Cosa posso dire?
Solo che mi dispiace. Da morire.
Parole che possono significare
niente o tutto, lo so,
ma che per me significano
davvero tanto.
Rimandare un concerto è sempre
dura;
rimandare un intero tour è un
vero dramma.
Ma non c'era davvero nient'altro
da fare.
Sono stati sei mesi senza
respiro in sala d'incisione per questo ConVoi:
entusiasmante ma molto, molto,
più impegnativo di qualsiasi album tradizionale.
Probabilmente l'enorme
stanchezza e la grande tensione mi hanno giocato
un brutto scherzo: nell'ultimo
giorno di prove musicali e prima di quelle
generali, le forze sono sparite
e la voce ha “staccato la spina” ed è andata via.
In queste condizioni immaginare
di cantare è durissima.
E per cantare il mio repertorio
e in special modo le ultime canzoni
serve una forma fisica e vocale
perfetta.
Farlo, senza questa piena integrità,
per dieci giorni consecutivi,
poi, è proprio impossibile.
Si rischia di non cantare più.
La voce è così: lo strumento più
delicato e meno affidabile.
L'unico che non si può
“riparare”
(le corde vocali non si possono
cambiare come quelle di una chitarra);
né sostituire con un altro.
Basta niente e ci abbandona.
Per questo, alla vigilia di ogni
concerto, in macchina o in camerino,
comincio a “strillare” come un
ossesso.
Un po' per provare la voce, un
po' per scaldarla,
ma, soprattutto, per esorcizzare
la paura che se ne sia andata.
La paura, invece, lei non se ne
va mai.
Non ci si può fare niente.
Ricordo a Buenos Aires, durante
il tour mondiale.
Ero partito da Lampedusa, subito
dopo O'scia', che era tutto a posto.
Arrivo in teatro, dopo sedici
ore di aereo, apro la bocca e non esce niente.
Vuoto totale.
Nemmeno il fiato per dire “buona
sera”.
Purtroppo è successo di nuovo.
E proprio alla vigilia della
partenza della nostra carovana.
Tutto pronto, tir allestiti, bilici
e camion con regie, luci e strumentazioni,
gru con l'impianto del suono,
camper, sleeperbus, catering...
È un dispiacere grande doversi
fermare e rinunciare, per ora, a questo viaggio:
il primo non solo pregustato ma
anche il più preparato con voi;
il primo con nuove canzoni per la
nascita delle quali ciò che abbiamo scambiato attraverso i social in questi sei
mesi così intensi ed affascinanti, è stato un fatto.
Questo tipo di giro non si può
ritardare vista la stagione che sta per arrivare.
Il nostro appuntamento, però,
non è annullato: è solo rimandato di qualche mese.
Cominciamo subito la preparazione
del secondo progetto ConVoi dal vivo.
Un'idea-concerto che si svolge
nei palasport con una sistemazione centrale
della scena (concetto a me molto
caro, sviluppato con successo in molte
esperienze passate) e un
rapporto emotivo e fisico ancor più ravvicinato.
Nel solco artistico degli
intrattenimenti memorabili di Oltre il concerto,
Tour Rosso e Blu, Crescendo e
Tutti Qui. E con novità davvero importanti.
I biglietti saranno, ovviamente,
validi e spero che, per ciascuno di voi,
i disagi non siano eccessivi e
siano, in qualche modo, superabili.
Da parte mia – e di tutti i
pionieri e i carovanieri che lavorano a questo progetto – l'impegno è quello di
mettercela tutta, e anche oltre, per offrire a tutti
lo spettacolo più bello, più
sognato, più meritato. Questa è la continua ricerca.
Perché è stato, è e sarà un
onore e un privilegio dividere questo sogno con voi.
Che altro posso dire?
Che mi dispiace. Molto di più.
I sogni non sempre si comprano.
Ma qualche volta si pagano.
Però non si può smettere di far
sogni.
Sono l'unica cosa che non ci
possono rubare.
Claudio.
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