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Chissà se è davvero così?
Ma sembra che il tempo di questi nostri giorni scorra più veloce o che
in quest'ultimo periodo della vita del mondo accadano molte più cose.
Sarà la forza di penetrazione e la rapidità delle informazioni, la
globalità e i suoi tanti echi, ma pare che non ci si faccia più a tener
dietro a tutti gli avvenimenti.
E a tenere distinti quelli personali da quelli universali.
Così in tre giorni io sono rimasto
senza voce
senza un po' di ricordi
e senza lacrime in cui annegare.
E più che altro si sta senza parole.
Così mi ributto a suonare.
Magari viene fuori altra musica.
E un bel tramonto a cui pensare.
La fortuna è una monetina che brilla per terra.
Da stringere nella mano
e immaginare chi l'ha persa
magari apposta
perché tu la ritrovassi.
È il messaggio di chi sta in ascolto
quando si alza il mare
e fai più fatica a tornare.
È quella stretta al cuore
che prima fa male
e poi fa ben sperare.
Che questo cielo di nuvole a fagotto
vi protegga i sogni
come una coperta dal freddo
di un duro risveglio.
Scendere o salire le scale
non fa differenza.
Ci vogliono sempre ginocchia buone.
E qualcuno o qualcosa da raggiungere.
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