a quel momento. Questo leit motiv di  tutti i singoli di lancio ritorna in di nuovoin questo singolo.
Il tema non è quello che ci siattendeva.
Il brano contrappone la vitadell’artista fino a questo momento, toccandone tre sfere tematiche (la propriaarte, il tempo che si è speso, e i propri amori), al ruolo che nella sua vitahanno avuto i “voi”.
Con “voi” si intende chiaramenteil pubblico. La struttura è piuttosto articolata.

La canzone metricamente si puòdividere in due differenti strofe, un ritornello e un ponte.
La prima strofa è un ottavaformata da un ottonario seguito da un decasillabo, e da una serie di treottonari alternati a tre endecasillabi, di cui il secondo e il quarto sonotronchi, con sineresi finale in -ia, con schema rimico ABCDABCD. A questastrofa ne segue una seconda con schema differente: una quartina di versicomposti, con un verso soprannumerario dopo il terzo verso. Ogni verso èformato da due emistichi: un quinario tronco o piano e un novenario sempretronco. Ogni verso della quartina rima con gli altri della strofa, riprendendola rima dell’endecasillabo tronco del quarto e ottavo verso dell’ottava. Ilverso soprannumerario è un quinario tronco, che riprende esattamente il primoquinario della strofa, creando rima identica e interna. Successivamente si ripetonodue strofe che ricalcano lo schema rimico e metrico di queste due, prima disfociare nel ritornello. Il ritornello muta ancora struttura metrica,presentandosi come un’ottava formata da distici: il primo verso è composto daun quadrisillabo e un endecasillabo tronco, il secondo è un ottonario tronco.Da notare che gli ottonari tronchi non terminano con parole tronche nellalingua, ma per c’è una diastole in ogni parola finale del verso con spostamentodella tonica sull’ultima sillaba, decisamente marcata nel cantato di Baglioni. Ilritornello presenta una rima baciata con schema EFEFEFEF. Al ritornello segueun ponte formato da due distici: due versi liberi alternati a un novenario e aun decasillabo. La canzone riprende con due strofe con schema uguale alle dueprecedenti (l’ottava e la quartina), a cui segue un ritornello, identico neltesto, e un ponte, che segue lo schema del ponte precedente. Dopo l’assolo dichitarra, la canzone è conclusa da un altro ritornello identico, e dal pontefinale, con stesso schema dei due precedenti.
Uno schema di questo tipo èdecisamente atipico: i versi liberi e composti, tipici della metrica barbara,sono tipici anche di gran parte della canzone d’autore, ma la divisione instanze è sicuramente originale. Baglioni da “Questo piccolo grande amore” ci haabituato a brani senza un’autentica alternanza strofa-ritornello tipica dellacanzone italiana, ne a livello musicale ne a livello metrico. In questo caso èpresente un ritornello, sia a livello testuale che a livello musicale, marcatacome di consueto dalla potenza dell’arrangiamento, e dalla crescita dellamelodia, verso note decisamente impegnative. Da segnalare a questo propositoche il secondo e il terzo ritornello presentano una sillaba soprannumerariaall’inizio della seconda quartina dell’ottava: l’aggiunta di una vocale “e”all’inizio del verso consente alla voce di Baglioni di innalzarsi in unpoderoso falsetto che carica vocalmente l’attacco della seconda parte delritornello.
Ad ogni tipo di stanza, Baglioniassegna un tema ben preciso da affrontare, creando una canzone decisamenterigida nello schema. Alla prima strofa dà il compito di parlare di se. Siamonel singolo apripista del progetto: da sempre, come già avevo evidenziato,Baglioni tende in questi singoli a fare il punto della situazione della suavita. Qui siamo a dieci anni di distanza dall’auto ritratto di “Sono io”. Inquesto brano non fa autoritratti, ma affronta in un climax abbastanza marcato itre temi più cari del repertorio, nonché della sua vita: musica, tempo e amore.Temi che non sono dissociati ma che spesso sono tra loro correlati (si pensi a“Cuore d’aliante”: “A combattere il tempo come si fa / Lo puoi battere solo atempo di musica”, non a caso altro singolo di lancio di un album). Ladescrizione del tema, la presa di coscienza del punto a cui si è arrivatiavviene attraverso uno stile completamente metaforico. C’è un forte distaccodallo stile narrativo di “Sono io”, il linguaggio sembra tornare indietro neglianni, anche se le metafore sono molto più limpide di quelle della trilogia: “seti perdi una stella/il cielo on sarà mai più sereno”, “le mie stagioni piùmatte/son quelle che ho bruciato prima”. La seconda strofa appare meno organicae più sconnessa della prima, e c’è un virata del punto di vista, si passa dalladall’io al “voi”. La strofa è sempre introdotta dall’anafora avversativa del“però”, quasi a siglare in modo ancora più brusco la virata. Dietro questaavversativa c’è il più volte espresso desiderio di Baglioni di chiudere lacarriera, desiderio che negli ultimi mesi aveva spesso preso il sopravvento,nel ruolo del “voi”, che può facilmente essere ricondotto al pubblico, Baglioniha ritrovato il desiderio di ritornare a combattere con la sua musica sia ilsuo tempo che il suo amore. Il linguaggio per raccontare il rapporto con i fanavviene per immagini metaforiche mescolate a metonimie, alcune ardite e moltosuggestive, con sapore sinestetico come “baciarsi in bocca una bellissimabugia”. Interessante al verso 24 la citazione di “Acqua dalla luna”: “buttarsiin gioco nell’aria di un’acrobazia” che fa a pari con “far sulla corda salti dacapogiro”, così come al verso 23 l’immagine del fuoco sembra ripresa da “Fiancoa fianco” (“ci bruciarono così l’ultima pelle”). E’ usanza del Baglioni apartire da “Sono io” (non  caso albumdefinito da Baglioni come “Un’antologia di inediti”, usanza confermata neibrani di questo progetto. E’ necessaria una piccola riflessione su “Fianco afianco”, altro brano che Baglioni espressamente ha dedicato al suo pubblico. Ilbrano, tratto da “Sono io”, descrive in modo quasi allegorico la situazione diun fan che si ritrova probabilmente allo stadio ad assistere ad un concerto delsuo beniamino, in questo caso di Baglioni stesso. Le metafore sono iperbolichee irreali, sembra decisamente che si stia parlando di qualche cos’altro, c’è ungrosso distacco dalla realtà. In questo “Con voi” invece la poetica di Baglioniè estremamente reale. Le figure retoriche di significato come la metonimia e lasinestesia rendono aderente alla realtà ogni metafora, creando un effettopoetico molto suggestivo nell’ascoltatore.
La concatenazione di immagini inmodo particolare nella prima, nella terza e nella quinta strofa è parzialmentesconnessa, richiama quello scorrere di immagini da “flusso di coscienza” cheera il filo conduttore di tutto “Oltre”, mentre più organica ma molto piùmetaforica è la successione delle immagini della seconda, quarta e sestastrofa. Nella terza strofa Baglioni si diverte anche a citare Oscar Wilde (“inpurgatorio ne ho fatte/ in Paradiso è stato meglio il clima”). Ma è nelritornello che l’ascoltatore viene scosso: il ritornello rompe l’incederemetaforico e il susseguirsi di immagini, intromettendosi con un forte stilesentenzioso. L’anafora “Questo è il tempo”, ripetuta due volte in ogniritornello, sembra di sapore quasi profetico. Baglioni cala il mantello del suointimismo della prima strofa, smette di confessare l’amore infinito per il suopubblico, e si erge a ruolo di profeta, di guida, di faro per il suo pubblico. Ilritornello profetico ha però diverse valenze: non è diretto esclusivamente alsuo pubblico, ma credo sia diretto a tutti gli italiani. Più volte Baglioniparlando della professione del cantautore, o meglio, del cantante Pop, hariflettuto sul rischio di diventare profeti, di sentirsi addirittura “sacerdotiche benedicono le folle al termine dei concerti”. Qui il cantautore romanorientra perfettamente in questa categoria, compiendo quasi un’omelia, con formamolto sentenziosa, sul come comportarsi in questo nostro contorto tempo. Ma èinteressante sviscerare il contenuto di questo ritornello, tanto semplice nellinguaggio tanto quanto carico emotivamente e semanticamente.
Il ritmo serrato e crescente èdato da due serie di infiniti, la prima di verbi transitivi, la seconda diverbi intransitivi, sapientemente alternati, e in contrasto semantico l’uno conl’altro: trovare/diventare, cercare/restare, guardare/tornare, salvare/morire.L’ultimo stride chiaramente all’orecchio, nell’espressione “morire giovani”: infinitodal valore metaforico, sembra quasi una litote: non bisogna morire giovani, madentro di se bisogna arrivare alla morte come se si fosse sempre giovani. E’ lalotta del Baglioni che cerca di sconfiggere il pressante incedere del tempo(tema affrontato in questo progetto anche in “E chi ci ammazza”). E proprio ilnel settenario “di morire giovani” che siamo preparati al punto focale delbrano, il ponte. Infatti tutti e tre i ponti possono essere letti di fila, riassumendoil significato più profondo del brano. Andiamo a riassumerne i contenuti.
Nel primo ponte c’è un invito anon fermarsi a metà strada, alludendo al fatto che ogni vita abbia il suomistero, e Baglioni ribadisce al ruolo fondamentale che ha avuto il pubbliconel corso della sua vita: “Ho capito chi ero io da voi”. Il pubblico diventavero protagonista del brano, e non più semplice interlocutore confidenziale.Nel secondo ponte ritroviamo una parola molto cara a Baglioni, “cammino”. Questotema viene richiamato nel nono brano dal titolo appunto “In cammino”, ma è inrealtà il tema caro a Baglioni da “Strada facendo”, e a questo brano l’autoresi riallaccia: è grazie al pubblico che ha trovato quel “gancio in mezzo alcielo”, quella sensazione di “non esser più da solo”, e sempre grazie alpubblico ha ritrovato la forza di camminare in questo nuovo progetto di canzonie parallelamente in questo nuovo cammino di vita. Il tono confidenziale ediretto del linguaggio (“quello che sarà il cammino ancora non lo so”) è segnodella vicinanza del Baglioni col suo pubblico, e del ritorno ad un linguaggiopoco poetico ma molto confidenziale: sembra veramente che l’autore vogliaringraziare al suo pubblico con una sbalordante sincerità. L’ultimo ponte èsicuramente quello più interessante: “se c’è un fine in questo viaggio non c’èfine mai”. Un verso costruito con una costruzione chiastica della parola “fine”,costruita con antanaclasi marcata, artificio retorico amato da Baglioni, inmodo particolare in questo progetto (anzi, spesso anche abusato, o mescolato adiafore, bisticci e paronomasie). Il tema dell’ultimo ponte è vastissimo, emeriterebbe probabilmente una canzone a parte. Ritorna il viaggio, tema portatedi ogni singolo di lancio (si ricordi “e si torna a scendere in pista un altroviaggio”), quel viaggio che sembrava finito, ma che in realtà va avanti, perchéha il fine del cammino da vivere insieme, e di cercare in questo cammino unanuova prospettiva (quella espressa dal ritornello, fino all’esasperazione di “moriregiovani”). Un nuovo chiasmo tiene in piedi il verso successivo: “il sogno èmorto, viva il sogno”. Un verso che sembra proprio un pugno in faccia allettore/ascoltatore, un verso che si distacca completamente dal tono di tuttoil brano. Ancora una volta una citazione, “Il sogno è sempre”, che a sua voltaera il proseguo de “La vita è adesso”. Ma questa volta il sogno “è morto” econtemporaneamente è “vivo”. Un ossimoro forte di ardua interpretazione: questonon è il più il tempo di sognare, ma è il tempo di agire, ci sembra dire l’artista.Una contraddizione forte, visto che sul sogno ha costruito gran parte della suapoetica. Sicuramente il dolore è più forte del sogno: già in “Patapn” il sognodel nuovo incontro con suo padre dopo la morte veniva bruscamente interrottodal ritorno alla realtà, e così è in questo brano. E’ il dolore a farciritornare prepotentemente all’interno della realtà, all’interno dellacorruzione di questa vita. Allora il ruolo del sogno può essere quello divivere con tutte le potenzialità questa vita, pur sapendo che il sogno finisce,anzi, che il sogno è morto in partenza. Il sogno di cui parla Baglioni èesattamente quello di fermare il tempo, quello di morire giovani, quello ditrovare un’altra immensità: il sogno è stato possibile, perché si è sognatoinsieme al proprio pubblico. Infatti l’ultimo distico assume un tono epico,dato dalla parola “eroi”. Anche qui, la citazione di “Fianco a fianco”: “ritornodi eroi”. Tutta la canzone, con questo finale, ci mostra quindi come lacarriera del Baglioni cantante sia in realtà una metafora della vita diciascuno di noi: trovare nuovi sentieri per sentirsi liberi, sognare esvegliarsi continuamente grazie alle persone che nonostante tutto ti hannoamato, in una vera e propria lotta epica che è la vita.
Le immagini sono molte, i temisono tutti quelli cari a Baglioni, ma sono raccontati con una freschezza che sadi libertà e di desiderio di comunicare. E in questo brano la penna di Baglioninon si smentisce nel costruire un vivace canto sulla vita e i sentimenti di unuomo di 62 anni, pur non creando un brano nuovo nei contenuti. 

1 commento:

  1. non si capisce nulla di tutto quello che ha scritto nella sua recensione, forse sono proprio ignorante.
    A me Baglioni è sempre piaciuto e in questo suo ultimo lavoro ha riportato la magica atmosfera degl'anni settanta.
    Grazie.... Claudio Baglioni sei magico.

    RispondiElimina